1/6 – Introduzione
La vitamina D è una vitamina quasi “miracolosa”, una sorta di panacea, grazie alle sue eccezionali proprietà. Una sua eventuale carenza può comportare grossi rischi per la salute, infatti negli adulti può provocare una vera e propria malattia chiamata “osteomalacia”, con conseguente indebolimento delle ossa, nei bambini, invece, si può arrivare persino al rachitismo. Tuttavia non bisogna credere che la vitamina D possa essere assunta in qualsiasi dose. Esistono, infatti, delle dosi giornaliere raccomandate, poiché un eccesso potrebbe essere dannoso per il cuore, le arterie e i reni. Sarà opportuno, dunque, effettuare le giuste analisi del sangue ed assumere la dose necessaria di vitamina D, non solo attraverso integratori ma, soprattutto, attraverso l’alimentazione giornaliera. Per un buon apporto di vitamina D, dovremo mangiare più spesso il pesce, le uova, il tuorlo in modo particolare, il burro, il fegato e anche grassi animali. Saranno, inoltre, da preferire le carni bianche, come il tacchino o il pollo, più ricche di vitamina D. Esponiamoci al sole, con le dovute precauzioni, e facciamo sì che i suoi raggi non solo ci regalino una bellissima abbronzatura ma che facciano soprattutto bene alle nostre ossa che sono le più colpite in mancanza di vitamina D. Vediamo, allora, alcuni tra i principali benefici, per il nostro organismo, di mantenere alti i livelli di vitamina D.
2/6 – Rinforza le ossa
La vitamina D rientra nel gruppo delle vitamine dette “liposolubili” ed è prodotta anche endogenamente dal nostro organismo grazie all’aiuto dei raggi del sole. In primis, dunque, la vitamina D è un grosso alleato delle nostre ossa. Fin dall’infanzia, infatti, essa fa sì che l’organismo assorba il calcio necessario a rendere la struttura ossea più forte, evitando così anche rischi di fratture. Nei bambini, già fin dai primi mesi di vita, sarà necessario integrare questa vitamina per scongiurare il pericolo del rachitismo, di cui abbiamo accennato prima. In età avanzata, invece, ed in particolare nelle donne in menopausa, previene il rischio dell’osteoporosi, altra malattia che colpisce le ossa a causa proprio della mancanza di questa vitamina, oltre che per carenze di calcio.
3/6 – Previene la sclerosi multipla
Alcuni recenti studi hanno teorizzato che le persone che vivono in posti poco raggiunti dai raggi solari si ammalino più frequentemente di sclerosi multipla. In particolare, i livelli di vitamina D presenti nel sangue sarebbero in grado di predire l’evoluzione della malattia, con progressioni notevolmente ridotte nei pazienti con un buon livello di questa vitamina. È una teoria questa ancora tutta da dimostrare, ma nel dubbio preveniamo e assumiamo le giuste quantità di vitamina D quando il nostro organismo non riesce a produrne a sufficienza.
4/6 – Combatte la depressione
Si è notato, inoltre, che la vitamina D è anche un ottimo antidepressivo naturale. Certo, la sua sola azione non basta, ma la sua presenza stimolerebbe la produzione di endorfine, il cosiddetto ormone della felicità, la serotonina, l’ormone del benessere, e l’ossitocina, l’ormone del piacere, migliorando il tal modo lo stato emotivo e psicologico dei pazienti. Aumenterebbe, inoltre, anche la produzione di vasopressina, l’ormone della fedeltà, con miglioramenti, in questo caso, delle relazioni sociali e sentimentali.
5/6 – Indica il rischio cancro
C’è poi un altro settore della medicina che studia la correlazione tra vitamina D e cancro al colon, alla prostata e al seno. Si tratta di studi ancora in corso e avviati da poco tempo, quindi bisognerà attendere ancora per sapere se esiste davvero un rapporto tra cancro e carenza di vitamina D, oppure si tratta solo di un indicatore di “benessere”, ossia una sorta di sintomo, con una relazione inversamente proporzionale tra i livelli di vitamina di D il rischio di cancro.
6/6 – Previene l’infarto
Grazie alla vitamina D, inoltre, è possibile ridurre notevolmente l’ipertensione e con essa il rischio di infarto, ictus e cardiopatie in generale. Secondo una ricerca pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, aumentando la quantità di vitamina D nell’organismo, si avrebbe una riduzione del rischio di patologie cardiovascolari di circa il 10%, per ogni 10 nanogrammi di vitamina D in circolo in ogni millilitro di sangue, ed una conseguente diminuzione di circa il 12% di morte dovuta proprio a questo tipo di patologie. Lo studio è ancora in corso e ci vorrà tempo per approfondire ogni aspetto della teoria, ma le premesse sembrano essere promettenti.