Le nausee mattutine e il vomito non vengono contrastati né dai metodi alternativi, né dai farmaci.
Un servizio effettuato da Cochrane Library, una rivista britannica di letteratura biomedica, ha esaminato 4mila donne incinte durante le prime venti settimane di gravidanza e ha registrato i risultati delle pratiche mediche a cui si sottoponevano per alleviare le nausee.
Oltre a pratiche come la somministrazione di antiemetici, l’agopuntura e la digitopressione, la ricerca ha preso in esame altri metodi meno convenzionali come il consumo di biscotti allo zenzero (usati per combattere il vomito gravidico).
È risultato che, indipendentemente dal metodo utilizzato, solo in pochi casi si sono ottenuti dei risultati e quando ci sono stati, erano mediamente di piccola entità.
“I risultati non implicano che questi metodi non funzionino” ha sottolineato Anne Matthews, della School of Nursing della Dublin City University, “Ma che gli operatori sanitari e le donne stesse non possono avere elementi di prova attendibili sulla loro efficacia, rendendo quindi dubbio il loro utilizzo. Nonostante la ricchezza dei diversi trattamenti disponibili, non è possibile al momento identificare con sicurezza qualsiasi sicuro ed efficace intervento per la nausea e il vomito in gravidanza iniziale”.
Ogni donna quindi ha una personale reazione ai sistemi antinausea. Bisogna provarli e cercare quello che più si adatta al proprio corpo, tenendo in conto anche la possibilità di non riuscire a trovare una soluzione a questo fastidio.
Nausea in gravidanza: i farmaci non servono
Uno studio statistico inglese evidenzia l'inefficacia dei sistemi antiemetici sulle donne incinte, sia tradizionali che alternativi
10.09.2010
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