Tra gli effetti della menopausa di cui si parla poco c’è la secchezza vaginale. Un disturbo che interessa circa il 40% delle donne e che è dovuta al calo degli estrogeni. La carenza degli ormoni femminili comporta un cambiamento delle pareti vaginali che diventano più sottili, fragili e meno lubrificate. Inoltre, il pH vaginale aumenta, modificando la quantità e la qualità delle secrezioni vaginali.
Come si manifesta la secchezza vaginale? Essenzialmente con dolore durante i rapporti (dispareunia), ma anche con prurito, bruciore e irritazioni. Il pH meno acido, inoltre, apre la strada a possibili infezioni che coinvolgono non solo le parti intime, ma anche le vie urinarie. Subentrano così altri sintomi come urgenza di urinare, difficoltà o dolore durante la minzione (disuria). Tutto ciò nel lessico medico ha un nome: atrofia vulvovaginale.
Se si pensa che la menopausa inizia intorno a 50 anni e l’aspettativa di vita è aumentata, la post-menopausa accompagna la donna per circa 25-30 anni. Perché tollerare questi fastidi che impattano notevolmente sulla qualità di vita? Oggi le soluzioni arrivano dal microbiota vaginale, purché sia in equilibrio. Vediamo di cosa si tratta.
Il ruolo del microbiota
Il microbiota vaginale è l’insieme di microorganismi che abitano la vagina. Gli studi in materia hanno scoperto che la specie maggiormente presente in condizione di equilibrio è quella dei lattobacilli, in particolare Lactobacillus crispatus. Se il microbiota è disbiotico (non equilibrato), come spesso accade in menopausa, si verifica l’atrofia vaginale. Il motivo? Il calo degli estrogeni influenza la disponibilità del glicogeno nell’ambiente vaginale, cioè il cibo di cui si nutrono i lattobacilli, i quali quindi si riducono fortemente. È proprio questa riduzione che comporta l’atrofia vaginale tipica del periodo post-menopausale.
La buona notizia è che il microbiota si può riequilibrare con integratori specifici che ricolonizzano l’ambiente vaginale di quei lattobacilli essenziali al suo equilibrio. È il caso di Crispact®, integratore sotto forma di stick orosolubili, a base di L. crispatus che, gli ultimi studi hanno rilevato essere il principale “protettore” della vaginite atrofica. Gli stessi studi hanno evidenziato, infatti, che l’assenza di L. crispatus predispone maggiormente all’atrofia. Ciò vuol dire che il trattamento tramite lattobacilli specifici mira a curare le cause sottostanti anziché tamponare i sintomi (come accade per esempio con i lubrificanti che danno sollievo temporaneo). Un’altra nota da segnalare? Il fatto che i lattobacilli specifici regolano il pH vaginale, condizione indispensabile per non esporsi a infezioni.