Caldo, freddo e bollicine di gas. Lo diresti mai? Se ben dosati e somministrati con tecniche sofisticate sanno trasformarsi in agenti potenti capaci di portare ossigeno alle cellule e nutrimento ai tessuti. Un booster di energia per muscoli, articolazioni, circolazione e pelle. I nomi tecnici sono tecarterapia, crioterapia, carbossiterapia, cure che fanno guarire in fretta e al tempo stesso regalano bellezza e benessere. Scopriamole.
Terapie con il freddo: Il gelo che scioglie i cuscinetti
Il campione europeo di salto in alto Gimbo Tamberi ci ha svelato uno dei segreti della sua forma fisica: un bagno di sei minuti nell’acqua a sei gradi per recuperare dopo la fatica. «Il freddo ha un’azione potente sui problemi muscolari e articolari post gara» spiega Giovanni Bua, responsabile dell’U.O. di Riabilitazione e rieducazione funzionale dell’Istituto Clinico San Rocco, Gruppo Ospedaliero San Donato. Sul gelo si basa la crioterapia, il primo rimedio quando ti fai male.
«Con le apparecchiature più sofisticate agiamo sui traumi e acceleriamo i tempi di guarigione. Lo shock termico ha un’azione antinfiammatoria: le bassissime temperature rallentano il metabolismo e quindi la formazione delle sostanze che scatenano l’infiammazione. Infine, c’è l’effetto antalgico: il freddo inibisce le terminazioni nervose, attenuando il fastidio e rilassando i muscoli, contratti dal dolore stesso. Ecco perché la crioterapia è efficace in caso di cervicalgia, lombalgia e persino fibromialgia» spiega l’esperto.
È dimostrato come la crioterapia abbia anche dei risvolti estetici. «È un trattamento che, agendo in maniera selettiva, aiuta a sciogliere i cuscinetti molto localizzati, per esempio le odiose culotte de cheval o l’adipe sull’interno coscia. Il procedimento è tagliato su misura per la paziente. Si passa sulla pelle un manipolo che può “gelare” le cellule adipose, che raggiungono i 12 gradi sotto zero e si autodistruggono (è il processo definito apoptosi, ndr).
Lo shock termico, con alternanza di freddo e caldo, attiva il microcircolo ed effettua una sorta di linfodrenaggio che elimina i liquidi in eccesso, ottenendo un efficace effetto snellente». Ogni seduta dura dai 15 ai 25 minuti. Per dire addio ai cuscinetti ne servono 5-8, a cadenza bisettimanale (naturalmente abbinate a un’attività fisica e un’alimentazione equilibrata).
Terapie con il calore, il tuo nuovo antiage
La parola tecar sta per “trasferimento energetico capacitivo e resistivo”. Tradotto: riscaldando le cellule, si stimola il metabolismo. «Nella tecarterapia, con un elettrodo gradevole sulla pelle si trasmette un’energia che attraversa i tessuti e “shakera” i componenti» spiega Simona Simone, referente dell’area di fisioterapia di Palazzo della Salute Wellness Clinic, del Centro Lipedema e di IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio – Gruppo San Donato.
«È utile anche nella fisioterapia dermofunzionale, che si occupa della pelle: il metabolismo accelera, si riaprono i canali delle membrane cellulari, da cui escono le scorie ed entrano gli elementi nutritivi. La tecarterapia, inoltre, stimola la circolazione e la rigenerazione del collagene, la proteina che dà densità e corpo alla cute e che, con il passare degli anni, è sempre più “affranta”. Dopo il trattamento quindi la pelle di viso, collo e décolleté appare più tonica e liscia».
Ma c’è di più. Abbinata alla fisioterapia, velocizza il recupero dopo un trauma, alleviando dolori e gonfiori. È efficace perfino contro la vulvodinia. «In questo caso si applicano piastre adesive all’interno cosce, amplificando l’effetto degli esercizi di rilassamento» spiega Simona Simone. È efficace già in una settimana in caso di recupero dopo i traumi. Insieme alla fisioterapia, con gli strumenti di ultima generazione che agiscono con multifrequenza e racchiudono 3 tipi di corrente in un unico elettrodo, possono bastare 5 sedute, anche tutti i giorni, in base alla scelta del medico.
«In campo antiage ci vuole più tempo per risvegliare il metabolismo, possono servire circa 10 incontri» chiarisce la dottoressa Simone. La durata di ogni seduta varia in base alle zone da trattare. Sulle gambe richiede circa un’ora, su viso, collo e décolleté 40 minuti. La tecarterapia non ha controindicazioni, ma non è adatta ai portatori di pace-maker, ai diabetici, ai malati oncologici e quando c’è un malessere che dà febbre.
Frena l’alopecia con la Co2
C’è una sostanza che a piccole dosi fa molto bene al nostro corpo. È l’anidride carbonica, su cui si basa la carbossiterapia. Secondo studi recenti, la terapia è addirittura un rimedio contro l’alopecia, la caduta dei capelli. «Funziona quando il problema è dovuto a una ridotta circolazione a livello del cuoio capelluto» specifica Sabrina Brambilla, responsabile dell’Unità Funzionale di Chirurgia Vascolare degli Istituti Clinici Zucchi. Ma i benefici sono tanti e diversi.
«Iniettando il gas a livello sottocutaneo, con aghi sottilissimi, si agisce sul microcircolo. I tessuti ricevono più ossigeno e si innesca un meccanismo virtuoso: la circolazione locale migliora, i liquidi in eccesso vengono riassorbiti, si riducono l’edema e la cosiddetta buccia d’arancia, tipica della cellulite. La pelle, quindi, diventa più liscia e tonica» continua l’esperta. «Naturalmente non è una terapia dimagrante, ma va sempre associata a un corretto stile di vita».
La carbossiterapia è in grado anche di ridare tono ai tessuti che si sono lasciati andare, per esempio il contorno occhi e la zona sotto il mento del viso, ma anche l’interno cosce o l’insopportabile effetto a tendina delle braccia. «Il meccanismo è semplice: con l’iperossigenazione si stimolano i fibroblasti, le cellule che producono acido ialuronico e collagene, le impalcature della nostra pelle, che acquista più tonicità» aggiunge l’esperta.
«In questo caso il trattamento agisce nel giro di 8-10 sedute, che durano 10-15 minuti con cadenza settimanale, ma i primi risultati si notano già dopo la quarta e persistono nei mesi successivi. All’inizio si sente la gamba un po’ gonfia e dolente, ma passa subito. E il momento ideale per sottoporsi al trattamento è proprio questo, quando iniziano i primi caldi».