Conoscere le manovre salvavita e sapere cosa fare o evitare in situazioni di estrema emergenza può fare una grande differenza. Saperle applicare correttamente e stabilizzare la persona colpita da malore improvviso in attesa dell’arrivo dei soccorsi può aumentare significativamente le sue probabilità di sopravvivenza. È importante mantenere la calma, agire rapidamente e seguire le procedure corrette per garantire un soccorso efficace e sicuro. Ed è fondamentale che tutti, non solo i professionisti del settore sanitario, siano formati su queste tecniche per poter intervenire prontamente in caso di emergenza. Vediamo quali sono le principali manovre salvavita e le precauzioni da adottare a seconda dei casi…
Arresto cardiaco
L’arresto cardiaco è una condizione clinica d’emergenza, caratterizzata dall’improvvisa e inaspettata interruzione dell’attività cardiaca e dalla perdita di conoscenza e delle capacità respiratorie. «Se il cuore smette di battere occorre intervenire immediatamente, o con il massaggio cardiaco, o con l’applicazione del defibrillatore – spiega all’Ansa il professor Oriano Mecarelli, presidente della Fondazione Lice (Lega Italiana Contro l’Epilessia) -. Chi assiste all’evento, che spaventa molto, invece pensa subito a “disostruire” la bocca, come se questo fosse sufficiente a far riprendere del tutto il malcapitato». Su questo punto Mecarelli precisa: «L’opinione popolare è che la lingua in queste situazioni cada all’indietro, fino ad ostruire la trachea. Convinzione questa del tutto errata».
Che cosa fare
Se la persona non respira o il cuore non batte, è necessario intervenire immediatamente in attesa dei soccorsi. Se disponibile utilizzare un defibrillatore automatico esterno (DAE) seguendo le istruzioni vocali del dispositivo. In caso contrario occorre passare al massaggio cardiaco. Dopo aver rimosso eventuali vestiti che coprono il petto, posizionare le mani una sull’altra al centro del torace della persona e iniziare a comprimere con braccia dritte e perpendicolari al corpo della vittima con forza e velocità (circa 100-120 compressioni al minuto). Ogni 30 compressioni alternare due insufflazioni.
Cosa evitare
Non tentare di spostare la lingua della vittima. La lingua non può cadere all’indietro e bloccare le vie aeree come comunemente si crede. Non perdere tempo prezioso cercando di aprire la bocca della persona per disostruire le vie aeree se non c’è un corpo estraneo visibile.
Arresto respiratorio
La tecnica della respirazione bocca a bocca, o ventilazione artificiale, è utilizzata in situazioni di emergenza quando una persona non respira o ha una respirazione insufficiente. Sono molteplici i casi in cui è appropriato utilizzare questa tecnica: dall’arresto respiratorio all’annegamento, dal soffocamento (dopo aver rimosso l’ostruzione dalle vie aeree se la persona non riprende a respirare in autonomia) all’avvelenamento da fumo o gas.
Cosa fare
Posizionare la persona priva di conoscenza su una superficie piana, inclinarle la testa all’indietro e sollevarle il mento per aprire le vie aeree. Se non ci sono segni di respirazione, procedere con la respirazione bocca a bocca. Primo passo è quello di pinzare il naso della vittima per chiudere le narici, sigillarne la bocca con la propria e soffiare lentamente e costantemente nella bocca della persona per circa un secondo, osservando il torace che si solleva. Ripetere con una nuova insufflazione, quindi continuare con un ciclo di 30 compressioni toraciche e due respirazioni fino all’arrivo dei soccorsi.
Cosa evitare
Evitare di far sdraiare la persona in arresto respiratorio, ciò potrebbe peggiorarne la respirazione.
Soffocamento
In caso di soffocamento causato da un corpo estraneo che ostruisc completamente le vie aeree occorre eseguire la manovra di Heimlich. Ci sono segnali inequivocabili che richiedono l’intervento immediato: la persona colpita potrebbe tentare di tossire per liberare le vie ostruite e portare istintivamente le mani alla gola, cercando disperatamente di segnalare la difficoltà. Spesso la vittima manifesta segni di panico e agitazione, non riesce a parlare o emettere suoni e a causa della mancanza di ossigeno può assumere un colorito bluastro.
Cosa fare
In questi casi occorre posizionarsi dietro la persona, cingerla intorno alla vita, formare un pugno con una mano e posizionarlo tra lo sterno e l’ombelico, quindi afferrarlo con l’altra mano. Applicare una pressione rapida verso l’alto sotto il diaframma. «Questa manovra consiste nel comprimere il diaframma di persone coscienti, spingendolo verso l’alto, in modo da causare un colpo di tosse (determinato artificialmente dal violento aumento della pressione intratoracica) e la conseguente espulsione del corpo estraneo», spiega il prof Mecarelli.
Cosa evitare
Evitare la manovra di Heimlich su una persona che può tossire o respirare in autonomia, così come non esercitare pressione sulla gabbia toracica, che potrebbe causare fratture, e nemmeno colpire la vittima sulla schiena se è in piedi. Il rischio è infatti quello di spostare ulteriormente il corpo estraneo nelle vie aeree. Non proseguire infine con la manovra se la vittima perde conoscenza: in questo caso iniziare il massaggio cardiaco.
Crisi epilettica
I sintomi delle crisi epilettiche possono variare notevolmente a seconda della parte del cervello coinvolta. In caso di crisi parziali possono insorgere movimenti anomali, formicolio, difficoltà a parlare e disturbi sensitivi. In quelle generalizzate si associano alla perdita di coscienza contrazioni muscolari diffuse.
Cosa fare
È fondamentale assicurarsi che la persona vittima della crisi non si faccia male durante le convulsioni. È bene di conseguenza rimuovere gli oggetti pericolosi nelle vicinanze. Una volta terminate le convulsioni, posizionare la persona su un fianco per agevolare la respirazione.
Cosa evitare
Non cercare di immobilizzare la persona durante le convulsioni, tantomeno tentare di aprirgli la bocca o spostare la lingua. Ciò potrebbe causare lesioni sia alla persona che al soccorritore.