Noi donne siamo sole, in tante fasi della nostra vita. Anche se ci diciamo che bastiamo a noi stesse, o che ci sentiamo complete con quello che abbiamo costruito, la strategia dell’avere (soldi, successo, corpi modellati, uomini, oggetti, figli), nell’universo femminile non funziona. Per lo meno, non per tutte.

La solitudine delle donne oggetto di studi scientifici

Lo dice la scienza, che da diversi anni studia la solitudine delle donne, una condizione non solo sociale ma che impatta anche su salute e benessere, perché in grado di aprire la strada a malattie, infiammazioni e disturbi (in Gran Bretagna esiste perfino il Ministero della solitudine). In un mondo sempre meno prolifico, con sempre più anziani e single, e relazioni digitali che ci sganciano da ancoraggi solidi agli altri, vivere da sole – anche quando è una scelta – non sempre fa stare bene, mentalmente e fisicamente.

Otto milioni le persone sole in Italia

In Italia sono otto milioni le persone sole, e più della metà sono donne, tra single e separate o vedove: una condizione che si riverbera sui consumi, sui servizi, sull’economia, sulle scelte della politica. Ma prima di tutto sul vissuto personale, come spiega il professor Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia e direttore scientifico di Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (fondazioneonda.it) che ha appena lanciato un canale podcast dedicato alla salute mentale delle donne, al benessere psicofisico e al worklife balance (si trova su Spotify). «La solitudine delle donne prescinde dal fatto di vivere o meno da sole. È una condizione profonda e intima che le accomuna, a tutte le età, e si intreccia a fattori biologici, ormonali e immunologici che le rende più vulnerabili e inclini alla depressione, di cui soffre una donna su cinque. Depressione che spesso si accompagna a malattie croniche e cardiovascolari, a cui le donne sono più soggette».

La solitudine alla base di ansia e depressione

Il vissuto di solitudine ci espone a una fragilità mentale che raddoppia il rischio rispetto agli uomini di farci soffrire di ansia e depressione. Ma addirittura la solitudine abbrevia la vita e aumenta il rischio di malattie, in particolare di demenza. Gli effetti sulla nostra salute, dicono gli studi, sono paragonabili al fumo di sigarette per 15 anni.

La solitudine delle donne nelle varie fasi della vita

Tutto comincia in adolescenza, come spiega il professor Mencacci, e si dipana durante la fasi più critiche della vita delle donne: «Le donne iniziano a sentirsi sole subito dopo la prima mestruazione, quando il mondo esplode intorno a loro e si polverizza in una moltitudine di esperienze di cui faticano a trovare il senso. Poi tutto si ricompone, ma intanto le ragazze vivono attaccamenti così intensi che le lasciano frantumate e smarrite». Lo segnala perfino l’Organizzazione Mondiale della Sanità: il 28% delle quindicenni segnala una profonda solitudine, a fronte del 13% dei coetanei maschi. «Le donne si sentono sole nella maturità, quando le pressioni del lavoro, i mancati guadagni rispetto agli uomini e le aspettative sociali le fanno spesso sentire inadeguate, non riconosciute e mai al sicuro» prosegue il professor Mencacci. «Si sentono sole durante la maternità, quando il rapporto carnale con la loro creatura le assorbe e le isola, convincendole che tutto questo possa bastare, lontane dal lavoro e dalle relazioni, perse nello scarto tra le aspettative e il vissuto vero della maternità. E si sentono spesso sole dopo i 50 anni, quando i cambiamenti ormonali, i nuovi assetti familiari, magari i matrimoni che finiscono, le rendono particolarmente vulnerabili all’ansia, alla depressione, alle dipendenze e alla mancanza di sonno».

La solitudine delle donne e la mancanza di sonno

Dormire poco è una caratteristica femminile, ma è anche uno dei fattori che apre la strada alla depressione che poi, a sua volta, condiziona la qualità del sonno, in una spirale che dà vita a una serie di altri disturbi. «La mancanza di sonno incide sulla comparsa della depressione, come su cefalea ed emicrania, disturbi prevalentemente femminili» prosegue il professor Mencacci. «Le donne dormono poco per questioni genetiche e ormonali ma anche per le pressioni intorno a loro: il doppio lavoro di cura, le cinque ore quotidiane rispetto alle due degli uomini, che le donne dedicano alla famiglia, mangiano via il tempo libero, un tempo prezioso per se stesse, per il riposo e il divertimento. Una negazione che può far sentire insoddisfatte e alimentare un grande senso di vuoto e frustrazione, oltre che di solitudine. Questa condizione mentale rende le donne più vulnerabili sul piano fisico: nuovi studi dimostrano per esempio che il sentimento della rabbia a lungo andare può provocare lesioni a livello vascolare in grado di scatenare l’ictus, che non a caso colpisce in prevalenza le donne».

La ricerca di legami forti e profondi è tipica dell’animo femminile

C’è poi una solitudine che le donne sperimentano quando riescono a mettere in pausa l’azione, quel continuo passare da un’attività all’altra che finisce per parassitare la quotidianità e fagocitare l’ascolto di noi stesse. «In quel momento di pausa, che può coincidere con le vacanze, o con la crescita dei figli, l’animo femminile si mostra particolarmente ricettivo al senso di vuoto e assenza. Ed è soprattutto allora che le donne cercano relazioni forti, legami profondi che però, soprattutto oggi, faticano a trovare. È indiscutibile la differenza col genere maschile, più incline nei rapporti ad avere argomenti che restano in superficie. La capacità di legame che si genera tra donne è profondamente diversa, più intima e radicata, laddove gli uomini tendono a tessere rapporti fondati su valori e ideali, o sulla condivisione di eventi sociali di massa, come la passione per lo sport. Anche per questo è più facile che le donne si isolino, quando non trovano corrispondenza in una relazione stretta di amicizia o amore, che invece cercano».

La solitudine delle donne anziane

Ma se la condizione delle single giovani non pesa, anzi, regala in genere serenità (sono gli uomini a soffrire di più l’essere soli), da anziane le donne diventano più vulnerabili ai morsi della solitudine. «La vita delle donne è più lunga, e questo le espone a maggiori malattie, senza contare che la povertà colpisce di più il genere femminile, come le statistiche dimostrano» conclude il professor Mencacci. «Un circolo vizioso che mette a rischio la salute mentale in questa fase così delicata, in cui le donne avrebbero bisogno di più attenzioni e soprattutto sussidi».