La storia di Valentina
La storia di Valentina è una storia di grande speranza. Grazie all’aiuto dei medici, Valentina è riuscita a superare un tumore al seno e a dare alla luce la sua bambina. Tutto ha inizio nell’estate del 2009: “Era il mese di agosto, mi stavo lavando e mi sono accorta che c’era un nodulo al seno”, racconta Valentina. Allarmata, si reca in un laboratorio di analisi private a fare un’ecografia, ma la rassicurano dicendole che non è niente. “Se adesso ci penso sono ancora arrabbiata. Il tempo nella cura dei tumori è fondamentale e con quella risposta non ho più dato importanza a quel nodulo. Anche perché nel frattempo avevo altro a cui pensare”.
La notte prima, il cortometraggio sul tumore al seno metastatico
Valentina scopre infatti proprio ad agosto di essere incinta. “Ero felicissima. E poi era una bambina. Io avevo già un maschietto, Matteo, di 2 anni. Ora sarebbe arrivata la sorellina”. Durante una delle visite di routine per la gravidanza la sua ginecologa insiste per farle fare un nuovo controllo da un altro specialista. E’ il 23 dicembre 2009. Valentina è alla 25 settimana di gravidanza quando si reca all’IST (Istituto per la ricerca sul cancro) di Genova.
Il medico che la visita capisce immediatamente che è qualcosa di grave. “Subito, anche prima della biopsia, il medico, mi parlò di tumore. Il nodulo aveva un indice molto sospetto di evidenza.” La biopsia che viene effettuata immediatamente conferma la diagnosi: carcinoma “triplo negativo”, uno dei più aggressivi e difficili da curare. I medici decidono per un intervento immediato.
Tumore al seno nelle donne giovani under 40
Il 7 gennaio 2010 Valentina viene operata: “I giorni tra la biopsia e l’intervento sono stati i più duri. Io ero terrorizzata. Avevo paura non solo per me. Temevo anche che l’operazione potesse danneggiare in qualche modo la bambina. E’ stato davvero terribile”. L’operazione va bene. Il tumore viene rimosso e fortunatamente i linfonodi intorno sono puliti. E’ un primo successo.
“In qualche modo quell’intervento mi ha ridato speranza, ce la potevo fare. Temevo che quei 4 mesi passati dalla scoperta avessero potuto influire negativamente sul risultato.” Ora però Valentina deve affrontare il discorso delle chemioterapie, estremamente problematiche durante una gravidanza. Per questo Valentina incontra la dottoressa Lucia Del Mastro, oncologa dell’IST e ricercatrice AIRC. “Con la dottoressa Del Mastro abbiamo analizzato tutte le possibilità. Ero alla 26esima settimana, aspettare la nascita della bimba non era possibile, ci voleva ancora troppo tempo, le cure andavano iniziate subito. Anche far nascere la bambina era troppo pericoloso. Sarebbe stata troppo prematura, le speranze di sopravvivenza erano davvero minime. Così abbiamo deciso per una terza soluzione: iniziare le cure durante la gravidanza, interromperle per far nascere la bambina, e poi riprenderle. La ringrazierò sempre. Con la sua chiarezza e sincerità mi ha aiutato molto: alla fine è stato facile prendere una decisione”.
Seguita dalla dottoressa Del Mastro, il 18 gennaio 2010 Valentina fa il primo ciclo di chemioterapia. Una chemioterapia studiata appositamente per lei. “Per ridurre il più possibile i danni alla bambina, il farmaco era molto diluito e mi veniva iniettato in maniera lentissima. Di solito un ciclo di chemio si fa in un’ora. Io lo facevo in 72 ore. Entravo in ospedale il lunedì e uscivo il giovedì. Ed ero sempre tenuta sotto controllo. Ho fatto due cicli e alla trentaquattresima settimana, il 3 marzo 2010, è nata Anna: pesava 2 chili e 100, stava bene”
“Non ci potevo credere. Era andato tutto bene. Mi sembrava un miracolo. Ma non è stato un miracolo, è stata la bravura e la capacità dei medici che mi hanno seguito”. La settimana dopo il parto, Valentina riprende i cicli di chemioterapia. “Devo dire che a parte la prima volta, ho avuto la fortuna di non stare troppo male. L’importante era che Anna stesse bene. E anche io. E poi avevo di che tenermi occupata. Matteo aveva 2 anni e Anna era appena nata: non avevo tanto tempo per pensare”. Oggi Valentina sta bene, si sottopone a controlli regolari e si occupa a tempo pieno dei suoi due figli.