Più di due ragazzi su 10 sono miopi già a 15 anni. Gli adulti con questo problema di vista in Italia sono circa 15 milioni, ma i numeri sono destinati ad aumentare. Secondo gli esperti i motivi sono da ricercare nel tempo sempre maggiore che si trascorre al chiuso, con luce artificiale, e in quello passato davanti a schermi di computer e cellulari, che invece è cresciuto col passare degli anni. La conseguenza è che entro metà del 2050, secondo uno studio australiano pubblicato lo scorso anno sulla rivista Ophthalmology, metà della popolazione in tutto il mondo potrebbe essere miope. Contemporaneamente, però, aumentano anche le possibilità di fermare la progressione della miopia, sia con occhiali dalle lenti “speciali”, sia tramite apposite lenti a contatto.

Sempre più giovani con la miopia

«Attualmente si stima che sia miope circa un italiano su quattro, ma alcuni paesi nel mondo hanno raggiunto punte del 90% di miopi, soprattutto nella popolazione giovanile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto l’accento sul fenomeno poiché la miopia elevata è un costo per i bilanci sanitari, e non solo: con il progredire dell’età, il difetto più elevato può diventare degenerativo con implicazioni importanti», spiega Andrea Lembo, medico chirurgo specialista in Oculistica presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano. A preoccupare è l’incidenza tra i bambini: in Europa a 9 anni il 12% ha già bisogno degli occhiali, mentre a 15 anni si arriva al 18% e in età adulta al 24%.

Perché ci vediamo sempre meno?

«Questa boom di miopia non è legato solo a fattori ereditari, ma sembra strettamente correlato con l’aumento delle attività di lavoro da vicino. Sono numerosi gli studi in letteratura che correlano l’aumento del difetto con lo stile di vita: c’è una significativa associazione tra la miopia e l’utilizzo di devices elettronici, la lettura ravvicinata, mentre sembra avere effetto protettivo il tempo passato all’aperto, guardando l’orizzonte e praticando attività sportiva», spiega ancora Lembo, che ha moderato anche il recente Congresso della Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica. In questa occasione si è parlato anche dell’evoluzione dei materiali delle lenti, che possono aiutare a rallentare la progressione della miopia, in particolare con il defocus periferico.

Il defocus periferico per rallentare la miopia

Colliri specifici, ma anche lenti che portano a un certo tipo di “esercizio” per l’occhio, possono contribuire a rallentare la perdita di diottrie da lontano, come conferma il dottor Lembo: «Un primo alleato, come conferma la letteratura internazionale, è un collirio a base di atropina diluita da instillare tutte le sere durante gli anni dello sviluppo. Poi ci sono numerosi studi riguardo l’utilizzo di occhiali a defocus periferico, che sono dotati di lenti uguali a quelli di un normale occhiale da vista, ma il cui trattamento con invisibili micro segmenti periferici stimola l’occhio diversamente su un piano ottico. In poche parole, l’occhio “si illude” di essere cresciuto abbastanza per mettere a fuoco le immagini, ed è stimolato a non crescere più, restando meno miope», spiega l’oculista.

Le lenti a contatto “alleate della vista”

Anche alcune lenti a contatto “speciali”, però, possono essere alleate contro l’aumento della miopia. Si tratta di lenti giornaliere morbide che sfruttano lo stesso meccanismo del defocus e che, «con un’adeguata formazione, anche i bambini in età scolare possono utilizzare. Possono rallentare il peggioramento della miopia, unendo la comodità di poter essere portate anche nelle attività all’aria aperta», conferma Lembo.

Per chi sono adatte le lenti a defocus

«Sono indicate per le miopie di tipo assiale, la cui caratteristica è un occhio più lungo del normale. È uno dei problemi visivi più diffusi e riguarda sempre più spesso bambini ed adolescenti, nei quali si assiste spesso a una progressione molto veloce della miopia. È per questo che sono i candidati principali all’uso di queste lenti a contatto. Se da un lato le lenti a contatto per il controllo della progressione miopica hanno dimostrato efficacia in una fascia di età compresa tra 8 e 18 anni, è importante sapere che proprio nei bambini la progressione è più veloce e quindi più importante cominciare tempestivamente il trattamento», chiarisce David Pietroni, Ottico e Optometrista, Senior Professional Affairs Manager di CooperVision Italia.

Come scegliere tra occhiali e lenti “speciali”

Ma come si sceglie tra le possibili soluzioni (collirio, occhiali o lenti)? A chi occorre rivolgersi per capire cosa è più adatto? «Una prima valutazione va fatta da un oculista pediatra, che durante la visita ricorra alla cicloplegia (la dilatazione delle pupille con colliri specifici). Il medico specialista stabilisce qual è il giusto valore di miopia, senza assecondare troppo il desiderio del giovane paziente o la richiesta soggettiva di una lente più forte. Infine, è importante creare una buona rete di collaborazione con l’ottico esperto nell’utilizzo di questi devices. Il gioco di squadra è sempre l’arma vincente e il supporto tra più professionisti fa il bene del paziente», spiega l’oculista.

Come usare le lenti e quanto costano

Va chiarito che, trattandosi di prodotti particolari, anche il costo è superiore a quello di un normale collirio o di lenti tradizionali per occhiali o a contatto. Il collirio, infatti, viene preparato come prodotto galenico da farmacie specializzate e dietro prescrizione dell’oculista per lo specifico paziente, quindi non si trovano in commercio in formato standard nei banchi delle farmacie. Anche gli occhiali e le lenti a defocus, per via del trattamento particolare con cui sono realizzati, si trovano sul mercato a prezzi differenti: «Il costo di queste lenti a contatto è di poco superiore a quello delle tradizionali lenti monouso – spiega Petroni, che però aggiunge: «Essendo un dispositivo medico possono essere detraibili proprio come gli occhiali».