Sangue del cordone ombelicale in italia
Con 150 banche in tutto il mondo, 600 mila donazioni disponibili, 35 mila trapianti effettuati le cellule staminali cordonali rappresentano sempre più un'arma preziosa, e oggi sono utilizzate per trattare oltre 80 diverse malattie come leucemie, anemie, talassemia e linfomi. Ma in Italia oltre il 95% dei cordoni viene gettato come un rifiuto speciale, sprecando un prezioso materiale biologico dalle enormi potenzialità terapeutiche. Informare sulla natura delle terapie con le cellule staminali e sull'importanza della conservazione del sangue cordonale è l'obiettivo della Giornata mondiale del cordone ombelicale, che si celebra il 15 novembre con la mobilitazione delle più importanti società ed enti pubblici e privati che si confronteranno per presentare i traguardi raggiunti in oltre 50 iniziative accademiche.
"La divulgazione scientifica e culturale – afferma Renata Zbiec, general manager di Gruppo Famicord in Italia (banca privata per la conservazione di cellule staminali del sangue e del tessuto cordonale), partner europeo della Giornata – è la parte essenziale della missione di questa ricorrenza: usare il sangue cordonale non è più fantascienza o solo speranza".
Inoltre – aggiunge – sono entusiasmanti le evidenze nell'ambito della medicina rigenerativa: le staminali cordonali si rivelano infatti importanti per potenziali trattamenti nelle lesioni del midollo spinale, nella paralisi cerebrale, nel'autismo, nel diabete di tipo 1".
Il momento del parto è l'unica occasione in cui è possibile prelevare le staminali in modo semplice e non invasivo né per la mamma né per il nascituro. Attualmente le cellule possono essere conservate in una banca privata oppure possono essere donate in una banca pubblica, per dare la possibilità di cura alle persone che necessitano del trapianto: è stato dimostrato che il sangue del cordone ombelicale può essere conservato per più di 20 anni senza perdere la sua capacità proliferativa.
Alla luce di questi dati e delle più recenti conquiste scientifiche, la Giornata del 15 novembre – riferisce una nota – vuole essere un appuntamento attraverso il quale rendere noto al pubblico i possibili utilizzi in ambito terapeutico, informando in modo imparziale i genitori in attesa, e sensibilizzare gli operatori sanitari sulle applicazioni attuali e le recenti evidenze scientifiche che la ricerca a livello mondiale ha fatto emergere.
Lo smog arriva nella placenta
Sono passati 30 anni dal primo trapianto con le cellule staminali cordonali: nel 1988 Matthew Farrow affetto da anemia di Fanconi fu curato, all'età di 5 anni, grazie al sangue cordonale prelevato dalla sorella che dalla diagnosi prenatale era risultata non affetta dalla malattia. Matthew è completamente guarito, gode tutt'ora di ottima salute ed è tra i principali promotori e sostenitori dell'utilizzo del sangue cordonale. In questo lungo periodo la comunità scientifica e gli enti operatori del settore hanno portato avanti i loro programmi e sono riusciti a ottenere grandi traguardi. Ma non basta. Le potenzialità delle cellule staminali del sangue cordonale nelle nuove applicazioni in ambito neurologico, ortopedico oculistico hanno bisogno di una divulgazione a livello globale: così il World Cord Blood Day intende farsi promotore di una sostanziale rivoluzione culturale sul tema, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica.