Nervi saldi, portafogli aperto. Le persone stabili da un punto di vista emotivo, a sorpresa, sono quelle che maggiormente perdono il controllo delle loro finanze e si lasciano andare a spese durante le vacanze. Una rivincita per i nevrotici che invece risultano meno inclini agli sperperi festivi. A dimostrarlo è una nuova ricerca che si è concentrata sulla ricorrenza più sentita dell’anno: il Natale. Tempo di reunion fra le famiglie, e di affari per i commercianti che in questo periodo accumulano entrate fino al 20% del totale annuo.
Per lo studio pubblicato sulla rivista Social Psychological and Personality Science gli autori hanno scelto un titolo evocativo: “Chi sono gli Scrooge?”, si chiedono Sara Weston (Northwestern University, Usa), Joe Gladstone (University College London, Regno Unito) e colleghi, richiamando il taccagno protagonista del racconto Canto di Natale di Charles Dickens. La loro tesi è che la personalità sia predittiva dei comportamenti di spesa durante le vacanze.
Sulla base dei risultati del lavoro, condotto aggregando oltre 2 milioni di transazioni individuali da 2.133 conti bancari dei partecipanti, Ebenezer Scrooge ha i tratti di una persona nervosa e con una soglia di stress più bassa (maggiore nevroticismo).
“Sappiamo da un po’ che la personalità è legata a quelli che chiamiamo risultati ampi: quanti soldi si guadagnano, quanto si è felici, quanto a lungo si vive – osserva Weston – ma sappiamo meno sul perché la personalità è legata a queste cose”.
Lo studio ha dimostrato, nel dettaglio, che i tratti della personalità sono legati a comportamenti di spesa più specifici, che a loro volta influenzano i risultati generali, come gli obiettivi finanziari a lungo termine. Per l’analisi, i ricercatori hanno confrontato la relazione tra i Big Five, i cinque tratti fondamentali della personalità (apertura all’esperienza, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo), e la spesa nel periodo natalizio.
Risultato: il premio per i più spendaccioni va a chi è più stabile da un punto di vista emotivo e all’altro opposto si trovano i soggetti ad alto tasso di nevrosi, in buona compagnia con chi ha interessi artistici e un’immaginazione più attiva. Le persone meno aperte invece si collocano nell’altra squadra, quella di chi spende di più, insieme ai più coscienziosi.
Risultato: il premio per i più spendaccioni va a chi è più stabile da un punto di vista emotivo e all’altro opposto si trovano i soggetti ad alto tasso di nevrosi, in buona compagnia con chi ha interessi artistici e un’immaginazione più attiva. Le persone meno aperte invece si collocano nell’altra squadra, quella di chi spende di più, insieme ai più coscienziosi.
Gli scienziati precisano che la personalità è solo una piccola parte del comportamento del consumatore. Ci sono numerosa influenze a livello di singolo acquisto, dalla dimensione della famiglia al reddito e molti altri fattori. Tuttavia la ricerca, evidenziano gli autori, fornisce una road map su come combinare le informazioni su larga scala con la personalità, evidenziando come questo può fornire una visione d’insieme delle abitudini dei consumatori. “Fornendo misure oggettive sia di spesa annuale che di ferie, i dati consentono uno studio veramente ecologico della relazione tra i tratti della personalità e il comportamento del consumatore”, conclude Gladstone.