Il Centro di ricerca clinica in medicina di emergenza dell’Ospedale Centrale di Perth, Australia, ha reso noti i risultati di una ricerca statistica condotta sui ricoveri d’urgenza connessi all’uso di droghe sintetiche.

Sulle pagine dell’Australian Medical Journal, che ha pubblicato la ricerca, si legge che circa il 20 per cento dei pazienti ricoverati in pronto soccorso per consumo di MDMA (ecstasy), metanfetamina e speed mostra segni evidenti di danni cerebrali gravi.

La ricerca si basa sulla scansione cerebrale di 23 consumatori abituali e di 7 consumatori ricreativi di droghe sintetiche (età media 27 anni) finite al pronto soccorso in seguito a malore collegato all’uso di sostanze. Dopo il ricovero e gli esami diagnostici, i pazienti si sono sottoposti a un’intervista.

Circa due terzi dei ricoverati hanno dichiarato di soffrire di disturbi di concentrazione e di umore, la metà di essi dichiara di avere problemi di salute generali e un altro 50 per cento ha problemi di memoria quando non è sotto l’effetto delle sostanze.

Quello che più ha colpito i ricercatori però, è stata la comparsa nella risonanza magnetica di “un oggetto luminoso non identificato”. Questo risultato indica un punto di lesione cerebrale, di solito situato nel lobo frontale. Un’anormalità simile a quella che si riscontra nei pazienti anziani e che indica un serio aggravarsi del rischio di ictus, demenza e declino cognitivo.
 
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Nell’immagine si possono vedere chiaramente i danni riportati da una donna durante 10 anni di consumo di metanfetamine (guarda il video su YouTube)