Come in molti altri ambiti professionali, anche nel campo medico si sprecano i luoghi comuni. Capita quindi spesso che alcune idee, fondate più su un retaggio culturale e su antiche credenze, si affermino su quelle agganciate alla sana evidenza scientifica. Il risultato produce conseguenze più negative di quanto si pensi.

Pensiamo per esempio a quelle concezioni che drasticamente associano vino e caffè all’idea di un “veleno” per l’organismo, senza tenere conto che – a meno di essere una persona ipersensibile alla caffeina, per cui basta una tazzina dopo le due del pomeriggio per guadagnarsi il “piacere” di una notte insonne –  il caffè (importante: senza zucchero) sortisce effetti decisamente positivi sulla circolazione cardiovascolare e sulla prevenzione di patologie degenerative cerebrali, quali l’Alzheimer.

Uova e cioccolato sono al centro di un buon numero di luoghi comuni. Sul Washington Post si è potuto leggere di recente un articolo, a cavallo tra il serio della scienza e il faceto del “si dice”, in cui si è ristabilita giustizia per il cacao, le cui virtù salutari determinate dal suo contenuto di polifenoli sono state evidenziate per affermarle sui danni che tradizionalmente gli vengono attribuiti. Danni risalenti, in particolare, alle abitudini statunitensi di consumare cioccolato al latte con bassa percentuale di cacao; diversa, per fortuna, la consuetudine europea di gustarlo fondente.

Poi ci sono le uova, il cui mito negativo è sicuramente da smontare. È un fatto scientificamente accertato che la presenza di un buon livello di proteine determini un basso indice glicemico del piatto. Ed è altrettanto scientificamente accertato come i livelli di colesterolo nel sangue non dipendano dalla quantità dello stesso colesterolo introdotto, ma da quella che viene prodotta nell’organismo. A questo si aggiunga che le uova contengono grassi polinsaturi e molta Vitamina D3, della quale è acquisito il ruolo nella regolazione dell’obesità e nel prolungamento della vita cellulare.