L’OMS e il centro europeo di controllo e di prevenzione delle malattie hanno appena lanciato il loro appello a praticare sesso sicuro. Già, perché i dati sulle malattie sessualmente trasmissibili sono preoccupanti.
Sesso sicuro: l’aumento dei contagi di Mst
Lo scorso anno si sono registrati solo nell’Unione europea 300 mila nuovi casi di Mst, questa la sigla, con un aumento soprattutto per la clamidia, la gonorrea e la sifilide. Una vera e propria epidemia globale, come ha dichiarato l’Oms, che, se includiamo anche l’Hiv, il virus dell’AIDS, e quelli che provocano le epatiti, causa oltre due milioni di morti all’anno. «L’estate è il momento più a rischio, quello con i picchi maggiori, per via dei tanti incontri occasionali» dice Rita Bellagamba, medico infettivologo di INMI Lazzaro Spallanzani di Roma e vicepresidente Anlaids Lazio. «Ma chi ha avuto un rapporto non protetto, e quindi a rischio, spesso per vergogna non ne parla col medico, con pericoli per se stesso e per gli altri. Perché, lo diciamo subito, il rischio di trasmettere inconsapevolmente la malattia è elevato». La clamidia ad esempio è causata da un batterio che può “lavorare” silenziosamente per anni e provocare in un caso su dieci infertilità. Quanto alla sifilide può determinare, tra gli altri guai, perfino danni al sistema nervoso. Per non parlare dell’infezione da virus dell’Hiv: a tutt’oggi, nonostante i progressi della ricerca, si tiene sotto controllo, ma non si debella.
Dottoressa Bellagamba, ma è giustificato anche in Italia l’appello lanciato dalle autorità sanitarie?
«Lo è, eccome, ed è rivolto a tutti ma in particolare ai giovani. Che non utilizzano il profilattico, ce ne accorgiamo durante gli incontri informativi nelle scuole. Non ha idea di quante volte mi sono sentita rispondere dalle ragazzine: “Io prendo la pillola contraccettiva e quindi non servono altri metodi”. Questa frase riassume la scarsa conoscenza che oggi c’è sulle Mst ed è drammatico se si pensa che in due casi su tre i contagi riguardano gli under 20. Il mancato uso del condom non è l’unica questione aperta. Anche chi usa il preservativo, in tanti casi, lo fa in modo scorretto».
Le regole del sesso sicuro
Vuole riassumere per chi ci sta leggendo le regole per un uso a prova di Mst?
«Sfatiamo innanzitutto un luogo comune ancora diffuso: non è necessario che il rapporto sessuale sia completo, cioè con la penetrazione, per contrarre un’infezione sessuale. Gli agenti patogeni responsabili, che a seconda della malattia possono essere virus, batteri o protozoi, si possono trasmettere anche attraverso i rapporti anali, orali e in generale per contatto con i liquidi organici infetti. Saliva compresa in alcuni casi, se nel cavo orale di chi ha l’infezione ci sono delle microlesioni, o per contatto cutaneo nell’area genitale non protetta dal condom. Per questo, il profilattico va indossato fin dall’inizio, dai preliminari»
Questo vale anche per l’infezione da HIV?
«Certo, l’utilizzo del profilattico fin dai preliminari è uno scudo protettivo nei confronti di chi ha già l’infezione ma non lo sa. Il virus HIV si trasmette attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, sperma, sangue) e le mucose. Poi il discorso cambia. In caso di malattia già diagnosticata e di coppia stabile viene il momento in cui il profilattico non è più necessario. Ma succede quando il virus è domato perché si è raggiunta la soppressione virale grazie alla terapia antiretrovirale».
Sesso sicuro over 50
È vero che il rischio di Mst è minore tra le over 50?
«Con il calo fisiologico degli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, si assiste a un cambiamento nell’ecosistema della vagina e del cavo orale, con atrofia delle mucose e un aumento della secchezza. Questo rende la donna in menopausa meno esposta al rischio di contagio. L’unica eccezione è il papilloma, un altro virus che può rimanere silenzioso per decenni. E che può riattivarsi, con un incremento del rischio di condilomi genitali oppure di lesioni precancerose della cervice uterina. Per questo lo screening è fondamentale e viene proposto fino ai 64 anni di età, con il test HPV ogni cinque anni in caso di esito negativo e il Pap test biennale. Col trascorrere degli anni, invece, il rischio non cambia per gli uomini. In caso di rapporti occasionali devono dunque utilizzare il preservativo fin dai preliminari».
I campanelli d’allarme
Quali sono i campanelli di allarme di una possibile infezione?
«Possono esserci secrezioni anomale vaginali o anali, a volte maleodoranti, dolore pelvico, prurito, sanguinamento dopo i rapporti sessuali. Non sottovalutate nemmeno una faringite apparsa da poco e che non si risolve, la comparsa di linfonodi ingrossati, nodulini o di qualsiasi tipo di lesione nelle zone intime o nel cavo orale. Purtroppo va tenuto presente che i sintomi per alcune malattie, come la sifilide, si possono manifestare anche a distanza di oltre un mese dal contagio, o addirittura non comparire proprio. Per questo i test sono così importanti. Usiamoli, senza reticenze e per sentirci più sereni con noi stessi e con gli altri».
Ripartiamo dai giovani
Informazioni inaffidabili, passaparola tra ragazzi e falsi pudori in famiglia. Sono solo alcune delle ragioni che determinano le scarse conoscenze sulle Mst. A ribadirlo è Gianluca De Marchi, presidente di Anlaids Lazio. Da qui, la Charity Dinner dell’associazione laziale, nata per portare fondi a sostegno delle attività di prevenzione tra i giovani. «Sono stati raccolti oltre 210.000 euro per i nostri progetti» sottolinea De Marchi. «Tra questi, i percorsi formativi rivolti alle scuole secondarie e agli universitari in materie sanitarie; “Facciamolo Rapido” per la somministrazione gratuita del test rapido HIV/HCV; e “Prevenzione&Ascolto” che ha lo scopo di fornire informazioni personalizzate sulle malattie a trasmissione sessuale». Per info: www.anlaidslazio.it
Il mese della prevenzione
Donna Moderna dedica luglio alle malattie sessualmente trasmissibili. Per tutto il mese gli esperti di Anlaids Lazio rispondono dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 allo 064746031 oppure compila il form sul sito di Anlaids Lazio all’indirizzo www.anlaidslazio.it/consulta-l-esperto.