Italiani ipocondriaci
Gli italiani si sentono bene, e 2 su 5 pensano di godere di ottima salute. Ma c’è anche una fetta considerevole, ben 9 milioni, di ipocondriaci. Tutti, però, sono ‘pazienti 4.0’, ben ancorati alle nuove tecnologie. Nell'era digitale, infatti, il web è diventato il vero punto di riferimento per tutte le generazioni, dai nativi digitali fino ai senior: ai primi sintomi prima del dottore si consulta internet, anche se ci si fida più di medici e farmacisti. Se l’età rappresentava un fattore importante per sentirsi in forma, oggi sembra che lo stato di benessere percepito non dipenda solo dall’anno di nascita, anzi. E’ quanto emerge dalla ricerca “Salute 4.0: curarsi nell’era digitale, generazioni a confronto”.
I dati indicano che, a livello generale, una buona quota degli intervistati si sente in ottima salute (42%), soprattutto la generazione Z, ma non in perfetta forma (30%), e questo indipendentemente dall’età. Contrariamente a quanto ci si aspetti, infatti, sono i Senior a dichiarare un migliore stato di benessere percepito (40%) rispetto alle altre generazioni.
L’ipocondria colpisce il 18% delle persone maggiorenni che hanno un atteggiamento ossessivo medio-alto. Tra questi, considerando solo chi mostra i segni di una patologia più importante (soprattutto le donne), il 79% è convinto di non essere in salute e ha speso negli ultimi 12 mesi ben l’80% in più rispetto alla media nazionale per prestazioni o acquisto di medicinali a pagamento. Secondo l'indagine, il web ha cambiato radicalmente il primo approccio alla malattia: se in occasione di un problema di salute accertato ci si rivolge principalmente al proprio medico, di fronte ai primi sintomi, invece, ci si informa prima su internet per farsi un’idea, anche se per i senior il medico rimane sempre un riferimento importante. Pur consultando internet, molti reputano questo strumento poco attendibile, pensano di saper distinguere una fake news anche se il 29% del campione è caduto, almeno una volta, in una bufala del web (i giovani sono i più esposti).
Di chi ci si fida quindi? Dei medici e farmacisti al primo posto (91%) e meno del web e dei social (36%). Gli italiani mostrano inoltre una certa diffidenza verso l’uso delle medicine, hanno paura di perdere la propria autonomia (66%), fanno poca prevenzione, soprattutto gli uomini, e pensano che per mantenersi in salute sia sufficiente avere una corretta alimentazione e fare attività fisica. Negli ultimi 12 mesi, l’88% ha dovuto sostenere una spesa di tasca propria per curarsi, pari in media a circa 268 euro, e il 58% ha dovuto rinunciare almeno una volta nella vita alle cure per questioni economiche, soprattutto alle prestazioni più costose come il dentista. Il giudizio sul Ssn è moderatamente positivo, ma non sempre (solo il 20% si dichiara molto soddisfatto e il 40% abbastanza). I più critici sono i cittadini del Sud Italia e delle Isole, mentre l’insoddisfazione è legataprincipalmente ai tempi di attesa e al costo del ticket.
Questo ha spinto negli ultimi 12 mesi molti consumatori (44%) a rivolgersi alle Compagnie assicurative per tutelarsi con una polizza privata sulla salute