Dopo un inverno non troppo rigido e una primavera fresca con il caldo che prima ha tardato ad arrivare, e poi è scoppiato, sono arrivate anche loro, le zanzare. Nulla di strano, ma a preoccupare è stato il vero e proprio boom delle zanzare tigre, tanto che gli esperti sono preoccupati: «In questi giorni si è sentito parlare della zanzara coreana, quella presente ormai da tempo nelle zone prealpine, specie in Lombardia, in grado di resistere anche al freddo. Ma in realtà l’allarme più grosso riguarda la tigre: non c’era alcuna previsione che potesse aumentare come invece sta facendo» spiega Claudio Venturelli, entomologo sanitario della Ausl Emilia Romagna.
Il boom della zanzara tigre
«Il problema è stato l’aumento repentino delle temperature negli ultimi 10/15 giorni, unito al ritorno delle piogge che mancano da tempo. Il risultato è stata la comparsa improvvisa delle zanzare, ma soprattutto in un numero che nessuno – neppure gli esperti – si aspettava» spiega il dottor Venturelli. Un altro motivo del boom delle zanzare tigre è stato il ritardo con cui si è partiti con le campagne di disinfestazione: «Purtroppo la burocrazia è più lenta della natura e le operazioni sono iniziate in ritardo rispetto alle previsioni – aggiunge l’entomologo – A questo si aggiunge il numero di insetti, che è molto maggiore rispetto al passato: siamo in presenza di una vera e propria esplosione».
Perché preoccupa la zanzara tigre
Il risultato è che il fastidioso insetto è già presente ovunque e in quantità elevate. Fastidioso, se si tratta della zanzara comune (quella che in termini scientifici è chiamata Culex pipiens), pericoloso se invece si parla della zanzara tigre (la Aedes albopictus Skuse). L’insetto, infatti, può essere portatore di malattie come Chikungunya, Dengue, Zika e West Nile ed è anche più attivo rispetto alla “cugina”: quest’ultima agisce soprattutto di notte, mentre la tigre si trova anche dal pomeriggio e non solo in giardino o vicino al verde, ma persino all’interno degli appartamenti.
Malattie in aumento?
Bisogna temere un aumento di queste patologie? «No, o almeno non in questa fase. Ma non dobbiamo dimenticare che, se arriva adesso un malato dall’estero, una persona che ha già queste malattie, e viene punto da una zanzara, questa diventa veicolo di trasmissione. L’uomo è il serbatoio potenziale della malattia e la zanzara la può distribuire perché già dopo 2/4 giorni è in grado di infettare un’altra persona che andrà a pungere – spiega Venturelli – A fine aprile in provincia di Ravenna c’era già stato un primo caso, anche se si è risolto in maniera positiva».
Il sistema di sorveglianza anti zanzare è già in allerta
Il sistema di sorveglianza, dunque, è già in allerta. Normalmente nel periodo di attività dell’insetto, cioè dal 1° maggio al 31 ottobre, viene potenziato, anche se in alcune zone come l’Emilia Romagna è particolarmente attiva anche la sorveglianza entomologica in collaborazione col Gruppo tecnico regionale, l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, e l’Arpae, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. «Quest’anno abbiamo forse un po’ di affanno, ma arriveremo a garantire la sicurezza: è importante, però, che anche i cittadini facciano la loro parte, a partire dall’uso di strumenti che promettono di debellare le zanzare dai loro giardini» avverte Venturelli.
Occhio agli irrigatori anti-zanzare da giardino
Si sa che, per quanto ormai la zanzara tigre si sia acclimatata anche in ambienti interni, il verde rappresenta il luogo ideale per la proliferazione delle zanzare (si conta che ogni esemplare femmina riproducendosi depositi fino a 100-200 uova alla volta). Da qui la corsa ai rimedi, anche fai-da-te, per tenerle alla larga dai giardini. Di recente le attenzioni sono rivolte agli irrigatori automatici, in grado di immettere nell’ambiente sostanze sgradite alle zanzare: «Attenzione, però: questi impianti vengono presentati come strumenti naturali e inoffensivi, invece spesso usano prodotti chimici, dichiaratamente cancerogeni e mutageni per l’uomo, ma anche dannosi per le api. Il cittadino li acquista, illuso di potersi liberare dalle zanzare, ma finisce con mettere nel proprio giardino un apparecchio che spruzza in più momenti della giornata sostanze pericolose, specie se si hanno bambini o animali domestici» avverte l’entomologo.
Contro le zanzare meglio gli accorgimenti classici
«La Regione Emilia Romagna ha emesso persino un’ordinanza che prevede la segnalazione dell’installazione di questi impianti di irrigazione automatica contro le zanzare, perché siano controllati da personale esperto che verifichi che non siano impiegati prodotti propri. Della questione si è interessata anche Altroconsumo – conclude Venturelli – Tra l’altro chi acquista questi irrigatori – che costano anche 5.000 euro – si sente sollevato dal compiere altre azioni preventive, come svuotare i pozzetti e sottovasi dall’acqua stagnante, che invece andrebbe sempre fatto». Gli esperti consigliano anche, in caso si vogliano scegliere piante da giardino o da davanzale per balconi e finestre, di optare per i gerani, che sono ottimi repellenti naturali.