Se vi piace mangiare speziato, sappiate che la ricerca scientifica è dalla vostra parte. E’ arcinoto, per non dire collaudato, il ruolo delle spezie nel tentativo di recuperare i “sapori reali” dei cibi, allo scopo di evitare di aggiungere troppo sale inutile (e dannoso per pressione alta e ritenzione idrica).
La novità riguarda lo studio scientifico che ha rivelato che aggiungere spezie al pasto potrebbe avere effetti significativi sul metabolismo e migliorare il potere antiossidante dell’alimentazione.
Ricercatori della Pennsylvania State University hanno prescritto una dieta di 1200 kcal a 6 uomini sani e volontari in sovrappeso, con l’aggiunta di una miscela di spezie antiossidanti pari a 14 g nel menu di ogni pasto principale.
Dopo una settimana, gli studiosi hanno proposto gli stessi pasti e menu, ma privi di spezie. Hanno così raccolto i campioni di sangue prima di ogni pasto, e rispettivamente dopo 30 min e dopo 3 ore e mezzo. Risultato: la dieta “speziata” abbassava del 21% i livelli postprandiali dell’insulina e del 31% i valori dei trigliceridi, rispetto ai livelli misurati dopo il pasto senza spezie. Si è trattato di un dato inaspettato e importante: ridurre i valori di insulina e trigliceridi vuol dire da un lato avere più potere saziante, stimolare meno il senso della fame urgente, di cui è responsabile l’insulina; dall’altro lato potenziare gli effetti antiossidanti della dieta, proprio perchè i trigliceridi sono inferiori. In una parola: effetti positivi sul metabolismo degli alimenti.
La preparazione di ricette speziate potrebbe rappresentare un plus dietetico e non solo una semplice modalità gastronomica per rendere il pasto più appetibile.
Rimane da stabilire se la quantità e la qualità delle spezie, impiegate nello studio, siano congruenti con il modello mediterraneo delle ricette italiane, comunque di per sé ricco di spezie e di aromi dal potere antiossidante.
Di certo, si conferma la seguente osservazione: una dieta più efficace dovrebbe escludere un modello rigido basato su pochi alimenti principali (no alle diete composte solo da alcune classi di ingredienti), preferendo le diete che prevedono ricette, gastronomicamente modificabili anche negli ingredienti secondari, come appunto spezie e aromi.
Fonte: US National Library of Medicine National Institutes of Health