Sta per tornare l’ora solare: l’ultimo fine settimana di ottobre, come da tradizione, la lancetta si sposterà un’ora indietro. Un cambio che produce qualche scombussolamento al nostro fisico: scopriamo quali sono i disturbi legati al cambio dell’ora e come affrontarli.
Cambio dell’ora solare
Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre bisognerà spostare le lancette indietro di un’ora. Ma è ancora utile cambiare orario due volte all’anno? Il dibattito è più vivo che mai in un momento di grande crisi economica e soprattutto energetica. L’ora legale, infatti, permetterebbe di risparmiare di più sui consumi. Senza contare, poi, tutti i disturbi e i malesseri legati al cambio dell’ora.
Cambio dell’ora solare: conviene?
Secondo molti esperti, l’ora legale fa risparmiare sui consumi. Da qui un appello della Società italiana di medicina ambientale. «Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio», spiega il presidente SIMA, Alessandro Miani.
A questo indubbio vantaggio economico, sottolineano gli esperti della SIMA, si deve aggiungere il minor impatto ambientale: consumando meno energia, si immettono in atmosfera circa 200 mila tonnellate di Co2 in meno. Sempre secondo le stime, si potrebbe arrivare a risparmiare qualcosa come oltre 190 milioni di euro in un anno. Da qui l’appello dei medici ambientali, con Miani che ricorda anche che «già dal 2018 il Parlamento Europeo ha approvato con l’84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o legale». Cosa potrebbe accadere, quindi, a breve? E perché l’Italia ha posizioni differenti sull’ora solare/legale rispetto ai Paesi del nord Europa?
Posizioni diverse in Europa
Tra luglio e agosto 2018, era stata avanzata la proposta di abolire il meccanismo di spostamento dell’ora che è in vigore due volte all’anno ormai da tempo. Un apposito referendum, a cui avevano risposto poco meno di 5 milioni di cittadini (per lo più dei paesi del Nord Europa) l’84% si era detto favorevole a cancellare questo sistema.
Ma cosa è successo nel frattempo? In realtà quasi nulla. Al momento l’ora legale non è “andata in soffitta” e quindi l’ora solare tornerà in vigore a fine ottobre. Almeno in Italia. Il fatto che non si sia ancora deciso indica una grande frattura all’interno dell’Ue, tanto che il Parlamento UE nel frattempo ha deciso che ogni Stato potrà decidere se adottare il doppio sistema dell’ora solare/legale, oppure se mantenerne uno fisso, come hanno intenzione di fare i paesi nordici. Il risultato sarà di dover cambiare il fuso orario viaggiando da Milano o Roma a Oslo o Stoccolma, o anche da e per Parigi, dal momento che la Francia, dopo un dibattito presso l’Assemblea Nazionale (il loro Parlamento), ha deliberato per il bando del cambio orario.
Chi non vuole il cambio orario
La battaglia contro il passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa, due volte all’anno, risale a diverso tempo fa ed è condotta soprattutto dai paesi del Nord Europa, quelli che traggono meno vantaggio dall’adozione dell’ora legale (quando si guadagna un’ora in più di luce, dalla primavera all’autunno). Un sistema che permette, infatti, di risparmiare corrente elettrica e di “allungare” le giornate, con beneficio per il turismo, maggiore sicurezza stradale, vantaggi per i settori del trasporto e delle comunicazioni, e per la salute, come indicato dalla Direttiva Europea 200/84CE, che prevede appunto l’entrata in vigore dell’ora legale dalla fine di marzo di ogni anno. Ora, però, è possibile che i Paesi che non vorranno più l’ora legale smettano di spostare le lancette. Contraria alla libertà di scelta e favorevole invece al doppio orario, è l’Italia.
La posizione dell’Italia
Il nostro Paese si è schierato, insieme ad alcuni altri del bacino Mediterraneo come Spagna e Grecia, a favore del sistema attuale, perché permette molti più vantaggi nello sfruttamento delle giornate e un minor dispendio energetico: spostare in avanti di un’ora le lancette nel periodo estivo, quando il sole sorge alle 4.30 e tramonta alle 20, permette infatti di avere luce dalle 5.30 fino alle 21, allungando di fatto il periodo a disposizione per attività all’aria aperta, nei locali, a vantaggio quindi del turismo e anche del benessere generale. Consente, poi, di ridurre in consumi di energia elettrica in una fascia oraria in cui la gente è sveglia, come dalle 20 alle 21. Al momento, comunque, nessun Paese dell’Unione ha legiferato in merito e il dibattito sul cambio dell’ora resta aperto.
Cambio dell’ora: cosa provoca
Più volte i medici hanno sottolineato gli scompensi che il cambio di orario ogni sei mesi provocherebbe sulle persone, in particolare sui bambini. Dalla difficoltà ad addormentarsi, ai disturbi del sonno veri e propri, a una maggiore fatica nella concentrazione e più irritazione. Ma davvero un’ora influisce così tanto? «Se si fa tardi alla sera una volta ogni tanto, come al sabato, non succede nulla di grave: si può facilmente recuperare il giorno dopo o si accuserà un po’ più di sonno o mal di testa. Nel caso del passaggio da ora solare a ora legale e viceversa, invece, è il ritmo quotidiano che viene alterato. Si tratta di un fatto eccezionale, che porta a un cambio nell’organismo non di un giorno o due, ma per sei mesi. Dopo questo lasso di tempo, poi, tutto va ri-regolato un’altra volta» spiega Italo Farnetani, professore ordinario all’Università Ludes di Malta.
Cambio dell’ora: i disagi
Come accennavamo, il ritorno all’ora solare comporta una serie di conseguenze. In primis, si perde un’ora di luce al giorno: farà buio in anticipo rispetto a come ci eravamo abituati in primavera ed estate. Le giornate, quindi, saranno più corte. L’ora solare, poi, può provocare numerosi disturbi sulla salute: c’è chi, a causa del passaggio di orario, si sente maggiormente stanco, oltre che più stressato. Gli effetti del cambio dell’ora possono durare solo per il giorno successivo, ma anche per alcune settimane. Inoltre, la reintroduzione dell’ora solare può avere effetti negativi anche sull’umore.
Chi soffre di più per il cambio dell’ora?
Il ritorno all’ora solare non ha gli stessi effetti per tutti. «Ne soffrono di più le persone metodiche, molto ancorate ai propri ritmi, e le cosiddette allodole, cioè i mattinieri» dice Manfredini «Un’ora in meno di luce alla sera li fa crollare prima. I “gufi”, invece, si adatteranno più facilmente perché vivono bene di notte», spiega Roberto Manfredini, professore di Medicina all’Università di Ferrara, esperto di cronobiologia. Per questo è importante conoscere il proprio cronotipo: le allodole dovranno fare più attenzione al ritorno all’ora solare. «Consiglio di prepararsi gradualmente, anticipando già un paio di giorni prima l’orario in cui ci si corica e quello in cui ci si sveglia, in modo da attutire lo stress del cambio improvviso» dice il medico.
Quanto tempo ci vuole per abituarsi?
Come per ogni cambiamento, ogni persona reagisce in maniera diversa. Alcuni impiegano soltanto un giorno per abituarsi al cambio dell’ora, recuperando i giusti ritmi senza troppi scombussolamenti. Altri, al contrario, ci mettono fino a tre settimane per adattarsi alla nuova condizione, trascinandosi i disturbi legati al cambio dell’ora per giorni.
Cambio dell’ora: i disturbi del sonno
Secondo la ricerca Morfeo, che ha coinvolto diversi centri specializzati nei disturbi del sonno, “il 40% degli italiani resta desto nell’arco della notte, tormentato da risvegli frequenti, sonno leggero, difficoltà di addormentamento, insonnia o sveglia anticipata. Con un rischio aumentato, a fine settimana, dal prossimo cambio dell’ora che altera il generale metabolismo, compreso quello neuro-endocrino e, dunque, la produzione di due ormoni – le melatonina e la serotonina – che contribuiscono a regolare e favorire il buon risposo”, spiega Carla Lertola, medico chirurgo specialista in Scienze dell’Alimentazione e Dietetica.
“Qualunque sia il tormento, gambe senza riposo, apnee notturne o una delle 60 specie dei disturbi del sonno, va adeguatamente affrontato – suggerisce l’esperta – con cure specialistiche nelle forme più importanti e con una adeguata prevenzione e assunzione di stili di vita corretti, talvolta risolutivi, nelle forme più lievi. Dormire un buon sonno migliora la qualità psico-fisica: mantiene alto il rendimento a scuola o al lavoro, rende vigile la concentrazione e l’attenzione, allena il buon umore, aumenta la voglia di socialità. Tutte potenzialità messe Ko da un sonno bizzoso che, invece, fa svegliare già stanchi, ma alcuni trucchi smart possono abbassare sensibilmente il rischio di una notte insonne o travagliata”.
Come superare i disturbi del sonno
“La serotonina – aggiunge Lertola – è un neuromediatore che regola il tono dell’umore e favorisce il sonno non-Rem. Per immagazzinare gli effetti migliori indotti da questo ormone, occorre consumare cibi ricchi di triptofano, un aminoacido essenziale per la qualità del sonno e la cui azione può essere potenziata anche da carboidrati complessi preferibilmente integrali che aumentano la biodisponibilità del triptofano attraverso lo stimolo dell’insulina. Inoltre – prosegue – si può trarre giovamento da alcune vitamine del gruppo B, in particolare B1 e B6 e da alcun sali minerali, come potassio, magnesio, calcio e selenio che rilassano il sistema neuromuscolare”.
Si può aiutare il riposo notturno anche con una alimentazione selezionata. “Soprattutto di sera è bene mettere nel piatto semi di soia, semi di sesamo e di girasole, patate, banane, riso, cereali integrali, verdure a foglia verde, noci e mandorle – ricorda l’esperta – E poi ancora legumi, carni bianche e pesce, latte e derivati, crostacei: un mix di alimenti della dieta mediterranea che solleticano il palato e fanno calare più facilmente le palpebre all’ora opportuna. Sono out, invece i cibi che richiedono lunga masticazione, con un effetto chewing-gum, tipo carni rosse ricche di connettivo e molto fibrose, come le fiorentine e pesci della famiglia dei cefalopodi, tra cui seppie, calamari, polipi”.
Cambio dell’ora: come affrontare il malessere
Per prima cosa bisogna ricordare che il disagio del passaggio dall’ora legale a quella solare viene assorbito velocemente dal nostro corpo, sempre pronto a metabolizzare in fretta le nuove abitudini. Se il problema è legato soprattutto alla mancanza di luce che i primi giorni di Novembre si farà sentire, si può ricorrere a qualche rimedio fitoterapico, chiedendo in erboristeria una miscela a base di erbe tirano su l’umore ed evitano una micro “depressione” stagionale.
Rimedi contro la depressione stagionale
Fra queste le più indicate sono: l’iperico, la grossonia e la rodiola (ma consigliamo sempre di consultare il medico prima di assumerle). Anche un semplice quadretto di cioccolato – che contiene gli “ormoni del piacere” in grado di stimolare la nostra positività, può giovare alla causa. Se il problema è di tipo emotivo – la sensazione di oppressione, la certezza dell’arrivo dell’inverno, la malinconia – si può tentare con qualche rimedio gioioso: da un pasto a base di deliziosi comfort food a un gesto che ci rallegra: accendere il cammino, camminare fra le foglie, fare un po’ di shopping.
Riequilibrare il ciclo del sonno
Per contrastare i disturbi del sonno può essere utile un ciclo di melatonina – molto efficace per mantenere regolari i ritmi sonno-veglia. In generale sarebbe bene spostare pian piano l’ora in cui si va a dormire, per cui se si era per esempio abituate a coricarsi alle 23 ora legale, è meglio per i primi tempi andare a letto alle 22 massimo 22 e 30 dell’ora solare, per far abituare l’organismo.
Gli orari dei pasti
Stessa cosa vale per l’orario a cui si mangia. Se si avverte fame alla solita ora, inutile protrarre troppo l’attesa: si rischia solo di arrivare ai pasti più affamati e irritati. Cerchiamo di arrivare gradualmente a mangiare all’orario nuovo.
Fare esercizio al mattino
«Gli effetti ormonali del cambio dell’ora sono attenuati dall’attività fisica aerobica: corsa, nuoto, ciclismo, passeggiate sono un potente equalizzatore dei ritmi e rendono più elastici ai cambiamenti» spiega lo psichiatra Michele Cucchi. «Il momento ideale per fare moto? Al mattino presto, sfruttando le prime ore di luce. Sarà un toccasana per superare gli effetti dei malesseri stagionali».