Nonostante la pandemia di Covid sia ormai terminata, il coronavirus continua a fare paura. Adesso a preoccupare è il Mip-C, una malattia nuova, ma collegata proprio al Sars-Cov2. Secondo quanto scoperto da un team di ricercatori della California University e dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, colpirebbe chi ha già avuto il Covid e potrebbe persino essere mortale.
Cos’è il Mip-C
Come spiegato dagli esperti nello studio, pubblicato sulla rivista eBioMedicine del gruppo Lancet, il Mip-C è una nuova malattia, nata sulla scia di una patologia di natura autoimmune già nota come MDA-5. Proprio come quest’ultima, sarebbe causata da anticorpi che, una volta incontrato il coronavirus o altri virus a RNA, reagirebbero in modo spropositato arrivando a causare sintomi come danni alla pelle, ai muscoli e anche ai polmoni, fino a sviluppare una polmonite interstiziale potenzialmente mortale.
Cosa hanno scoperto i ricercatori
Lo studio ha unito le informazioni dei ricercatori americani e inglesi, che stavano analizzando casi anomali di una sindrome registrata su pazienti inglesi che avevano avuto il Covid. Ne sono stati presi in considerazione 60, in 25 dei quali l’infezione da coronavirus aveva portato a una polmonite interstiziale che aveva lasciato cicatrici letali. Il decesso era stato attribuito all’effetto di una cosiddetta “dermatomiosite anti-MDA5 positiva”, una malattia autoimmune in risposta a certi virus. A colpire, però, è stata la particolarità di questa forma, per «tasso di progressione e numero di morti», come spiegato dagli esperti, che hanno chiamato la sindrome Mip-C, sigla che indica l’autoimmunità MDA5 e polmonite interstiziale contemporanea con Covid.
Cosa c’entra il Covid
Per completare la ricerca ci si è avvalsi del Boolean Network Explorer-BoNE per analizzare i big data in poco tempo e capire se la nuova malattia possa aver interessato anche pazienti al di fuori del Regno Unito. Spiega Matteo Bassetti, direttore dell’Unità di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova: «Questa possibilità esiste, ma va chiarito che anche la portata della notizia va ridimensionata altrimenti si rischia di creare un allarmismo ingiustificato. Intanto va detto che si tratta certamente di una malattia grave e potenzialmente letale, ma il Covid non c’entra, o meglio: non è la causa, ma solo una “miccia”».
Il coronavirus è solo una “miccia”
«In termini medici in questi casi si parla di “trigger”, di scintilla o miccia, che può “accendere” alcune situazioni, quindi concorrere a causare alcune malattie, ma nello specifico la causa dei decessi non è stato il Covid in modo diretto. Che il virus Sars-cov2 potesse avere un effetto simile su questa e altre malattie era già noto, ma attenzione: i ricercatori hanno indagato il legame con il Covid, ma essendo il Mip-C una malattia autoimmune avrebbe potuto essere stata causata anche da altri fattori. Insomma, l’attivazione è stata resa possibile dalla reazione del sistema immunitario al Covid, non dal Covid in sé», sottolinea Bassetti.
Non è Long Covid
Il rischio di andare incontro al Mip-C per chiunque abbia avuto il Covid, anche in forma lieve, è dunque da escludere: «La nuova sindrome fa parte delle forme di dermatomiosite anti-MDA5 positiva, che non deve essere confusa con il Long Covid. Occorre stare attenti a ciò che si comunica: la scoperta dei ricercatori è sicuramente importante, ma va inquadrata correttamente e soprattutto non va ingigantita. Io stesso ne sono venuto a conoscenza dalla stampa “laica”, non da quella specialistica. È frutto di uno studio su soli 60 pazienti, 8 dei quali deceduti per Mip-C. Si tratta di una ricerca utile, ma che va circoscritta, altrimenti rischiamo che chiunque abbia sintomi compatibili tema di essersi ammalato di Mip-C», ribadisce l’infettivologo.
C’è da preoccuparsi?
Bassetti insiste: «Ripeto, non c’è da preoccuparsi senza motivo. I soggetti in questione avevano una fibrosi polmonare caratterizzata dalla presenza di una specifica cellula prodotta dal nostro sistema immunitario, con una potenziale correlazione con il virus Sars-Cov2 come fattore scatenante. Ma non è il Sars-Cov2 che dà la fibrosi: chi aveva la malattia aveva anche il Sars-Cov2. La patologia non è stata causata dal Covid, ma casomai da una reazione al Covid», spiega l’infettivologo. Il fatto che il Mip-C possa interessare altri pazienti al di fuori del Regno Unito, come ipotizzato dai ricercatori inglesi, è possibile, ma non deve rappresentare un allarme ingiustificato: «La ricerca fa nuova luce sul Covid, ma magari prima della pandemia a causare la stessa patologia potevano essere il virus influenzale o altri batteri», conclude Bassetti.