Zanzare infette: in Italia il record di West Nile
L’Italia ha il record di casi di West Nile in Europa. Si tratta della malattia trasmessa dalla zanzara comune, la cosiddetta Culex, che è endemica nel nostro Paese e che è in grado di infettare chi viene punto. Secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), nel 2022 si sono registrati 1.100 casi totali in Europa, dei quali ben 723 in Italia, circa tre volte tanti quelli della Grecia (al secondo posto con 286). Al terzo posto si trova invece la Romania, con appena 47 casi. Un centinaio sono invece le vittime complessive.
I cambiamenti climatici, però, stanno preoccupando gli esperti: «L’Europa sta vivendo una tendenza al riscaldamento in cui le ondate di calore e le inondazioni stanno diventando più frequenti e gravi, le estati si allungano e diventano più calde. Questo crea condizioni più favorevoli per specie di zanzare invasive come Aedes albopictus e Aedes aegypti». Si tratta proprio della zanzara Culex e della zanzara tigre, alle quali però si aggiungono anche la Coreana e la Giapponese, citate ora dall’Istituto Superiore di Sanità come i quattro insetti dai quali proteggersi. Ecco come e perché.
Aumento delle zanzare e delle infezioni
Il cambiamento del clima sarebbe tra le principali cause dell’aumento delle zanzare anche in Europa e non solo nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, insieme a una maggiore mobilità dei viaggiatori, per motivi lavorativi, di studio e turismo. Basti pensare che nel 2013, 10 anni fa, la zanzara Aedes albopictus circolava in 8 Paesi di Unione europea e del cosiddetto Spazio economico europeo, con 114 regioni interessate, mentre oggi è presente in 13 Paesi e 337 regioni. «Negli ultimi anni abbiamo assistito a una diffusione geografica di specie invasive di zanzare in zone Ue-See precedentemente non colpite», spiega la direttrice dell’Ecdc, Andrea Ammon, che però lancia un avvertimento: «Se continua così possiamo aspettarci di osservare più casi, e potenzialmente anche morti, per malattie come Dengue, Chikungunya e West Nile».
Zanzare: Tigre e Culex
Proprio Dengue, Chikungunya, febbre gialla e Zika sono le malattie trasmesse invece dalla zanzara tigre, con numeri in aumento. In Francia, ad esempio, lo scorso anno si sono registrati 65 casi di febbre Dengue su 71 totali, cioè pari ai casi segnalati complessivamente tra il 2010 e il 2021 in tutto il Vecchio Continente. Gli altri 6 registrati nel 2022 riguardavano la Spagna. Più diffusa, invece, la West Nile, ossia la febbre del Nilo, con 1.133 casi umani e 92 decessi totali, dei quali 1.112 dovuti a infezioni avvenute localmente in 11 Paesi europei e non “importati” da altri Stati. Si tratta del numero più alto dal 2018, anno di picco dell’epidemia di questa malattia. Oltre al caso record dell’Italia, dopo Grecia e Romania se ne sono segnalati casi anche in Germania (16), Ungheria (14), Croazia (8), Austria (6), Francia (6), Spagna (4), Slovacchia e Bulgaria (1 ciascuno). «Al momento in Italia la zanzara Culex è sotto osservazione, proprio per il rischio di trasmissione della West Nile. Si tratta dell’unico virus che sta circolando in forma endemica e il più sorvegliato attraverso piani ministeriali e regionali», spiega Claudio Venturelli, entomologo nel Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL Romagna, esperto in divulgazione scientifica.
I sintomi delle malattie: la West Nile
«Gli sforzi devono concentrarsi sul controllo delle popolazioni di zanzare, sul miglioramento della sorveglianza e sull’adozione di misure di protezione individuale», ha sottolineato Ammon dall’Ecdc. «La sorveglianza è attiva in ambito zootecnico ed entomologico, catturando le zanzare e analizzando se sono portatrici di virus, ma anche da un punto di vista umano, con la segnalazione di casi di malattie – conferma Venturelli – Sono misure che sono in vigore fin dal 2011, da quando cioè sono state trovate le prime zanzare infette. In passato si trattava di casi sporadici, che non davano preoccupazione, mentre oggi c’è una certa attenzione». «Il rischio maggiore è rappresentato dalla West Nile, che può dare un quadro problematico, anche il più delle volte passa anche senza sintomi. Se, però, colpisce in maniera più grave, può dare febbre importante ed encefalite grave. Per capirci, una sorta di meningite, che può dar luogo anche a forme mortali, seppure rare, come accaduto nel 2018», spiega ancora l’entomologo.
Dalla Dengue a Zika: attenzione ai campanelli d’allarme
«La zanzara tigre, invece, può trasmettere Dengue, Chikungunya e Zika, ma in questo caso anche l’uomo può essere serbatoio: significa che, se una zanzara lo punge trasmettendo il virus, a sua volta può essere vettore delle malattie in caso di nuova puntura da parte di un altro insetto. Questo non fa altro che amplificare il rischio di diffusione del virus. Per questo c’è un piano di sorveglianza particolarmente attento nei confronti dei viaggiatori che provengono da aree dove la malattia è endemica, che in caso di sintomi devono dichiararli», spiega Venturelli. I campanelli d’allarme sono «febbre a 38,5 per almeno 3 giorni, male alle ossa, mal di testa e spossatezza, che però è chiaro che possono essere confusi con una influenza estiva. È importante, quindi, che chi ha questi sintomi e ha viaggiato in un paese endemico lo dichiari subito. Lo scorso anno il 60/70% di casi di Dengue ha interessato persone provenienti da Cuba, dove c’era un focolaio importante, mentre quest’anno i Paesi dove c’è una situazione preoccupante sono nel centro e sud America», spiega l’esperto.
Le aree a rischio in Italia
«I bacini principali sono nel nord Italia, nell’area padana che va dal Piemonte al Veneto, con diversi casi anche in Emilia Romagna e Toscana, tutte Regioni sotto osservazione. Quest’anno, però, è stato registrato anche il primo caso a Catania. Non si tratta di un uomo, ma significa che il virus inizia a circolare anche in quelle zone», spiega Venturelli. L’umidità gioca un ruolo fondamentale nella riproduzione e diffusione delle zanzare, che prediligono le zone con ristagni d’acqua. «Sicuramente il meteo favorisce questa espansione, con un inverno molto mite che non uccide le popolazioni di queste zanzare che, se sono infette, possono tornare a colpire anche in primavera», chiarisce l’entomologo.
La zanzara coreana e la giapponese
Come spiega l’Istituto Superiore di sanità, ora esistono anche altri due tipi di zanzare, la coreana e la giapponese, che però al momento non destano preoccupazioni di tipo sanitario. «Sì, si tratta delle ultime zanzare arrivate nel nostro territorio. Dal punto di vista sanitario non sono considerate rischiose e a livello territoriale si sono segnalate per ora solo nelle regioni del Nord, per l’habitat più freddo che vi si trova. Hanno, però, una capacità di resistenza più elevata, quindi vanno tenute sotto osservazione», chiarisce Venturelli.
I consigli degli esperti: proteggersi anche di giorno
Per ridurre i rischi l’Iss ricorda l’importanza di usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto. Tra gli altri suggerimenti c’è l’uso di zanzariere alle finestre; svuotare di frequente i contenitori con acqua stagnante e coprire quelli inamovibili; cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotare le piscinette per i bimbi quando non sono utilizzate. «Sicuramente bisogna evitare i ristagni d’acqua, ma pure usare i repellenti anche durante il giorno, perché se la Culex è attiva soprattutto al tramonto, la zanzara tigre colpisce anche di giorno. Attenzione a scegliere i prodotti in modo appropriato, specie in ragione dell’età, come per i bambini, e delle condizioni, come le donne incinte. Un altro consiglio, poi, è utilizzare abiti chiari».