L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da una riduzione della massa ossea a cui si associa un’alterazione della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell’osso e del rischio di frattura. Oggi rappresenta un importante problema di salute pubblica, legato soprattutto al progressivo invecchiamento della popolazione.
I dati
In Italia circa 5 milioni di persone soffrono di osteoporosi, poco più dell’80% sono donne, con una prevalenza del 30% nella popolazione di entrambi i sessi sopra i 50 anni (fonte Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco).
Nonostante ciò, solo 1 persona su 5 affetta da osteoporosi è curata in modo adeguato e circa l’80% dei pazienti con frattura femorale o vertebrale, causata dalla fragilità ossea non riceve né una diagnosi corretta né un adeguato trattamento farmacologico.
«In realtà, la maggior parte delle donne italiane, con età compresa tra i 50 e i 79 anni, non è consapevole di essere a rischio di osteoporosi» dichiara la dott.ssa Giuseppina Resmini, Responsabile del Centro per lo Studio dell’Osteoporosi e delle Malattie Metaboliche dell’Osso, ASST Bergamo Ovest e membro del board di “Stop alle Fratture”*. Per questo motivo, la rete detiene una quota di responsabilità nel diffondere informazioni corrette sulla salute delle nostra ossa.
Oggi si rischia di sottovalutare la possibilità di avere le ossa fragili «e di incorrere in fratture gravi con conseguenze sulla mobilità e salute generale: ciò può ritardare la visita con uno specialista delle malattie metaboliche dell’osso in uno dei centri specializzati per il trattamento dell’oteoporosi in tutta Italia».
Chi viene colpito da osteoporosi
– Donne in post-menopausa, anche precoce (circa il 30%).
– Uomini di tutte le età (nel 50% dei casi è un’osteoporosi secondaria ad altra malattia o all’assunzione di determinati farmaci).
– Soggetti anziani di entrambi i sessi.
– Bambini in età infantile/adolescenziale: si tratta di una manifestazione rara, anche se esistono condizioni patologiche congenite o acquisite predisponenti a fragilità scheletrica destinate a peggiorare con la crescita, come ad esempio l’osteogenosi imperfetta).
«Va precisato che l’osteoporosi non è una conseguenza fisiologica dell’invecchiamento – continua la dottoressa Resmini – in questo modo si sottovalutano altri fattori di rischio, come ad esempio la familiarità o precedenti fratture da fragilità ossea. Anche la menopausa precoce (prima dei 45 anni) è un fattore da prendere in considerazione».
Sintomi
Generalmente l’osteoporosi è una patologia silente, nel senso che non presenta alcun sintomo particolare.
Alcuni segnali che possono far pensare a una ridotta densità ossea sono: una postura incurvata, un calo di statura (per effetto dello schiacciamento di una o più vertebre) e, da ultimo, le tipiche fratture da fragilità ossea, cioè in seguito a incidenti e cadute minime. Queste fratture riguardano di solito: cedimenti delle vertebre, rotture del collo del femore, del polso e dell’omero. In alcuni casi le fratture da osteoporosi possono verificarsi anche per un minimo sforzo, come, ad esempio, il sollevare la borsa della spesa o addirittura spontaneamente senza alcun trauma.
«Spesso il primo campanello d’allarme dell’osteoporosi è una frattura vertebrale, che viene confusa con il solito mal di schiena, mentre, in realtà, non è altro che l’inizio della cosiddetta “cascata fratturativa”. Il 20% dei pazienti, infatti, riporta una seconda frattura vertebrale entro i primi 12 mesi raddoppiando anche il rischio di frattura del femore» dichiara il dott. Alfredo Nardi ortopedico e membro del board “Stop alle Fratture”.
Dolori e doloretti vari su tutto il corpo non sono indice di osteoporosi, come erroneamente si può pensare.
Diagnosi
Effettuare diagnosi di osteoporosi è abbastanza semplice: la metodica migliore, non invasiva né pericolosa, si basa sulla densitometria ossea, un esame detto MOC (acronimo di mineralometria ossea computerizzata), che permette di studiare la densità dell’osso. Quando questa è al di sotto del valore 2,5, siamo di fronte all’osteoporosi. Questo esame andrebbe effettuato al momento della menopausa, poiché il calo degli estrogeni indebolisce il tessuto osseo.
Sarebbe meglio farsi controllare, inoltre, se si fa parte dei casi con fattori di rischio, uomini compresi, dato l’osteoporosi non è una malattia solo femminile. Ci riferiamo a casi di: storia familiare di osteoporosi, fumo eccessivo, celiachia, assunzione di farmaci che riducono la densità ossea (ad esempio anticonvulsivanti, anticoagulanti, glucocorticoidi) e patologie predisponenti (tra cui: diabete di tipo 1, malassorbimento, celiachia).
Per maggiori informazioni, è bene chiedere al proprio medico. E se si ha più di 65 anni di età, si suggerisce di ripetere la MOC ogni 2-3 anni.
Prevenzione
Inizia da giovani, poiché mira a rafforzare le ossa e a renderle appunto dense di massa ossea. Le misure preventive sono:
– Assicurarsi un adeguato apporto di calcio attraverso l’assunzione di latte e latticini.
«Negli ultimi anni è iniziata una campagna di disinformazione sul latte volta a convincere le persone come questo alimento sia pericoloso o inutile. In realtà, se non in presenza di intolleranza al lattosio, il latte è un alimento raccomandato che garantisce la necessaria assunzione di calcio ed aiuta a mantenere le ossa in salute – spiega la dottoressa Silvia Migliaccio, specialista di Endocrinologia e Malattie Metaboliche presso l’Università Foro Italico di Roma e membro del board “Stop alle Fratture” – Il calcio, inoltre, non è contenuto nella parte grassa del latte, ma lo si trova disciolto nell’acqua. È quindi possibile assumere calcio anche da latte parzialmente scremato o totalmente scremato, riducendo notevolmente l’assunzione di grassi e il rischio di aumentare il colesterolo».
– Assicurarsi un raggiungimento di livelli adeguati di vitamina D, ricordando che l’esposizione al sole estivo da solo non basta.
«La vitamina D – spiega ancora Silvia Migliaccio – è l’unica vitamina sintetizzabile autonomamente dal corpo attraverso l’esposizione solare e, solo in minima parte, con l’alimentazione. Oggi, si stima che almeno il 70% della popolazione sia in carenza di vitamina D, con una prevalenza nelle donne. Proprio l’ipovitaminosi D si associa a un malassorbimento di calcio e, pertanto, a un impoverimento progressivo di questo minerale dal nostro scheletro. Per questo motivo, soprattutto in chi ha l’osteoporosi ed è carente di vitamina D non deve mai sospendere l’integrazione, nemmeno in estate».
– Svolgere una regolare attività fisica: l’inattività fisica protratta a lungo comporta un aumento del riassorbimento osseo, poiché nelle ossa entrano in gioco cellule che riducono la massa ossea.
Cura
L’osteoporosi si cura con farmaci specifici che mirano a rallentare la perdita di densità ossea e a stimolarne di nuova. Spetta al medico la somministrazione della terapia farmacologica, adeguata caso per caso. Ci si può rivolgere agli specialisti in ortopedia, medicina interna e in malattie metaboliche dell’osso oppure dirgersi presso uno dei centri specializzati per il trattamento dell’oteoporosi in tutta Italia.
*La campagna “Stop Alle Fratture” è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alla popolazione sopra i 50 anni di età per informare sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica. L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), la SIR (Società Italiana di Reumatologia), l’ORTOMED (Società Italiana di Ortopedia e Medicina) e il GISOOS (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) e il GISMO (Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo).