Non c’è solo il mal di pancia da ritorno a scuola, tipico dei bambini. Anche gli adulti possono soffrire di problemi intestinali al rientro al lavoro: un disturbo molto più comune di quanto si immagini, con caratteristiche proprie. Ma può essere risolto, seguendo i consigli degli esperti gastroenterologi che mettono in guardia anche rispetto a un altro inconveniente tipico di settembre: il tentativo di perdere qualche chilo messo su in vacanza.

Mal di pancia dopo le vacanze

Disturbi digestivi come meteorismo e distensione addominale, ma anche digestione lenta, dolori addominali, stipsi, diarrea e reflusso gastro-esofageo sono fastidi che possono presentarsi al termine delle ferie estive, quando si tratta di tornare al lavoro. «L’intestino è un ecosistema che subisce scosse quando si cambiano abitudini alimentari, o si vivono situazioni di stress», spiegano gli specialisti della Commissione Nutrizione dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri (AIGO).

Lo stress fa soffrire l’intestino

«Tutto ciò influisce sull’equilibrio del microbiota, l’insieme di batteri che si trovano nell’intestino. Alimenti come pizza, pane e latticini freschi, soprattutto se consumati in abbondanza, come le bevande gasate, aumentano il meteorismo, mentre i pasti troppo abbondanti tipici delle vacanze condizionano la digestione», spiega Gloria Mumolo membro dell’AIGO e gastroenterologa presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.

Ma anche lo stress del rientro può ripercuotersi sulla nostra pancia. «Cervello e intestino infatti si influenzano vicendevolmente; ed è proprio qui che interviene il microbiota, il secondo organo che – dopo l’intestino – abita nella pancia» spiega Samanta Mazzocchi, gastroenterologa specializzata in fitoterapia e gastroenterologia integrata. «Attraverso gli ormoni, una condizione di stress emozionale altera la composizione del microbiota e, a sua volta, una condizione di infiammazione della parete intestinale altera l’attività cerebrale. In pratica gli ormoni dello stress rendono la barriera intestinale più permeabile ai ceppi patogeni presenti nella mucosa».

Cosa fare contro il mal di pancia da stress

Come si interviene per tornare a un equilibrio intestinale, specie se è dovuto a situazioni di stress? «Il primo consiglio è di rispettare l’orario abituale del pasto per mantenere stabili i valori glicemici. È importante anche evitare il carico di carboidrati: se il pasto ne contiene una porzione extra, sottrarne una quantità più o meno equivalente dalle altre portate (ad esempio pane o patate)». Attenzione, però, anche alla tentazione opposta, cioè saltare il pasto, «poiché questo destabilizza i valori glicemici e aumenta il senso di fame con il rischio di successivo overeating. In generale è bene iniziare con le verdure per ridurre il picco glicemico e indurre il senso di sazietà; mangiare lentamente (al cervello occorrono almeno 20 minuti per la consapevolezza della condizione di sazietà); evitare o almeno limitare l’assunzione di alcolici. Infine, un’attività fisica regolare riduce l’impatto degli abusi alimentari sull’aumento di peso e sul metabolismo».

Fino a 3 chili in una settimana: tanto si può prendere in vacanza

Proprio qualche chilo in più sono uno degli effetti frequenti delle vacanze. Secondo uno studio condotto dall’Università americana della Georgia, in una sola settimana di vacanza si possono prendere dai 500 grammi fino a 3 chili e mezzo di peso. Colpa di un’alimentazione meno equilibrata, che magari ha lasciato spazio ad aperitivi in compagnia, stuzzichini e piatti gustosi meno comuni nella routine del resto dell’anno. «Le cause dell’aumento di peso – spiega l’esperta AIGO – vanno ricercate principalmente nelle condotte alimentari qualitativamente e quantitativamente meno controllate, in particolare in occasioni sociali e conviviali».

Cosa fa ingrassare di più

«Gli studi – prosegue la gastroenterologa – dimostrano che durante le vacanze è frequente l’aumento del consumo di carboidrati, grassi saturi, cibi processati e ultra processati, e di alcol, insieme a una ridotta assunzione di fibre. I pasti sono inoltre più disordinati a causa di orari giornalieri meno strutturati e della frequente alterazione del ritmo sonno veglia. Gli effetti metabolici di uno stile di vita scorretto in periodi intermittenti, come durante le vacanze, sono stati oggetto di recenti studi americani condotti su giovani adulti. I risultati dimostrano che lo scarso controllo della dieta è associato ad una alterazione sia degli ormoni che regolano il metabolismo dei carboidrati che delle transaminasi». Come rimediare, dunque?

No alle diete immediate e fai-da-te

La tentazione sarebbe di mettersi a dieta, seguendo il proprio istinto e magari saltando qualche pasto. «Innanzitutto, occorre evitare le diete spontanee e autogestite saltando i pasti o imponendosi eccessive restrizioni caloriche: spesso sono inefficaci per la riduzione del peso e rischiose per la salute perché, essendo squilibrate, favoriscono i deficit nutrizionali – spiega ancora Mumolo- Inoltre, causando stress, sono destinate a essere interrotte rapidamente, di fatto facendo recuperare l’eccesso di peso».

Troppi cibi pronti

«Il regime alimentare da bandire del tutto è la dieta tipica del nord America, la “western diet”, ricca di alimenti processati e ultra processati, cioè contenenti molecole artificiali come conservanti, coloranti, additivi, emulsionanti. Questi prodotti sono da evitare in qualsiasi regime alimentare perché contengono livelli elevati di zuccheri aggiunti, farine raffinate e sodio. il fatto è che questo modo di mangiare, a base di cibi pronti, sta prendendo piede anche da noi, perché si cucina sempre meno in casa. E tutto ciò ha un effetto pro infiammatorio sull’apparato digerente», chiarisce l’esperta AIGO. In pratica alterando l’azione del microbiota, questa infiammazione contribuisce a ridurre la funzione di barriera mucosa e a favorire l’ingresso di microbi nella parete intestinale. «Altrettanto importante è limitare l’uso di alimenti ricchi di sale», aggiunge Mumolo.

Cosa mangiare per tornare in forma

«Una dieta sana è quella dotata di proprietà antinfiammatorie per la mucosa intestinale, basata sul consumo di cibi freschi ed è ricca di fibre derivate da frutta e verdura di stagione, di cereali integrali, legumi, semi e frutta secca. Senza dimenticare che è fondamentale un’abbondante idratazione, almeno 1.5 litri di acqua al giorno», conclude la gastroenterologa AIGO.