Manicure e pedicure: rischi degli smalti tossici
In Italia è ‘boom’ di manicure e pedicure, servizi che negli ultimi cinque anni ha registrato un aumento a doppia cifra del 46%. “Per gli italiani avere le mani curate è sinonimo di ordine, pulizia e per le donne di femminilità. Le unghie, in particolare, possono aumentare l’idea di bellezza delle mani. Smalti, smalti gel, semipermanenti sono tutti una serie di prodotti che vengono applicati direttamente sulle unghie per dare quel tocco in più. Ma occhio ai rischi dei prodotti fuorilegge”, avvertono gli esperti in occasione dell’11esimo convegno dell’Associazione italiana di dermatologia e cosmetologia (Aideco), in programma il 4 e 5 ottobre a Roma, che avrà al centro proprio il tema delle unghie e degli smalti.
Gli smalti permanenti e semipermanenti “se ben formulati e ben applicati non sono pericolosi, anche se un loro uso eccessivo o troppo prolungato può comunque danneggiare la lamina ungueale – spiega Leonardo Celleno, dermatologo e presidente di Aideco – Il mondo nails ha determinato la comparsa di numerosi prodotti, anche di recente sviluppo, che in pochi anni hanno ottenuto un enorme successo, soprattutto fra le giovani ragazze. Tutti questi prodotti però – sottolinea – possono essere considerati sicuri solo quando conformi alle normative vigenti e impiegati da personale professionista. Specialmente la ricostruzione delle unghie – osserva il presidente – dovrebbe essere praticata da persone qualificate del settore che, in base alla legge 4 gennaio 1990 n.1 che disciplina dell’attività di estetista, può e sa utilizzare questo tipo di prodotto quando destinato ad esclusivo uso professionale”.
“Diversi studi – aggiunge Celleno – riportano che il più importante rischio associato all’uso di questa tipologia di prodotto sembra essere l’allergia da contatto ad alcuni particolari ingredienti (ad esempio i composti acrilici, come l’Hema ed il Di-Hema), più frequentemente a livello delle unghie e della punta delle dita. Nel caso quindi di prurito, rossore, gonfiore o lesioni, è opportuno interrompere l’utilizzo di questi prodotti e rivolgersi ad un medico, meglio ad un dermatologo. L’applicazione ripetuta di smalti di scarsa qualità o male applicati – suggerisce ancora l’esperto – e anche l’uso di solventi irritanti possono provocare infine problemi all’integrità dell’unghia, oltre che indebolire e predisporre alla comparsa di macchie gialle o di striature sulla lamina ungueale. Nel lungo periodo l’unghia potrebbe risultare pertanto indebolita, meno compatta, e con una superficie meno liscia”.
Altro capitolo affrontato dagli esperti al congresso: i rischi dei raggi della lampada Uv per l’applicazione dello smalto e di quelli dei prodotti per rimuoverlo.
“L’esposizione agli ultravioletti dura un brevissimo periodo di tempo ed inoltre dovrebbe riguardare soltanto il gel posto sulla lamina ungueale che sotto l’azione dei raggi ultravioletti si fissa sull’unghia e si indurisce – ricorda Celleno – Sarebbe quindi buona cura evitare che la pelle intorno all’unghia subisca l’azione diretta dei raggi Uv. L’irradiazione infatti a lungo andare potrebbe causare quei danni ormai noti. D’altro canto come già riportato, la rimozione con prodotti solventi non ben formulati o male utilizzati espone l’unghia all’azione aggressiva dei solventi utilizzati. Sarebbe ad esempio buona norma risciacquare bene dopo il loro utilizzo, cosa che molti dimenticano di fare”.
Sulla dermatite allergica da contatto agli acrilati, sostanze presenti nei nuovi prodotti per unghie, il presidente dell’Aideco fa chiarezza: “Quando queste resine artificiali entrano in contatto con la pelle circostante dell’unghia – osserva l’esperto – è possibile che determinino l’insorgenza di una dermatite allergica da contatto. Spesso questa dermatite può insorgere non soltanto nella zona di applicazione, ma anche in un’altra sede cutanea dove la persona toccandosi può trasferire la presenza di queste sostanze”.
E ancora: esiste un problema per le donne in gravidanza o in allattamento, ovvero si possono usare smalti permanenti o semi-permanenti? “Bisogna tener presente che la lamina ungueale è una struttura praticamente impermeabile e quindi l’applicazione di questi prodotti di per sé non ne determina l’assorbimento – evidenzia Celleno – Fermo restando che in gravidanza l’attenzione deve essere massima, va considerato che un trattamento cosmetico, in generale e specialmente in questo caso, può determinare un assorbimento trascurabile. Ciononostante se si può evitare l’uso di queste pratiche per le unghie in gravidanza ed allattamento sarebbe preferibile”.
Infine, altro aspetto che sarà trattato dagli esperti è la cura dell’onicomicosi. “È necessario ricorrere a farmaci specifici perché una volta che si è instaurata l’infezione della lamina ungueale, è molto difficile raggiungere i microrganismi che l’hanno invasa – conclude Celleno – È però necessario farsi seguire da un medico specialista perché spesso la terapia delle onicomicosi è complessa e molto lunga”.