Papilloma virus: rivedi la diretta Facebook del 4 marzo
Qui puoi rivedere la diretta del 4 marzo, la data scelta per celebrare la Giornata Internazionale contro l’Hpv. Con la nostra giornalista Barbara Rachetti, la dottoressa Monica Calcagni risponde alle domande sul papilloma virus arrivate in diretta, insieme a Petra Loreggian, speaker radiofonica e presentatrice, ambassador per LILT.
4 marzo, Giornata Internazionale contro l’Hpv
Il Papilloma virus si trasmette solo per via sessuale? È vero che provoca tumori di diverso tipo, oltre a quello del collo dell’utero? Come si può evitare il contagio? Il preservativo è utile per proteggersi? La vaccinazione è indicata solo per ragazze e ragazzi adolescenti? Tante le domande arrivate durante la nostra diretta Facebook in collaborazione con LILT del 4 marzo, la data scelta per celebrare la Giornata Internazionale contro l’Hpv, indetta proprio per parlare di questo virus e spiegare come ridurne l’impatto attraverso lo screening e la vaccinazione.
Il Papilloma virus è molto comune
Partiamo subito da un’informazione fondamentale: il Papilloma virus è molto comune, la maggior parte delle persone lo prende almeno una volta nella vita anche se nel 90 per cento dei casi regredisce spontaneamente nel giro di due anni. Si tratta di un virus che può presentarsi in più di 200 modi diversi e che può essere infettivo, ma non necessariamente cancerogeno. Questo non significa sottovalutarne la pericolosità, perché tra i tipi di Hpv ce ne sono una dozzina a rischio oncogeno. E in Italia ogni anno sono 2.400 i nuovi casi di tumore alla cervice uterina. Ne parliamo con la dottoressa Monica Calcagni, specialista in ostetricia e ginecologia e divulgatrice scientifica, che risponde anche alle domande arrivate durante la diretta Facebook, che per motivi di tempo non siamo riuscite a evadere.
Cos’è esattamente il Papilloma virus?
«È un virus a DNA, cioè infetta direttamente il corpo ma integrando il suo DNA in quello della cellula ospite: lo trascrive e dà così alla cellula l’input di trasformarsi in tumore. Cosa che non sempre accade perché questo virus nella maggior parte dei casi provoca un’infezione molto comune, che moltissime persone non sanno neanche di avere e che in tanti casi non si manifesta neppure. Oppure compare attraverso le verruche o i condilomi che non diventano tumori».
Cosa c’entrano le verruche col Papilloma virus?
«Anche le verruche sono una manifestazione del virus, in particolare dei ceppi meno pericolosi. In molte persone infatti il virus può causare la crescita incontrollata di alcune cellule della cute e delle mucose, portando alla formazione proprio di verruche, papillomi o condilomi genitali».
Quali tumori può provocare il Papilloma virus?
«È la causa principale di quello al collo dell’utero ma anche di alcuni tumori anali, che colpiscono il tratto orofaringeo (soprattutto nell’uomo) e il pene. A livello di questi organi, infatti, il virus si trova a proprio agio e si può replicare trasformando le cellule in tumore. Ci vogliono molti anni ed è un evento molto raro, ma accade».
Come si trasmette l’Hpv?
«Nella maggior parte dei casi per via sessuale ma non solo in seguito a un rapporto completo. L’uso del preservativo infatti riduce ma non azzera il rischio di infezione. Il virus si può contrarre anche attraverso il contatto con la cute e con le mucose e si può trovare in bocca. Oppure si può prendere in piscina o in palestra, sedendosi dove è stato qualcuno infetto».
Come ci si accorge di avere l’Hpv?
«Si può essere portatori sani senza neanche saperlo e senza sviluppare lesioni. L’unico modo per scoprirlo è il test per Hpv, un piccolo prelievo di materiale dal collo dell’utero nelle donne o dal pene negli uomini, che viene poi mandato in laboratorio. Se il risultato è positivo, non significa che l’infezione si trasformerà in un tumore ma che bisogna tenersi sotto controllo ed eseguire il Pap test, cioè l’esame per capire meglio il tipo di lesione».
Quando si fa il test Hpv?
«L’ideale è farlo sopra i 35 anni visto che in giovane età – cioè sotto i 30 – i casi di positività sono molti e la maggior parte guarisce spontaneamente senza fare danni. Dopo i 35, invece, se si è positivi è più probabile che si tratti di lesioni persistenti e in questo modo si riescono a tenere sotto controllo le pazienti, a partire dal Pap test».
E il vaccino quando è indicato?
«Per tutti, ragazze e ragazzi, donne e uomini, a qualsiasi età: se si è positivi, rinforza il sistema immunitario, se invece non si hanno ancora avuto rapporti o non si ha mai contratto il virus, protegge dal contagio».
Ha senso vaccinarsi visto che esistono più di 200 ceppi di Hpv?
«Sì, il vaccino oggi disponibile copre nove ceppi ma è molto reattivo anche sugli altri, perché i virus hanno tutti catene molto simili».
Il vaccino serve anche alle coppie omosessuali?
Assolutamente sì perché il virus si contrae attraverso rapporti orali, anali e genitali.
Il preservativo basta per proteggersi?
No perché il virus è presente anche nelle mucose, però riduce la possibilità di contagio.
Sono soggetto a episodi di dermatite seborroica, è utile fare il test anche a 60 anni?
Sì, anche se è difficile contrarre l’Hpv a 60 anni se non si è contratto da giovani.
Anche una 50 enne può fare il vaccino?
Sì perché non c’è limite d’età, e può farlo anche se positiva all’Hpv test.
Come si fa l’HPV test nell’uomo?
Si fa con un tampone nel pene, attraverso l’uretra.
Cosa si deve fare in coppia se uno/a è positivo?
Ci si vaccina entrambi e si possono avere rapporti liberi.
Fino a che età si può fare il vaccino?
Non ci sono limiti di età.
A che età è bene fare il pap test?
Sopra i 25 anni, ogni tre anni. Le donne che hanno avuto rapporti precocemente possono iniziare prima.
Sono stata vaccinata a 14 anni, credo con il trivalente. Ha senso vaccinarmi di nuovo?
Sì, si può fare una sola dose di richiamo di nonavalente.
Come si trattano eventuali lesioni?
Il trattamento è diverso e può andare dalla semplice osservazione alla bruciatura fino alla conizzazione, cioè l’asportazione di un pezzo del collo dell’utero.
Cosa fare se si è entrambi positivi ?
Ci si vaccina, si possono avere rapporti liberi e ci si controlla entrambi con Hpv test.
Il virus può ricomparire?
Sì perché è un herpes virus e si può quindi ripresentare.
Aver contratto il virus all’interno della coppia, vuol dire che uno dei due ha tradito?
No perché si può incontrare il virus anche 15 anni prima dell’attuale partner ma poi sviluppare la patologia in un secondo momento, quando si abbassano le difese immunitarie.
Quanto incide il microbioma vaginale?
Incide perché è in grado di ridurre le difese dell’ambiente vaginale.
Ha senso fare il vaccino se si è già contratto il virus?
Sì anzi è il primo step che viene consigliato.
Ha senso vaccinarsi se si ha una relazione stabile?
Sì perché si può contrarre anche in palestra o piscina o con lo scambio di asciugamani, quindi non solo con i rapporti sessuali.
Prima di fare il vaccino bisogna fare il test HPV?
Non occorre perché possono essere vacicnate anche le persone positive.
Con il Pap test si esclude il tumore al collo dell’utero, ma per gli altri tipi di tumore che esami si possono fare?
Per il cancro ovarico e dell’utero quindi dell’endometrio si deve fare un’ecografia transvaginale.
Sono positiva da tre anni. Mi sto astenendo dal baciare e dai rapporti. Faccio bene?
Non occorre. Puoi fare una vita normale purché tu sia vaccinata e fai vaccinare i partner. Nel frattempo usa il preservativo anche se abbiamo visto che non protegge al cento per cento.
Esiste anche un Hpv orale?
Sì ma è molto meno frequente, quindi trasmetterlo baciandosi non è così comune.
Fare prevenzione con LILT: il progetto per le scuole
Vaccinarsi contro il Papilloma virus umano vuol dire sconfiggere tutti i tumori correlati all’HPV. Un traguardo che LILT Milano Monza Brianza (legatumori.mi.it) promuove da molti anni nelle scuole con il progetto 50 Sfumature di Prevenzione di cui è capofila, coinvolgendo studenti, insegnanti e, ora, anche i genitori. L’impegno è reso possibile grazie al Programma 5 per mille finanziato da LILT Nazionale, con l’aiuto di una rete di associazioni LILT provinciali che entrano ogni giorno nelle scuole italiane per promuovere salute e benessere. «Riteniamo la scuola un contesto strategico e prezioso per parlare di salute – spiega Francesco Schittulli, presidente di LILT Nazionale -, tanto più se il tema è complesso e delicato come quello della sessualità in età giovanile e delle eventuali patologie connesse. L’educazione a una sessualità responsabile ha un grande valore per la salute ed è nostro dovere trasmetterla senza tabù». La nuova sfida di LILT è di sensibilizzare anche quei genitori che sono ancora scettici sul vaccino. La nuova edizione del progetto mira a superare la loro resistenza attraverso informazione corretta e consapevolezza sui rischi del virus, non solo per le donne, sconfiggendo fake news e stereotipi. Per informazioni è possibile rivolgersi alle associazioni LILT del territorio aderenti all’iniziativa: Ascoli Piceno, Bergamo, Brescia, Catanzaro, Firenze, Genova, Lecco, Milano, Monza e Brianza, Napoli, Oristano, Palermo, Sassari.
Contenuto realizzato con la collaborazione di LILT