La Sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo molto diffuso e conosciuto ma di difficile diagnosi, e su cui gravano ancora parecchi tabu. «La Sindrome dell’ovaio policistico colpisce tra l’8 e il 13% delle donne in età riproduttiva ed è uno dei disordini riproduttivi più comuni». A spiegarlo è la dottoressa Daniela Galliano, specialista in Ostetricia, Ginecologia e Medicina della Riproduzione, responsabile del centro PMA IVI di Roma. Purtroppo però, come spesso accade, le notizie che arrivano a noi donne su questo tipo di disturbo, sono frammentarie e spesso errate: sebbene infatti questa sindrome sia molto conosciuta, la sua diagnosi crea ancora molti dubbi. Ecco perché, insieme all’esperta, abbiamo deciso di fare il punto sulle conseguenze che questa notizia può avere sulle donne, per aiutarle a conoscersi meglio e a prendersi cura della propria salute.
Sindrome da ovaio policistico: cos’è
Spesso si sente parlare di ovaio policistico e subito la mente va verso la peggiore delle ipotesi. Questo è il primo mito da sfatare: una donna con sindrome dell’ovaio policistico non ha un tumore alle ovaie. Il nome SOP, infatti, deriva dalla sua descrizione di quasi cento anni fa ed è legato alla comparsa nelle ovaie di follicoli multipli di dimensioni leggermente più grandi del solito. Ma non si tratta di cisti, né tantomeno di tumori.
Sindrome da ovaio policistico: sintomi
«I sintomi della SOP possono variare da donna a donna ma è bene fare attenzione ad alcuni segnali . Innanzitutto le alterazioni del ciclo mestruale: le donne con sindrome dell’ovaio policistico hanno molto spesso cicli mestruali irregolari, che durano più di 35 giorni e che si manifestano con oligomenorrea (lunghi periodi senza mestruazioni) oppure, nel 40% dei casi, con amenorrea (assenza di mestruazioni). Un altro sintomo è l’aumento della peluria, soprattutto sul volto in zone come labbra, mento o guance, oppure sul corpo in aree come glutei, petto, addome. Anche l’aumento del peso corporeo e la difficoltà nel dimagrire possono essere segnali che è bene non sottovalutare», chiarisce la dottoressa Galliano.
La Sindrome da ovaio policistico è una malattia metabolica
Un altro “mito” da sfatare è quello per cui questa diagnosi abbia la sua origine nelle ovaie. «È una malattia metabolica che colpisce anche le ovaie attraverso la mancanza di ovulazione e, di conseguenza, può causare infertilità. Ma la sua origine è un’alterazione globale del metabolismo, con un ruolo molto importante nell’eccessiva produzione di insulina», spiega ancora la specialista, che sottolinea anche le differenze tra ovaio policistico, micropolicistico e multifollicolare.
«La sindrome dell’ovaio policistico è anche detta sindrome dell’ovaio micropolicistico, che si differenzia dall’ovaio multifollicolare per condizioni cliniche distinte. Nell’ovaio multifollicolare, a differenza dell’ovaio policistico, è presente un numero inferiore di follicoli, ma di dimensioni maggiori e sparse in tutto l’ovaio. Inoltre, a differenza dell’ovaio policistico, la donna non è interessata da complicanze come disturbi metabolici, cardiovascolari, disturbi del sonno, sbalzi d’umore e un maggior rischio di sterilità».
Le terapie per la Sindrome da ovaio policistico
La pillola anticoncezionale è largamente usata dai ginecologi, ma non è certo l’unico trattamento per la sindrome dell’ovaio policistico. Lo specialista infatti può consigliare terapie volte a contrastare gli effetti clinici degli squilibri ormonali, ma anche «una dieta funzionale a basso indice insulinico perché l’aumento di peso e la difficoltà a ridurlo sono alcuni dei sintomi che caratterizzano questa patologia», sottolinea ancora la dottoressa Galliano.
«È importante essere pienamente consapevoli del nostro corpo e “intervenire” attuando un corretto stile di vita, partendo proprio dalla cura dell’alimentazione e da un esercizio fisico costante. Ma non sottovalutate anche i possibili disagi emotivi della patologia, sintomi come, ad esempio, la difficoltà nel concepimento».
Le cure per l’infertilità causata dalla Sindrome da ovaio policistico
Una delle conseguenze di questa diagnosi è, infatti, proprio l’infertilità. Questo però non significa che si è sterili. Semplicemente, le donne con Sindrome da ovaio policistico possono avere difficoltà a restare incinta per anovulazione. «Le pazienti che soffrono di questa patologia possono impiegare più tempo nella ricerca della gravidanza a causa dell’assenza di ovulazione: potrebbe essere necessario ricorrere ad un trattamento di riproduzione assistita come l’inseminazione artificiale o la fecondazione in vitro, a seconda del caso», conclude la dottoressa.