Le persone ansiose hanno il doppio delle probabilità di sviluppare il morbo di Parkinson. Lo sostiene una ricerca dell’University College London. Secondo gli autori dello studio, la loro scoperta, che riguarda chi inizia a soffrire di ansia dopo i 50 anni, potrebbe aiutare a migliorare la diagnosi di questa insidiosa malattia che ha colpito, tra gli altri, Michael J. Fox, il protagonista del film cult Ritorno al futuro.
Che cosa è il morbo di Parkinson
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce oltre 8,5 milioni di persone in tutto il mondo. È caratterizzata da una serie di sintomi, tra cui problemi di equilibrio, movimenti involontari, un tremore caratteristico, perdita dell’olfatto, disturbi del sonno e deterioramento cognitivo. Questi sintomi, purtroppo, peggiorano gradualmente nel tempo.
“L’ansia è nota per essere una caratteristica delle prime fasi della malattia di Parkinson”, ha spiegato uno degli autori dello studio, Juan Bazo Avarez, in un comunicato, “prima del nostro studio, però, il rischio prospettico di Parkinson nelle persone che sviluppano ansia dopo i 50 anni era sconosciuto”.
Come si è svolto lo studio
Nel loro studio, pubblicato sul British Journal of General Practice, gli scienziati specificano di avere utilizzato i dati delle cure primarie del Regno Unito tra il 2008 e il 2018 per valutare la frequenza dei sintomi del Parkinson tra 109.435 adulti che avevano sviluppato ansia dopo i 50 anni. Hanno poi confrontato questi dati con 878.256 controlli su malati che non soffrivano di ansia.
Dopo avere controllato le differenze di età, sesso, background socioeconomico, fattori di stile di vita, malattie mentali, traumi cranici e demenza, i ricercatori hanno scoperto che coloro che avevano sviluppato ansia dopo i 50 anni avevano il doppio delle probabilità di sviluppare il Parkinson.
Anche sintomi come depressione, bassa pressione sanguigna, tremore, rigidità, compromissione dell’equilibrio, stitichezza, disturbi del sonno e affaticamento sono stati associati a un aumento del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson.
Morbo di Parkinson: verso la diagnosi precoce
“Comprendendo che l’ansia e le caratteristiche menzionate sono collegate a un rischio più elevato di sviluppare il morbo di Parkinson dopo i 50 anni, speriamo di poter essere in grado di rilevare la condizione prima e aiutare così i pazienti a ottenere il trattamento di cui hanno bisogno“, ha spiegato Avarez.
Anche Anette Schrag, professoressa presso il Queen Square Institute of Neurology dell’UCL e coautrice dello studio, sostiene che la comprensione di queste associazioni potrebbe aiutare nella diagnosi precoce e nel trattamento della patologia.
“L’ansia non è così ben studiata come altri indicatori precoci della malattia di Parkinson”, ha detto, “ulteriori ricerche dovrebbero esplorare come l’insorgenza precoce dell’ansia sia correlata ad altri sintomi precoci e alla progressione sottostante del Parkinson nelle sue fasi iniziali. Questo potrebbe portare a un migliore trattamento della condizione nelle sue prime fasi“.