Goffredo Cerza, il compagno di Aurora Ramazzotti e padre del loro primogenito Cesare, ha appena 28 anni, ma si è già sottoposto a un trapianto di capelli. A farlo sapere è stato lui stesso, che ha postato le foto dalla clinica alla quale si è rivolto.
Goffredo Cerza e il trapianto a 28 anni
A stupire (ma forse neppure troppo) è la giovane età di Goffredo Cerza: appena 28 anni, compiuti lo scorso 19 gennaio. Per l’occasione Aurora Ramazzotti, sua compagna dal 2017 e madre del loro primogenito Cesare Augusto, nato il 30 aprile 2023, gli aveva rivolto gli auguri, rigorosamente social, con un post in cui scriveva: «Oggi è il compleanno della mia persona nel mondo. Ti amo». Poi è stata sempre la influencer e figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, a far sapere che il suo Goffredo si è sottoposto a un trapianto di capelli. Non solo, era stata lei a fargli da “infermiera” nel decorso post intervento a casa.
Quando è indicato il trapianto
Cerza ha postato nelle proprie storie Instagram alcuni scatti prima e dopo l’operazione, rispondendo anche ad alcuni follower incuriositi e indicando la clinica alla quale si è rivolto: quella fondata dal calciatore Cristiano Ronaldo con il manager portoghese Paulo Ramos e dedicata a uno dei problemi che maggiormente affliggono gli uomini, la caduta dei capelli. «Si tratta di una condizione comune e l’età non c’entra: può accadere a 25 anni come a 40 o 50. Quanto alle indicazioni per procedere con il trapianto, dipendono dalle cause che portano alla calvizie», spiega il dottor Cosimo Fasulo, responsabile del reparto di Tricologia del Centro Biomedical di Battipaglia.
L’età e le condizioni giuste per l’intervento
«Anche i giovani chiedono il trapianto dei capelli, ma prima di procedere occorre rivolgersi a un esperto che valuti le condizioni. Il requisito indispensabile, infatti, è che la caduta dei capelli si sia stabilizzata, che quindi non si continuino a perdere – spiega il medico – Che poi si abbiano 28 o 50 anni non conta. L’importante è che la situazione non sia più in evoluzione o che si sia superata la condizione temporanea che ha portato alla calvizie, come uno stato di forte stress, altrimenti il risultato dell’intervento potrebbe non essere quello sperato e il problema tornerebbe a ripresentarsi col passar del tempo».
Come funziona il trapianto di capelli
«In gergo tecnico si parla di traslocazione di bulbi. Di fatto si prendono i bulbi dalla zona occipitale, che è quella non sensibile agli ormoni androgeni che sono la causa della caduta dei capelli, e si reimpiantano nella zona superiore, cioè quella che viene colpita tipicamente dal diradamento», spiega Fasulo. La causa della calvizie più diffusa, cioè «l’alopecia androgenetica, è infatti la maggior presenza di questi ormoni nell’area superiore e non una cattiva circolazione, come invece si riteneva fino a qualche tempo fa. Diciamo che, per usare un paragone calcistico, la zona occipitale è quella di serie A, non sensibile agli ormoni androgeni, mentre quella superiore è di serie C», aggiunge l’esperto.
I capelli non ricadono più
«Il trapianto permette di mantenere i capelli reimpiantati perché consiste in uno spostamento dei bulbi. Appena effettuato non si nota nulla, ma solo piccoli puntini che sono proprio i bulbi», spiega Fasulo. Infatti negli scatti postati da Cerza si notano proprio quei piccoli puntini. «Da lì ricrescono i capelli che riacquisteranno poi il proprio ciclo di vita: cadranno dopo circa 3 anni, in caso si tratti di un uomo, e dopo 5/7 nella donna, ma al loro posto ricresceranno quelli nuovi», spiega il medico.
Il trapianto anche per le donne
«Anche le donne, se le cause sono di tipo ormonale, possono sottoporsi allo stesso tipo di trattamento. In questo caso si parla di alopecia androgenetica femminile. Il procedimento è identico: si andranno a prelevare i bulbi piliferi dalle zone occipitali e temporali, dove i capelli crescono più forti, e li si trasferiranno nella zona superiore della testa», spiega Cosimo Fasulo, che però mette in guardia: «Anche in questo caso occorre una valutazione da parte di uno specialista, perché siano accertate le cause della caduta dei capelli, che possono essere anche di altra natura».
Quando il trapianto non funziona
«Diverso è il caso, infatti, di altri tipi di alopecia, come quella areata o se si tratta di lichen plano pilare. In questo caso a provocare la perdita dei capelli sono soprattutto reazioni autoimmuni, che portano ad aggredire il follicolo pilifero. Se si procede con il trapianto in questi casi si rischia di incappare nuovamente nella caduta. Lo stesso avviene se il motivo scatenante è un momento di stress temporaneo o se si tratta della conseguenza di una dieta particolarmente restrittiva o se il paziente ha una carenza di ferro: in questo caso si assiste a una accelerazione del ciclo di vita dei capelli, che quindi invecchiano prima e cadono», chiarisce Fasulo.
Trapianto, costi e altri rimedi
Il trapianto al quale si è sottoposto Cerza nella clinica di Ronaldo ha un costo di circa 6mila euro, in media con i prezzi dei centri specializzati: «Il costo si aggira tra i 5 e i 7mila euro con punte in alcuni casi di 10mila, in Italia. Esistono anche centri all’estero, in p’articolare in Turchia, dove si può spendere anche molto meno, ma attenzione: a effettuarli non è personale medico, come richiesto in Italia, bensì tecnico. Se, invece, le cause dell’alopecia non sono ormonali, il trapianto sarà sconsigliato, a favore invece di specifiche terapie mediche che sono valutate caso per caso», conclude Fasulo.