Sindrome dell'occhio secco
I ritocchini chirurgici delle palpebre, le iniezioni di tossine anti-aging e un uso sbagliato dei cosmetici possono peggiorare la sindrome dell'occhio secco, ovvero l'arrossamento, il prurito e la sensazione di 'sabbia' o corpo estraneo nell'occhio. E' il quadro emerso dall'incontro degli esperti della vista riuniti a Roma per l'European Tfos Ambassador Meeting. Un evento dove si è parlato di malattie croniche e gravi della superficie oculare ma anche di stili di vita che possono impattare tali patologie.
La Tear Film & Ocular Surface Society (Tfos) ha inoltre presentato gli ultimi studi sulla malattia dell'occhio secco. "Il 'make up', se usato oltre la data di scadenza, aumenta drasticamente il rischio di contaminazione da parte di batteri patogeni, che possono scatenare infezioni come congiuntiviti e blefariti", evidenziano gli esperti.
"Le scelte di stile di vita possono causare o aggravare le malattie della superficie oculare, come la secchezza oculare", ha spiegato Amy Gallant Sullivan, executive director di Tfos. "Per esempio – prosegue Gallant Sullivan – è importante notare le ricerche che hanno dimostrato una aumentata incidenza di reazioni avverse ai cosmetici per gli occhi, tra cui irritazione oculare, reazioni allergiche, dermatite da contatto, blefarite e malattia dell'occhio secco. La maggiore prevalenza della malattia dell'occhio secco tra le donne e l'uso diffuso di cosmetici per gli occhi richiedono oggi una attenta ricerca per valutare l'efficacia clinica dei trattamenti nelle donne che si truccano e una progressiva diminuzione degli ingredienti che possono interferire con la salute oculare".
In base alla recente ricerca della di Tfos "sono inoltre da considerare fattori di rischio scatenanti per la malattie dell'occhio secco, gli interventi chirurgici sulla palpebra, l'iniezioni di tossine anti-aging e altre varie procedure cosmetiche. Lo studio Tfos Dews II, pubblicato sulla rivista 'The Ocular Surface', propone soluzioni future per affrontare l'occhio secco iatrogeno, compresa la necessità di studi epidemiologici più approfonditi sui fattori di rischio, lo sviluppo di farmaci e conservanti meno tossici, nonché nuove tecniche per interventi chirurgici oculari meno invasivi", ricordano gli esperti.
"La condivisione dei prodotti per gli occhi è caldamente sconsigliata. Sebo, cellule morte, acari e batteri si accumulano sull’applicatore e contaminano tutto il prodotto. Alcuni ingredienti contenuti nei cosmetici possono contribuire a rendere più sottile lo strato oleoso del film favorendo una più rapida evaporazione e contribuendo alla secchezza", ha affermato Piera Versura, dipartimento di Medicina specialistica diagnostica e sperimentale dell'Università di Bologna e membro del Consiglio direttivo Tfos. "Purtroppo il sistema sanitario nazionale in Italia non copre la spesa di costose terapie per malattie come l'occhio secco. Inoltre, quasi tutte le lacrime artificiali sono a carico del paziente", ha spiegato Stefano Bonini, dipartimento di Oftalmologia, Università di Roma Campus Bio-Medico, Roma e 'Tfos Ambassador' per la Città del Vaticano.