Cosa è lo stress?
Siamo abituati a parlare in maniera molto generica di stress, ma sai davvero di cosa si tratta? A livello fisiologico, lo stress è un’intensa reazione da parte di tutto l’organismo di fronte a “richieste” soggettivamente eccessive. Da questo punto di vista, la risposta di stress dipende dalla personale valutazione interna rispetto allo specifico stimolo o situazione.
Quando arriva lo stress si ha allora uno stato di “esaurimento psicofisico” dovuto ad una situazione di cambiamento, che ha reso necessario un grande dispendio adattivo, sia a livello fisico che psicologico.
La dinamica di stress è dunque una reazione di adattamento dell’organismo a cambiamenti sia interni che esterni; questa reazione può essere “acuta”, nel caso in cui si verifichi in uno spazio temporale abbastanza limitato ed una sola volta, oppure “cronica”, cioè quando essa si manifesta lungo un arco di tempo lungo ed in modo continuo.
È bene però precisare che lo stress può anche risultare utile e funzionale per superare certe difficoltà nel breve momento. In gergo medico questo tipo di stress è conosciuto come “stress buono” e in psicologia viene definito “eustress”. Può diventare pericoloso e dannoso se eccessivamente prolungato nel tempo: in tal caso si definisce, sempre in modo gergale, “stress cattivo” e secondo le teorie psicologiche “distress”.
Disturbi psicosomatici da stress
Tutti noi possediamo naturalmente la capacità di adattarci alle situazioni difficili, che ci permette di rispondere allo stress che ne deriva attraverso meccanismi psichici e fisiologici di reazione.
Quando però i fattori di stress sono eccessivi e/o troppo prolungati, può accadere che esauriamo le riserve di energia utili per le reazioni di adattamento, recupero e riequilibrio, finendo per incappare in una serie di problematiche sia psichiche che fisiche.
Se lo stress continua e si intensifica, può comportare la comparsa di veri e propri disturbi psicosomatici da stress, contraddistinti da sintomi psicofisici negativi e a volte invalidanti per la qualità della vita.
Si realizza così una sorta di processo stressogeno, nel quale le componenti psicologiche e fisiche attraversano tre fasi:
- allarme – attivazione;
- resistenza – adattamento;
- esaurimento e comparsa di problemi psicofisici.
L’ultimo punto indica già la comparsa di somatizzazioni a vari livelli di corpo e mente.
Ansia
I disturbi psicosomatici ansiogeni possono essere isolati a qualche episodio circoscritto oppure cronici (quest’ultimo è il disturbo d’ansia generalizzato). L’ansia è caratterizzata da un’eccessiva iperattivazione e ipervigilanza ansiosa circa gli eventi esterni e dal senso di impotenza e indifesa da essi stessi.
Se la soglia di ansia si impenna, la persona non riesce più a capire e gestire i propri livelli emotivi né conseguentemente ad affrontare situazioni emotivamente semplici e “normali”.
La risposta allo stress diventa quindi irrealistica e sproporzionata, connotandosi come un vero e proprio disturbo psichico con sintomi articolati: reazione di fuga, intensa paura, incapacità di fare cose semplici, così come a sintomi psicofisici destabilizzanti come spasmi, nausea, pallore, sudorazione, tachicardia, sensazione di soffocamento, mal di testa, dolori, iperattivazione, tensione e rigidità muscolare, blocco motorio.
Di contorno a tutto ciò possono verificarsi stati quali: irrequietezza, affaticabilità, difficoltà di concentrazione, irritabilità, tensione muscolare e sonno disturbato.
Depressione
L’altra faccia della medaglia della reazione umana allo stress eccessivo può essere la depressione. Può comparire da sola o accompagnarsi all’ansia, ed indica una forte e repentina discesa del tono dell’umore.
La depressione è caratterizzata da una profonda afflizione, perdita di interesse in ciò che prima dava soddisfazione, sintomi fisici e disturbi del pensiero.
La persona si sente vuota e non più capace di gioire, ma anche di arrabbiarsi e quindi di provare qualsiasi emozione e sentimento: una sorta di “morte interiore”. La vita si trasla allora verso il dolore ed una continua tristezza che portano la persona all’incapacità di apprezzare qualsivoglia cosa, in particolare verso le cose che invece prima rendevano felici.
Febbre
La causa dipende dall’inceppamento del meccanismo del cervello deputato alla regolazione della temperatura del corpo. La scoperta si deve al gruppo di Kazuhiro Nakamura dell’Università di Kyoto.
Lo stress cronico può dare non pochi sintomi fisici, tra cui la comparsa di febbre anche prolungata, la cosiddetta febbre psicogena, o di origine psicologica. Si tratta di una condizione non rara e spesso non compresa dal medico, che va a caccia di tutte le possibili motivazioni fisiche senza venire a capo del motivo di quell’innalzamento della temperatura corporea.
Brufoli e acne
Brufoletti, acne e punti neri senza un motivo apparente dipendono dal fatto che lo stress eccessivo e/o prolungato provoca un’iperproduzione di ormoni androgeni, i quali stimolano le ghiandole sebacee a produrre sebo in eccesso.
Perché compaiano i brufoletti, però, deve esserci una certa predisposizione, ad esempio una maggiore sensibilità delle ghiandole sebacee verso l’azione degli ormoni. Di solito i brufoli da acne spuntano nella parte bassa del viso, lungo la mandibola, dietro le orecchie, sul collo e sul mento. Dietro all’acne tardiva ci sono gli squilibri ormonali causati dallo stress. Ecco perché, nei Paesi anglosassoni, il disturbo è chiamato “acne delle donne manager”.
Prurito
Secondo gli studiosi di pelle e dintorni, lo stress può attivare le fibre nervose cutanee responsabili della sensazione del prurito. Quando si verifica una situazione stressante, si produce una stimolazione nervosa che viaggia dapprima verso il midollo spinale e da qui al cervello, dove tali informazioni sensoriali vengono elaborate e codificate come prurito.
Lo stimolo in grado di innescare tutto questo può essere esogeno, esterno all’organismo, oppure endogeno, interno, e nella realtà non necessariamente ci deve essere solo e sempre un percorso a senso unico così come è stato descritto affinché si generi il prurito.
In altre parole, può accadere che uno stimolo pur non attivando le fibre nervose e/o ricettori a livello cutaneo sia in grado di attivare direttamente le vie del midollo spinale oppure in altri casi i centri nervosi localizzati nel cervello.
Colite
Le cause della colite sono per lo più legate a fattori di natura psicologica. Un regime alimentare scorretto, l’alterazione della flora intestinale, la sensibilità dell’intestino durante il ciclo mestruale possono essere determinanti e favorire l’insorgenza di tale patologia, ma la colite è strettamente legata a stress di natura psichica. Ha maggiori probabilità di soffrirne una persona che vive particolari periodi di stress, che trattiene la collera, che vive intense emozioni e ansia.
Diarrea
Quando si soffre di stress e ci si sente ansiosi o nervosi, l’organismo produce adrenalina e altri ormoni che accelerano le funzioni del sistema nervoso. Di conseguenza, alcuni muscoli possono iniziare a funzionare troppo rapidamente. Se i muscoli dell’intestino si muovono più velocemente, il ritmo naturale della digestione si comporterà in egual modo.
Una digestione più rapida porta all’assorbimento di una quantità minore di fluidi, rendendo le feci liquide: in altre parole, causa diarrea. Una riduzione minima dei fluidi assorbiti dall’organismo può essere sufficiente a provocare un attacco di diarrea. Inoltre, se si soffre di sindrome del colon irritabile, le probabilità di soffrire di diarrea da stress sono più elevate.
Come uscirne? Dài un’occhiata alla nostra guida con tutti i consigli per ridurre lo stress.