Quando l’intestino è “felice” anche il benessere migliora. Si potrebbe sintetizzare così il concetto su cui si fonda la gastroenterologia integrata, che va oltre le tradizionali cure per l’intestino, affiancando alcuni interventi e prodotti che promettono un effetto benefico generale. Qualche esempio? Si va dai più noti probiotici a meno conosciuti funghi medicinali, senza trascurare gli psicobiotici o persino le camminate nel verde. Ecco perché.
Quando lo stress prende l’intestino
«Non stupitevi se il vostro gastroenterologo a un certo punto vi dirà di fare una passeggiata nel bosco, di uscire con gli amici, di ridere di più, di riallacciare un rapporto perso, di iscrivervi a un corso di yoga, di smettere di fumare, di andare a letto presto la sera o di fare tardi, di mangiare più alimenti vegetali, perché anche questo è cura integrata», spiega Samanta Mazzocchi, gastroenterologa specializzata in fitoterapia e appunto gastroenterologia integrata che, a differenza di altre discipline «che guardano al loro pezzetto di orto, ci invita a considerare tutti i fattori che agiscono in sinergia sul tratto digestivo, dallo stile di vita all’equilibrio psicologico, dall’esercizio fisico all’alimentazione, strumento potentissimo ogni giorno nelle nostre mani».
Intestino e stress: cos’è la gastroenterologia integrata
«La gastroenterologia integrata rappresenta un nuovo paradigma di questa branca medica, proprio perché prende in considerazione tutti i fattori che coinvolgono la salute del tratto digestivo, incluso lo stile di vita e la dimensione psicologica della persona», come spiega Mazzocchi, autrice di un libro (La pancia, le sue emozioni e altre storie, Red!) in cui spiega che «Lo scopo di questo approccio è raggiungere il recupero di un equilibrio fisiologico e metabolico, ricostituire un equilibrato microbiota intestinale che è fondamentale per la prevenzione delle malattie. Oltre a metodiche strumentali avanzate, abbiamo semplici armi basate sulla nutrizione, nutraceutica e fitoterapia, probiotica, in modo da ottenere una terapia completa e personalizzata».
L’intestino contribuisce alle emozioni
Che ci sia un collegamento tra il microbiota, quindi l’insieme di batteri che si trovano nell’intestino, e il benessere era noto: «Oramai abbiamo sentito già dire che l’intestino è il nostro secondo cervello! In effetti ha un senso dato che è l’unico organo che possiede un sistema nervoso proprio, in grado di regolare i propri riflessi in modo slegato dagli impulsi del cervello. Dalla fine degli anni ’80 sappiamo che la nostra pancia è molto di più di un tubo dedicato alla digestione, ma è sede di un potente complesso nervoso chiamato “cervello enterico” con i suoi circa 500 milioni di neuroni», chiarisce l’esperta. Ma come è possibile intervenire per garantirne la salute e quindi anche il benessere mentale?
Quando lo stress “fa male” all’intestino
«Cervello e intestino si influenzano vicendevolmente; ed è proprio qui che interviene il secondo organo che ci abita nella pancia: il microbiota. Una condizione di stress emozionale altera la composizione del microbiota e, a sua volta, una condizione di infiammazione della parete intestinale altera l’attività cerebrale – prosegue l’esperta – Sia stress fisici che psichici squilibrano la flora intestinale con aumento dei ceppi di Escherichia coli e di altri coliformi a scapito di altri ceppi come i Lattobacilli e Bifidobatteri.
Quando la pancia si ammala
Gli effetti dello stress, vengono mediati dal rilascio di cortisolo e adrenalina e noradrenalina che modificano l’equilibrio tra ceppi batterici e sistema immunitario locale; al tempo stesso gli ormoni dello stress rendono la barriera intestinale più permeabile ai ceppi patogeni presenti nella mucosa che quindi traslocano all’interno dell’intestino, creando ulteriore stato di infiammazione. In direzione opposta, un’alterazione del microbiota intestinale determina il rilascio di citochine infiammatorie che, viaggiando con il nervo vago e con il sangue, raggiungono il cervello. È interessante anche che ci siano ricadute negative su ippocampo e amigdala, con conseguenze su umore e cognizione. Intervenire, però, si può».
I consigli per un intestino “felice”
«Additivi chimici, alimenti con farine bianche e ricchi di glutine, alimenti di origine animale, alte dosi di acidi grassi saturi, carenza di fibra idrosolubile agiscono negativamente sulla mucosa intestinale infiammandola, crea presupposti per un microbiota aggressivo. Basterebbero poche, semplici ma costanti abitudini quotidiane» spiega Mazzocchi, facendo alcuni esempi: «una regolare attività fisica, 20’ di camminata sostenuta come consigliato dall’OMS; una dieta ricca di fibre, frutta ogni giorno, verdura e cereali integrali ad ogni pasto; una abbondante idratazione nella giornata; evitare le terapie antibiotiche se non necessarie; evitare carni rosse e processate, additivi, e limitare l’apporto di grassi e latticini grassi. Infine, combattere lo stress inteso come affaticamento fisico ed emotivo, ad esempio con sport e vita sociale o aiutandoci con un supplemento di probiotici».
Probiotici e psicobiotici: cosa sono e che differenza c’è
«Gli alimenti preferiti per l’intestino sono gli alimenti fermentati – sottolinea la gastroenterologa integrata – Ne basta una piccola quota ogni giorno per mantenere sano ed equilibrato il microbiota». Utili sono anche gli psicobiotici: «Sono una grande novità di questi ultimi anni, sono sempre probiotici, ma di classi capaci di produrre sostanze che influenzano la connessione intestino-cervello. Possono migliorare l’umore, diminuire ansia e depressione, e aiutare a gestire meglio lo stress. Il Kefir, per esempio, è una bevanda di latte fermentato con il Lactobacillus casei che, come visto su un gruppo di studenti di medicina sotto stress, impedisce l’aumento di cortisolo e innalza i livelli di serotonina», sottolinea Mazzocchi.
Cosa sono i funghi medicinali e le piante adattogene
«Tutti noi conosciamo i funghi come alimento prelibato e sorprendentemente ricco, ma non sempre sappiamo che l’uso dei funghi per il benessere risale al 250 a.c. in Medicina Cinese. Da allora sono state ampiamente studiate le attività dei “funghi medicinali”. Sono quindi oggi farmaci vegetali a tutti gli effetti, che se titolati adeguatamente nei prodotti in commercio, hanno svariate proprietà farmacologiche – spiega l’esperta – Grazie alla fitoterapia oggi si conoscono le cosiddette piante “Adattogene”, capaci di aumentare la resistenza verso fattori stressanti di tipo psico-fisico. Le principali sono: Rhodiola rosea, Ginseng rosso, Ginseng siberiano, Schisandra, Whitania», dice Mazzocchi, che però avverte: «In quanto farmaci a tutti gli effetti, vanno assunti sotto prescrizione medica e reperibili nelle farmacie».
Gli altri cibi alleati del microbiota
«Il cibo, quindi, è la prima medicina per la pancia. Gli alimenti più importanti per nutrire il nostro microbiota sono cereali integrali; frutta e verdura, seguendo la stagionalità, e usando cotture semplici per mantenere i fitocomplessi attivi; legumi, per la loro capacità prebiotica di selezionare batteri benefici per l’intestino; frutta secca e semi oleaginosi; alimenti fermentati come crauti o verdure lattofermentate. quanto alle tisane, le erbe medicinali più utili per l’intestino sono Matricariae chamomilla L. e Melissa officinalis L., ma non dimentichiamo gli oli essenziali come Timo, Origano e Tea Tree. L’accoppiata vincente è olio essenziale di menta piperita e semi di cumino dei prati. Studi scientifici hanno dimostrato che sia la menta che il cumino sono dotati di attività antimicotica e sono in grado di modulare la composizione del microbiota intestinale», conclude la gastroenterologa.