Tipiche dell’età fertile, le perdite vaginali hanno caratteristiche diverse a seconda della fase del ciclo mestruale. Variano, infatti, nel colore, nella consistenza e nella quantità. Inoltre, si distinguono in perdite fisiologiche, cioè del tutto normali, e anomale. Queste ultime devono indurre un consultazione ginecologica. Passiamo in rassegna tutti i tipi, per vedere quando sono normali e quando invece sono la spia di un’infezione in corso.
Tipologie di perdite vaginali
La secrezione vaginale fisiologica è dovuta a normali cambiamenti nei livelli degli ormoni estrogeni durante l’età. Non si presentano nell’infanzia né nella menopausa se non in condizioni patologiche. Durante l’ovulazione, i livelli sono alti e stimolano la cervice a produrre secrezioni: una parte di queste possono essere secrete dalla vagina. Ecco spiegata l’origine delle perdite vaginali. Quando sono normali? In linea generale quando non sono associate a sintomi fastidiosi come prurito, bruciore, arrossamenti, irritazioni, dolore, cattivo odore (odore di pesce).
Ecco un elenco delle perdite vaginali fisiologiche:
- Perdite biancastre, lattescenti: sono più frequenti dalla pubertà in poi. In medicina vengono definite leucorrea fisiologica dell’adolescente e indicano che gli ormoni estrogeni sono attivi. Durante i primi cicli mestruali, possono essere molto abbondanti perché in queste fasi il corpo sta assestando i propri livelli ormonali. Con il passare degli anni, si regolarizzano, diventando meno abbondanti.
- Perdite trasparenti, filamentose, a chiara d’uovo: compaiono a metà ciclo e indicano l’ovulazione, quindi sono tipiche dei giorni fertili.
- Perdite bianche: sono normalissime anche queste, la differenza è che alcune donne possono riscontrarle “meno trasparenti” di altre. Se le secrezioni sono fluide e gelatinose sono indicano che si è nei giorni fertili. Se invece sono più dense e compatte, sono tipiche dei giorni immediatamente precedenti al flusso mestruale, ma non tutte le donne le hanno in questa fase.
- Perdite rosa: se compaiono poco prima del ciclo, possono indicare un lieve sbalzo ormonale. A volte possono manifestarsi dopo un rapporto sessuale, in seguito a una penetrazione intensa o a una scarsa lubrificazione vaginale: se il fenomeno è isolato non c’è da preoccuparsi.
- Perdite marroni o marroncine: di solito compaiono pochi giorni dopo il flusso mestruale abbondante. Il colore scuro è dovuto al fatto che l’emoglobina dei globuli rossi si ossida poiché le perdite fuoriescono lentamente.
Come cambiano le perdite durante il mese
Come abbiamo visto, una secrezione vaginale normale di solito non ha odore, è bianca lattiginosa oppure fluida e trasparente. Nell’età fertile, la quantità e l’aspetto possono variare durante il ciclo mestruale. Ad esempio, a metà ciclo quando viene rilasciato l’ovulo (ovulazione), il muco prodotto dalla cervice è più abbondante e più fluido.
Il muco vaginale non viene secreto dalla vagina, che è priva di ghiandole secretorie, ma dalla cervice uterina (il collo dell’utero). L’espressione più corretta è infatti “muco cervicale”. In condizioni fisiologiche, questa sostanza gelatinosa è costituita da acqua, sali minerali, proteine ed enzimi. Ha la funzione di impedire il passaggio di batteri dalla vagina all’utero, e di facilitare il passaggio degli spermatozoi, al fine del concepimento.
Quando l’ovulazione è lontana, infatti, il muco cervicale forma un vero e proprio tappo che chiude il collo dell’utero. Nei giorni fertili la consistenza del muco diventa più fluida, permettendo agli spermatozoi di passare e dirigersi verso l’ovulo per fecondarlo.
Perdite vaginali: quando non sono normali
Le perdite vaginali sono considerate patologiche quando da bianche e trasparenti variano nel colore, assumendo una colorazione giallognola, verdastra o grigia. Quando diventano maleodoranti (odore di pesce), e si associano a bruciori, irritazioni, pruriti, arrossamenti e altri fastidi. Di solito sono indice di un’infezione o di un’alterazione dell’ecosistema vaginale (anche la vagina ha una microflora batterica “buona”). A destare sospetti è anche la variazione della consistenza delle perdite, che da omogenea diventa grumosa, schiumogena o più densa del solito.
Ecco un elenco delle perdite vaginali indice di una possibile patologia a carico dei genitali:
- Perdite giallastre: possono indicare una vaginite, spesso causata da batteri intestinali (come l’Escherichia coli), per via della vicinanza tra la vagina e l’intestino. Le cause sono imputabili alla stitichezza persistente o alla sindrome del colon irritabile: l’infiammazione cronica delle pareti intestinali agevola il passaggio di germi fecali che possono infettare la vagina e la vescica (da qui ha origine anche la cistite).
- Perdite bianche, dense, grumose, a ricotta: possono indicare un’infezione micotica, come quella da Candida;
- Perdite bianco-grigiastre, omogenee più o meno abbondanti: possono indicare una vaginosi batterica, cioè un’alterazione del ph vaginale, che rende l’ecosistema vaginale più suscettibile a varie infezioni.
- Perdite verdastre, schiumogene: possono indicare un’infezione da un parassita, come il Trichomonas vaginalis.
- Piccole perdite di sangue al di fuori del ciclo: è noto come spotting (dall’inglese “to spot“, macchiare), e può essere dovuto a irregolare sfaldamento dell’endometrio. A volte compare durante l’assunzione della pillola contraccettiva, fatto che deve essere sempre rivolto all’attenzione del ginecologo (quest’ultimo potrebbe valutare la prescrizione di un’altra pillola).
- Perdite rosate, rosse o scure: se a metà ciclo o fuori dal flusso mestruale vero e proprio devono essere considerate con attenzione dal medico, per indagarne la causa.
Quando rivolgersi al medico
La consultazione del ginecologo è vivamente consigliata quando le perdite vaginali cambiano nell’aspetto, nell’odore e nella consistenza da un giorno all’altro (vedi elenco precedente). Oppure quando si presentano nell’infanzia o in menopausa.
In base all’anamnesi e alla visita, il medico saprà valutare quale terapia prescrivere: a volte è necessario eseguire un tampone vaginale per individuare l’agente patogeno responsabile.
È importante sottolineare che le secrezioni vaginali alterate non passano da sole, anche quando non associate a sintomi fastidiosi come bruciori, rossori e irritazioni varie. Non sempre sono necessari farmaci, ma può essere sufficiente il cambio del detergente intimo, che il medico saprà consigliare in base al pH vaginale.
È sconsigliato il fai-da-te attraverso pomate, lavande o ovuli generici perché potrebbero cronicizzare il problema, occultando la vera origine della secrezione anomala.
Tuttavia, se le tue perdite vaginali bianche – quindi normali – ti creano disagio, perché troppo abbondanti (al punto da dover ricorrere a cambi frequenti) puoi chiedere ugualmente un parere al tuo ginecologo. Saprà rassicurarti ed eventualmente consigliarti qualche piccolo cambiamento nel tuo stile di vita!