Legge sesso sicuro: Iva al 10% su preservativi
In arrivo una proposta di legge sul sesso sicuro, con sconti sui preservativi per incentivarne l’acquisto e prevenire
malattie e infezioni sessualmente trasmissibili, diventate una vera e propria piaga
giovanile. Il testo, primo firmatario il senatore del Movimento 5 Stelle Gaspare Antonio Marinello, formato da due articoli, contiene Disposizioni in materia di
riduzione dell’aliquota Iva sui profilattici maschili e femminili ed è attualmente in discussione sulla piattaforma Rousseau.
L’obiettivo è aumentare i livelli di prevenzione nel tentativo di far diminuire la percentuale di infezioni contratte (dalla clamidia all’Aids), che in Italia è molto alta, attraverso l’uso del condom con Iva agevolata al 10% rispetto all’attuale 22%. “Costo dell’iniziativa: 50 milioni di euro annui a partire dal 2019”. Secondo le ultime ricerche, tra le infezioni maggiormente diffuse ci sono “candida vaginale, clamidia, herpes genitale, Hiv e Aids, papilloma virus umano, trichomonas vaginalis, pediculosi del pube, sifilide”.
E i giovani tra 15 e i 24 anni rappresentano “la fascia di età molto più esposta allo sviluppo di queste patologie”.
Molti ragazzi, infatti, non hanno idea né di come prevenire l’infezione né tantomeno di quali tipi di contraccettivi possano permettere di vivere rapporti sessuali in maniera più serena.
“Le malattie e le infezioni sessualmente trasmissibili – avverte Marinello –
rappresentano ancora un’emergenza sanitaria, ma se ne parla, purtroppo, ancora troppo poco. L’uso del preservativo rappresenta l’unico metodo di prevenzione ma il prezzo in Italia continua ad essere molto elevato a causa anche dell’Iva al 22%”.
Si tratta, spiega l’esponente pentastellato, componente della commissione Sanità a Palazzo Madama, di “un ddl snello e deciso, una misura per i giovani che ormai si avvicinano sempre più precocemente alla sessualità”. L’Istituto superiore di Sanità, sottolinea Marinello, “ha specificato che gli agenti responsabili delle infezioni sessualmente trasmesse si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) per contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva)”.
Inoltre,
“si possono trasmettere attraverso il sangue (ad esempio, trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing) o con i trapianti di tessuto o di organi (Hiv, Hbv, Hcv, sifilide), ed infine, per passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento (come l’Hiv, il virus dell’epatite B e la gonorrea, clamidia)”.
Il parlamentare grillino snocciola altri dati: “secondo l’Oms, ogni anno a livello globale sono circa 357 milioni le nuove infezioni di cui 1 su 4 rappresentate da: clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi”. Un adolescente su 20 presenta “un’infezione batterica acquisita per via sessuale, e l’età in cui tali infezioni si presentano sta diventando sempre più bassa”.
In particolare, si legge nella sintesi di presentazione della proposta di legge, “si stima che più di 500 milioni di persone abbiano un’infezione genitale dovuta a virus herpes simplex, mentre oltre 290 milioni di donne hanno un’infezione da papilloma virus umano, una delle Ist più letali“. Marinello cita pure gli ultimi dati diffusi dal Censis sulle “conoscenze in materia di sessualità e rischi connessi nel mese di febbraio 2017”, dove emerge che il 43,5% dei giovani italiani tra i 12 e i 24 anni ha già avuto rapporti sessuali completi, mentre la quota sale al 79,2% tra i 22 24enni. E ancora: “l’età media al primo rapporto sessuale è di “16,4 anni, 17,1 anni è l’età media al primo rapporto completo”.
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Il “92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali completi dichiara di stare sempre attento per evitare gravidanze, ma una quota minore (il 74,5%) si protegge sempre per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale”.
La distinzione poi tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara tra i giovani: il 70,7%, infatti, usa il profilattico come strumento di prevenzione, ma il “17,6% dichiara di ricorrere alla pillola anticoncezionale, collocandola erroneamente tra gli strumenti di prevenzione piuttosto che tra i mezzi di contraccezione”.
Queste cifre, rappresentano, “in parte – si legge sempre nella relazione al testo – la diretta conseguenza della mancanza diqualsiasi forma di educazione alla sessualità nelle scuole, ed in particolare del tabù che continua a limitare l’uso del profilattico che rappresenta l’unico metodo per prevenire tutte le malattie a trasmissione sessuale”.
L’articolo 2 indica la copertura finanziaria della proposta, che ha un costo di 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019: questa cifra verrà trovata “mediante riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell’ambito del programma Fondi di riserva e speciali della missione Fondi da ripartire dello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze” per lo stesso anno.