La sedentarietà vanifica gli effetti dell'attività fisica
Svegliarsi presto al mattino per trovare il tempo di andare in palestra nonostante gli impegni giornalieri, e seguire senza cedimenti i consigli ormai assodati sull'importanza di un'attività fisica costante. Uno sforzo che potrebbe rivelarsi inutile, se poi si sta seduti per più di 13 ore al giorno e si hanno all'attivo meno di 4 mila passi al giorno. E' così che molti ignari 'sabotano' i benefici dell'esercizio fisico, secondo uno studio scientifico condotto negli States – piccolo ma preoccupante, evidenziano gli esperti – pubblicato sul 'Journal of Applied Physiology' e rimbalzato online anche sul 'New York Times'.
Perchè essere sedentari fa male
Sulla base dei risultati, gli autori suggeriscono che restare incollati alla sedia per gran parte della giornata potrebbe rendere resistenti ai consueti benefici metabolici portati dall'attività fisica. E infatti le persone che stavano sedute per lunghi periodi e muovevano un numero più basso di passi giornalieri sviluppavano problemi metabolici, anche se si dedicavano a un qualche esercizio. L'idea è che l'inattività possa alterare l'organismo anche 'smussando' la salubrità dello sport.
La ricerca
Gli esperti, scienziati dell'University of Texas a Austin, hanno indagato. Per la loro ricerca hanno chiesto a un gruppo di 10 studenti laureati sani e fisicamente attivi di restare ben saldi e immobili su divani e poltrone per diversi giorni. L'esercizio fisico regolare, ricordano gli autori, riduce il rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2 e molte altre patologie croniche. Anche un singolo allenamento può migliorare il metabolismo, come dimostra un ormai ricco filone di studi, consentendo di bruciare i grassi in modo più efficiente dopo i pasti e mantenere costanti i livelli di zucchero nel sangue e di insulina.
L'inattività ha invece quasi gli effetti fisiologici opposti. Le persone che trascorrono la maggior parte delle loro ore di veglia sedute e ferme si trovano ad affrontare rischi elevati per molte malattie croniche. Spesso presentano anche problemi metabolici – tra cui insulino-resistenza, scarso controllo della glicemia e alti livelli di trigliceridi – che aumentano il pericolo di incorrere in diabete e malattie cardiache.
L'interazione tra inattività ed esercizio fisico
Ma quello che hanno osservato gli scienziati, a sorpresa, è l'interazione biologica tra inattività ed esercizio fisico. Lo studio è cominciato con la verifica dello stato di salute e forma fisica aerobica dei 10 giovani arruolati (maschi e femmine) e il monitoraggio del loro consueto movimento quotidiano. E' stato poi chiesto ai volontari di smettere di fare così tanto esercizio e di mantenersi sotto i 4 mila passi giornalieri, con almeno 13 ore trascorse seduti. I volontari hanno rispettato il diktat, rimanendo per 4 giorni di seguito quasi tutto il tempo su sedie e poltrone. Hanno anche cambiato leggermente la loro dieta, consumando meno calorie, in modo da non aumentare di peso, aspetto che avrebbe potuto cambiare il loro metabolismo indipendentemente dalla sedentarietà. Alla mattina del quinto giorno sono stati invitati in ateneo ed è stata offerta loro una colazione molto zuccherata. L'idea era quella di vedere come i loro metabolismi avrebbero risposto dopo giorni di pigrizia forzata, spiega Edward Coyle, professore di kinesiologia e autore principale del nuovo studio. Quindi sono stati monitorati nel sangue i trigliceridi, la glicemia e l'insulina nelle successive sei ore.
I ricercatori hanno infine chiesto ai loro volontari di ripetere di nuovo l'esperimento dei 4 giorni seduti, ma correndo per un'ora a velocità sostenuta alla sera del quarto giorno sul tapis roulant del laboratorio. Il mattino seguente, di nuovo colazione super zuccherata e monitoraggio del sangue per i livelli di acidi grassi e glicemia. Il primo risultato di questo test non ha sorpreso, e cioè che dopo 4 giorni di inattività praticamente totale gli studenti mostravano un metabolismo un po' lento e sovraccaricato, con alti livelli di trigliceridi e zucchero nel sangue e bassa sensibilità all'insulina anche dopo diverso tempo dal pasto zuccherato. Più scoraggiante l'esito osservato sulla seconda fase: l'esercizio infatti non ha aiutato. Sia i trigliceridi che gli zuccheri del sangue non mostravano livelli migliori rispetto ai precedenti. Lo studio era piccolo e a breve termine e non spiega come l'inattività possa vanificare i benefici dell'esercizio.
Coyle sospetta che un lungo tempo trascorso seduti aumenti la produzione di alcune sostanze biochimiche indesiderate e possa ostacolare il rilascio di altre sostanze benefiche che normalmente verrebbero prodotte durante l'esercizio. Con i colleghi spera di approfondire questi aspetti in studi futuri. Intanto, però, si sente di lanciare un monito: "Non è una buona idea stare tutto il giorno seduti", conclude.