Uno studio dell’Università di Roma La Sapienza sul miele ha dimostrato che alcune particolari qualità territoriali e botaniche sono in grado di contrastare efficacemente l’azione di batteri resistenti agli antibiotici.
Il team di ricercatori di Ingegneria Chimica, Materiali e Ambiente ha effettuato uno screening dei mieli italiani basato sul loro effetto su microrganismi di tipo Gram-negativo (Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Proteus mirabilis) e Gram-positivo (Enterococcus faecalis, Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis).
Questa rilevazione ha permesso di classificarli in: mieli privi di attività antimicrobica, mieli in grado di inibire la crescita microbica ma con attività battericida bassa o nulla, mieli con un’elevata attività battericida.
Test successivi hanno mostrato che i componenti di quest’ultima classe erano attivi anche nei confronti di batteri antibiotico-resistenti, come l’MRSA (S. aureus meticillino-resistente), l’MRSE (S. epidermidis meticillino-resistente) e ceppi resistenti all’oxacillina e alla vancomicina, la cui diffusione in Europa e nei Paesi industrializzati è in continuo aumento. Infine, combinando mieli di diversa varietà sono stati ottenuti preparati con attività battericida ad ampio spettro e in grado di interferire con i meccanismi con cui i batteri comunicano e coordinano il loro comportamento.
È emerso che i mieli di timo e di eucalipto agiscono come potenti battericidi. Questa proprietà è stata verificata anche per alcune varietà di mieli di arancio, di limone e di melata, la sostanza zuccherina prodotta dagli afidi e da altri piccoli insetti che si nutrono della linfa delle piante.
La ricerca della Sapienza ha individuato in alcuni mieli italiani le proprietà antimicrobiche già studiate sui mieli di Ulmo d’origine cilena e di Manuka proveniente dalla Nuovo Zelanda. I ricercatori inoltre hanno osservato che miscelando mieli di diversa origine botanica e/o provenienza è possibile potenziarne l’attività e ottenere preparati ad azione battericida.
Questi risultati forniscono nuove evidenze scientifiche sulle proprietà benefiche del miele e aprono interessanti prospettive di sviluppo per il suo utilizzo in applicazioni biomediche o come additivo per il controllo della proliferazione microbica in prodotti cosmetici o alimentari.
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