Lo sapevi?
Dopo aver sbiancato i denti, si comincia a curare di più l’igiene orale.
Nota e annota
Per essere sicuro sulla professionalità del dentista, controlla se compare nell’elenco degli iscritti all’Ordine dei Medici, Albo Odontoiatri. Se un nominativo non risulta è probabile che sia uno dei 10.000 dentisti abusivi.
Se ti propongono sconti pazzeschi, prima dubita e poi verifica con attenzione.
Uno dei falsi miti sull’alito è che dipenda principalmente da cause digestive. In realtà, lavarsi accuratamente i denti, e curare eventuali problematiche nascoste (come ad esempio la radice di un dente estratto anni prima) è il primo passo per un alito fresco.
Che differenza c’è tra sbiancamento e smacchiamento?
“Il primo è un trattamento che interviene sul colore del dente attraverso sostanze che penetrano nella sua struttura – risponde il dottor Toia. – Il dente dalla tonalità giallo può avere migliori possibilità di essere sbiancato rispetto a quelli dalla tonalità grigia, cioè con un valore più basso. Per questi ultimi è bene che riducano le aspettative. Se invece il dente tende al giallo, risponde meglio allo sbiancamento.
Lo smacchiamento , invece, riguarda solo togliere le macchie (di caffè, tè, vino, farmaci ecc) attraverso la seduta di igiene profonda . Il dente riacquista quindi il colore con cui è nato, che varia da persona a persona. Se in origine era poco bianco, dopo lo smacchiamento, resta tale.
Parliamo di macchie sui denti
D. Restano se non mi lavo i denti subito dopo aver bevuto il vino rosso, per esempio? R. “Non sempre, a volte si formano malgrado un’attenta igiene orale. Dipende dalla porosità dello smalto : sul dente ci possono essere dei ‘micropori’ che tendono ad assorbire le sostanze che macchiano i denti (tè, vino, caffè, farmaci, nicotina…). Oppure alcuni punti della bocca sono difficili da raggiungere con lo spazzolino. La nicotina è particolarmente resistente poiché si attacca al tartaro presente, creando una collosità difficile da rimuovere solo con dentifricio, spazzolino e filo interdentale- spiega il dentista Toia.
– D. Come si eliminano? R. “Con sedute di igiene orale , attraverso delle speciale gomme abrasive oppure un getto di acqua e bicarbonato . Il tutto rigorosamente controllato dal dentista, per evitare di rovinare gengive e colletti”.
E lo sbiancamento, invece, come si fa?
“Ci sono 2 tecniche. Una è in studio, per i pazienti che vogliono risultati immediati, e l’altra è domiciliare , ed è quella che preferisco perché permette di controllare l’eventuale insorgenza di fenomeni di sensibilizzazione .
Come funziona lo sbiancamento domiciliare?
“Si prendono le impronte della dentatura del paziente, e dall’odontotecnico si fa realizzare una mascherina su misura a base di acetato. Il paziente a casa vi applicherà un gel a base di perossido di carbamide (perossido di idrogeno più urea), e appoggerà la mascherina sui denti mezz’ora al giorno per 3 settimane”.
La concentrazione di gel sbiancante è del 18%.
E lo sbiancamento in studio? “È una tecnica più aggressiva , che dà risultati quasi immediati: denti più bianchi si vedono dopo 2-3 giorni – risponde il dentista Toia –
Viene eseguita attraverso un laser che attiva il gel sbiancante sempre a base di carbommide concentrato al 35%, ma che, differenza dello sbiancamento domiciliare, ha una concentrazione più alta. Bisogna fare molta attenzione ad isolare le gengive perché potrebbe addirittura ustionarle”.
Prima di fare qualsiasi intervento sbiancante è bene sottoporsi ad una seduta di igiene orale e curare eventuali carie e problematiche gengivali.
Quanto dura lo sbiancamento?
“I risultati sono abbastanza duraturi, soprattutto quelli dello sbiancamento domiciliare . Nei giovani in genere entrambe le tecniche funzionano meglio rispetto agli anziani: si potrebbe avere la necessità di rifare un ciclo di terapia sbiancante (sia domiciliare che in studio) ogni 1-2 anni.
Gli anziani invece possono rispondere meno bene al trattamento” – chiarisce l’esperto.
Sbiancare i denti con rimedi casalinghi
Dentifrici sbiancanti : più che sbiancare, smacchiano i denti. Contengono sostanze abrasive che, come il bicarbonato delle nonne, danno un effetto sbiancante al momento, ma che nel lungo periodo possono corrodere lo smalto. Le aziende serie scrivono sui prodotti l’indice di abrasività (Rda): 25 è basso, 75 è alto.
Strisce sbiancanti : si comprano in farmacia, si mettono sui denti 1-2 volte al giorno e in due settimane si ottiene un discreto risultato, ma l’operazione va ripetuta regolarmente.
Collutori : non esistono quelli sbiancanti. I più utili sono a base di clorexidina, e servono per curare infiammazioni del cavo orale. Da usare dopo una valutazione del dentista.
Rimedi fai da te : si sconsiglia l’uso di bicarbonato associato al limone, perché ha conseguenze deleterie sullo smalto dei denti.