Lo sapevi che seguire una dieta a forte base vegetale può ridurre di un quarto il rischio di morte per ictus, cancro e malattie neurodegenerative? Lo sostiene un’indagine condotta dall’università di Harvard, basata su ricerche precedenti condotte confrontando le diete di 100mila persone in trent’anni, che comprendevano sia alimenti a forte base vegetale e sia carni rosse e lavorate.
Verdura e frutta aiutano a combattere il cancro
I ricercatori hanno scoperto che coloro i quali seguivano una dieta a base di alimenti come cereali integrali, frutta, verdure non amidacee, noci e oli insaturi avevano il 25% di probabilità in meno di morire per determinate malattie.
La dieta sostenibile fa bene alla salute
Gli studiosi dell’università di Harvard hanno assegnato a ciascun alimento un punteggio basato sugli effetti che produce sulla salute, ma anche sull’ambiente in termini di consumo di acqua, di suolo ed emissioni di gas serra. Hanno così sviluppato un indice chiamato “Planetary Health Diet”, ai primi posti del quale si sono piazzati i cibi protagonisti della dieta mediterranea: cereali integrali, frutta fresca e secca, verdure, legumi e olio extravergine di oliva.
La produzione di carne fa male al pianeta
Quanto alla carne, la ricerca ha confermato che si tratta di uno tra gli alimenti che causa più inquinamento durante la produzione: infatti, è stato calcolato che le emissioni di gas inquinanti del sistema alimentare scenderebbero del 70% entro il 2050 se tutti il mondo rinunciasse a ogni tipo di cibo di origine animale.
Con questa dieta diminuisce anche il rischio di ictus
Non solo tutela dell’ambiente. Per i ricercatori, i punteggi più elevati del Planetary Health Diet sono associati a un rischio inferiore del 15% di morte per cancro o malattie cardiovascolari, del 20% di morte per malattie neurodegenerative e del 50% di morte per malattie respiratorie. I ricercatori hanno, però, precisato che questi punteggi sono relativi, poiché non considerano le condizioni di salute specifiche di ciascuno, così come non tengono conto delle restrizioni religiose o delle restrizioni alimentari dovute allo status socioeconomico.
Siamo ciò che mangiamo
Lo studio ha, comunque, concluso che consumare cibo sostenibile fa bene non solo al nostro pianeta, ma anche alla nostra salute. «I risultati hanno confermato la nostra ipotesi che un punteggio più alto del nostro Indice fosse associato a un minor rischio di mortalità», ha spiegato nel presentare i risultati della ricerca Linh Bui, MD, dottorando presso il Dipartimento di Nutrizione di Harvard T.H. Chan School of Public Health. Ha continuato: «Speriamo che i ricercatori possano adattare questo metodo a specifiche culture alimentari e capire come sia associato a malattie croniche e impatti ambientali come l’impronta di carbonio, idrica e l’utilizzo del suolo».