Gli scienziati avrebbero trovato un modo non invasivo e molto efficace per prevedere il rischio dell’ictus, ossia il danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria, con conseguenze che possono essere la disabilità o la morte (oltre 7 milioni di vittime ogni anno). Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Heart, associata al British Medical Journal, è possibile predire il verificarsi di questo evento, utilizzando le foto dell’occhio umano: in particolare della retina, che si trova nella parte posteriore dell’occhio ed è costituita da un tessuto sensibile alla luce ricchissimo di piccoli vasi sanguigni.
L’impronta digitale dell’occhio e il rischio di ictus
Questa sorta di “impronta digitale” vascolare che caratterizza in modo caratteristico la retina di ciascuno di noi può fornire informazioni fondamentali sul rischio di ictus di una determinata persona, senza la necessità di ricorrere a test di laboratorio.
I metodi tradizionali per valutare il rischio di ictus
Normalmente i medici ricavano informazioni sul potenziale rischio di ictus di una persona attraverso valutazioni di laboratorio come i livelli di “colesterolo cattivo” e l’estensione della placca aterosclerotica sulle pareti delle arterie ed informandosi sullo stile di vita dei pazienti. I fattori di rischio dell’ictus, come per le patologie cardiovascolari in genere, sono infatti notoriamente legati a stile di vita scorretto, obesità, dieta con eccesso di grassi e zuccheri, sedentarietà, fumo, alcol e altre condizioni di salute, tra cui ipertensione e diabete.
Osservare la conformazione della retina per studiare il cervello
Il nuovo modo per valutare il rischio di ictus risiede nella somiglianza che intercorre fra l’intricata rete di vasi sanguigni della retina umana con quella del cervello: ecco perché studiando la conformazione dell’occhio è possibile valutare i possibili danni ai vasi sanguigni nel cervello.
L’analisi delle retine di 45.000 persone
Un team internazionale di oftalmologi, scienziati dell’occhio, ha analizzato le immagini delle retine di oltre 45.000 persone, membri della UK Biobank. Hanno utilizzato una tecnica di imaging specializzata, la fotografia del fondo oculare, per analizzare la qualità dei vasi sanguigni. Per la loro analisi gli scienziati hanno utilizzato un programma di apprendimento automatico denominato Retina-based Microvascular Health Assessment System.
La correlazione fra indicatori vascolari retinici e ictus
Analizzando le immagini delle retine, i ricercatori hanno identificato 118 possibili “impronte digitali” vascolari, relative alla densità, alla complessità di vene e arterie, alla torsione, agli angoli e allo spessore dei vasi sanguigni. Nell’arco di 12,5 anni, 749 partecipanti allo studio hanno avuto un ictus: si è trattato prevalentemente di persone anziane, maschi, fumatori, diabetici e sovrappeso, con pressione sanguigna alta e livelli più bassi di colesterolo HDL (“buono”). Dopo aver corretto i dati tenendo conto di questi noti fattori di rischio per l’ictus, gli scienziati hanno scoperto che 29 indicatori vascolari retinici misurabili erano correlate al rischio di avere un ictus per la prima volta.