In generale, il trattamento principale quando il tumore è circoscritto è l’intervento chirurgico. In alcuni casi per aumentare le possibilità di guarigione può essere necessaria una radioterapia o più spesso una terapia medica cosiddetta “adiuvante”. In questo modo si riduce moltissimo il rischio di recidiva, cioè di ritorno della malattia.
Oggi inoltre non si deve perdere il coraggio neppure in caso di diagnosi di malattia avanzata. Un evento, questo, che non è così raro come potrebbe sembrare. Ogni anno in tutta Europa si verificano oltre 400 mila casi di tumore metastatico del colon-retto, di cui 37 mila in Italia. Molte volte a far perdere tempo è proprio la paura della malattia, dell’intervento e delle cure in generale, che fanno letteralmente nascondere la testa “sotto la sabbia”.
Proprio per questo l’attenzione degli specialisti si è concentrata anche sulla ricerca di cure da effettuare nelle fasi avanzate. In questi casi, negli ultimi dieci anni si sono fatti progressi terapeutici enormi. Nuovi farmaci chemioterapici e nuovi farmaci cosiddetti “a bersaglio molecolare” hanno permesso di migliorare la qualità di vita e di aumentare la possibilità di vivere anche in pazienti con malattia avanzata. Sono disponibili infatti medicinali innovativi, che fanno parte della famiglia degli anticorpi monoclonali.
Tra questi, uno è in grado di inibire il VEGF, cioè uno dei più importanti fattori che danno vita all’angiogenesi e la mantengono vitale. L’angiogenesi, per chiarire, è la crescita di nuovi vasi sanguigni che forniscono alle cellule oncogene tutti quei nutrimenti utili per mantenere in vita e far crescere la massa tumorale. In altre parole, quindi, questo farmaco “taglia i viveri” al tumore. Un altro farmaco chiamato intelligente blocca l’EGFR, uno dei più importanti fattori di crescita che permettono alle cellule tumorali di crescere e moltiplicarsi.