Che rapporto ha una donna con il proprio seno? Perchè spesso non piace o non è accettato? Abbiamo parlato di questo e altre implicazioni psicologiche con lo psicologo clinico. Alcune delle risposte vi sorprenderanno!
Al di là dell’anatomia, il seno è concepito come organo simbolico e metaforico con significati diversi, che vanno dall’accoglienza al nutrimento, dall’affetto al calore materno , dalla sessualità alla bellezza, senza trascurare l’arte e il costume. Aspetti simbolici che non restano privi di condizionemanto culturale e psicologico: anzi, sono capaci di suggestionare la donna sia nei rapporti con gli altri che con se stessa. Essere maggiorata o avere un seno acerbo non è lo stesso dal punto di vista psicologico, almeno nelle fasi dello sviluppo fisico e psichico. Non è detto che avere (subito sin da ragazzine) una quarta di reggiseno porti con sè agio nè che una donna con poco seno sia condannata ai complessi di inferiorità.
In estate, il tema del seno sembra ricoprire un ruolo più importante che nel resto dell’anno, data l’attenzione al corpo da sfoggiare in spiaggia, al bikini da acquistare o al topless da esibire. Si potrebbe affermare che il seno ‘si porta’ quasi come un taglio di capelli, un look o un vestito. Ed è proprio in vista dell’estate che aumentano le richieste al chirugo plastico di interventi di mastoplastica additiva o riduttiva. “In genere una donna tende ad accettare il proprio seno così com’è allo stesso modo in cui accetta il proprio volto, però l’accettazione del proprio corpo dipende molto dai primi incontri avuti con la famiglia, dove per incontri intendo anche le primissime esperienze avute con la madre (l’allattamento) e il padre (lo sguardo del padre)” – dice lo psicologo clinico Roberto Pani.
In via del tutto teorica, durante l’adolescenza una ragazza tenderà ad avere un buon rapporto con il proprio seno che si sta sviluppando se ha avuto delle originarie esperienze con la madre di carattere positivo. Sembra assurdo, ma la prima esperienza di incontro con la madre, la bambina ce l’ha durante l’allattamento, e poi proseguono con le cure e l’accudimento durante l’infanzia. “Se queste esperienze sono state positive, o meglio percepite come buone e positive, la ragazzina tenderà ad accettare il suo seno che sta prendendo forma – dice lo psicologo clinico – Dal punto di vista della comunicazione non conscia, anche le esperienze di cura materna influenzano molto la rappresentazione del seno nella mente dell’adolescente.”
A concorrere all’accettazione del proprio corpo da parte di un’adolescente , interviene naturalmente anche la figura del padre : se quest’ultimo trasmette messaggi positivi nei confronti dell’immagine corporea della figlia, è normale che una ragazzina tenderà a vivere con più serenità la propria maturazione fisica.
A ciò si aggiungono i messaggi dei fratelli, i quali inviano messaggi impliciti di valorizzazione o meno: non si fa riferimento a apprezzamenti o sminuizzazioni espliciti (ad esempio “sei bella o sei brutta”), ma a tutta quella serie di meta-messaggi che fanno sentire la ragazza a proprio agio e in armonia con se stessa, la quale quindi accetterà il proprio seno come parte dell’immagine buona di se stessa.
Ma non tutte le donne hanno un rapporto idilliaco con il proprio seno . C’è chi vorrebbe ingrandirlo, chi ridurlo, chi non ama proprio la forma. Su tutte le situazioni predomina la vergogna . “Non accettare o non gradire il proprio seno dipende spesso da una condizione eccezionale : nonostante i messaggi positivi che son circolati in famiglia, i quali avrebbero dovuto far sentire ‘riconosciuta’ la donna in quanto tale, può accadere un seno troppo grande o troppo piccolo o di un’anatomia impefetta procuri disagio. Nella mente della donna si creano così dei complessi , dato che il riconoscimento non avviene solo in famiglia, ma passa anche dagli altri. A scuola i ragazzini guardano in modo strano le adolescenti con poco o troppo seno, o addirittura lo fanno notare in modo villano – prosegue il Prof. Pani. Lo sguardo dell’altro (di scherno o di sfrontata meraviglia) può inficiare di non poco l’autostima in questa fase così delicata della vita di una ragazzina. Per non parlare dei modelli impossibili che circolano in tv, internet e riviste: donne dal corpo minuto e magro con un seno troppo sviluppato rispetto alla corporatura esile. Visibilmente finto e maggiorato volutamente.
A volte è il carattere sessuale del seno a non essere (ancora) accettato
È tipico vedere adolescenti o giovani donne che assumono una postura curva in avanti per nascondere la grandezza del proprio seno, intesa come simbolo di femminilità prematura. “Nella mente della giovanissima – prosegue il Prof. Pani – può accadere che il seno non sia ancora accettato, non perchè non piaccia, ma perchè è troppo responsabilizzante nei confronti della propria seduzione e, quindi, nei rapporti con l’altro sesso. Va da sè che il seno attrae gli uomini, e questo significato sessuale può in qualche modo ‘infastidire’ la ragazzina che non si sente ancora pronta a vivere la seduzione in modo adulto, e le conseguenze ivi connesse, ma desidera sentirsi bambina”. È una forma di disagio molto sottile ma diffusa, in una società in cui la seduzione attraverso la sessualità precoce e non è spinta all’eccesso.
Altre volte ancora è la forma del seno a procurare un disagi o, non perchè sia brutta in sè, ma perchè evoca nella mente della donna un’idea di imperfezione di se stesse.
“È come se le donne si sentissero sviluppate male in una società dove la perfezione anatomica è posta in primo piano sopra tutto il resto – spiega l’esperto.
Un seno poco sviluppato può richiamare l’idea di infantilismo o aridità, un seno grande di disinibizione e disponibilità sessuale: tutti preconcetti che suggestionano la donna, facendola sentire poco a proprio agio con se stessa e nei rapporti con gli altri.
Come vivono dunque le donne che non accettano il proprio seno? Piuttosto male, perchè la relazione con il proprio seno è talmente intima che un cattivo rapporto fa aumentare l’insicurezza di se stessi. “È significativo, inoltre notare come l’intervento chirurgico sia al primo posto come soluzione per risolvere il disagio piuttosto che lavorare su se stesse per accettarlo – commenta Roberto Pani – non solo si entra troppo frequentemente in sala operatoria ma anche in età troppo precoce, dato che l’accettazione è un processo graduale che matura a mano a mano che matura la donna, dal punto di vista psicologico.
Mi è capitato di incontrare donne che, pur essendosi rifatte il seno, erano ugualmente insoddisfatte e insicure, perchè nella loro mente la nuova l’immagine di sé crea problemi perché non è coerente con il loro modo di vivere la femminilità: anche se lo cambiano non si piacciono perchè c’è incongruenza tra femminilitià a cui avevano aspirato e la loro effettiva capacità psicologica di sostenere questa femminilità…troppo responsabilizzante”.
Come si fa ad accettare il proprio seno? Se la donna non ha dei difetti tanto vistosi da ricorrere all’intervento chirurgico, o se semplicemente non desidera l’intervento, spesso l’accettazione è un processo graduale che avviene naturalmente a mano a mano che cresce la maturazione psicologica di sè. Le donne riescono quindi a riconoscersi come individui e persone che hanno determinate caratterisitiche belle in quanto tali.
Anche gli incontri con l’altro sesso concorrono ad avere un buon rapporto con il proprio seno. Un partner affettuoso, che valorizza la donna, aiuta molto ad accettarsi. E last but not least curare il proprio abbigliamento , scegliendo abiti che valorizzino le forme, le accentuino o le camuffino non è una soluzione da trascurare. E oggi, quanto a lingerie shaping e vestiti accattivanti non c’è che l’imbarazzo della scelta.