La margherita dai 16 petali, o chrysanthemum, è il fiore dell’autunno: con la sua anima vivace porta una nota di colore nelle fredde giornate dominate dal grigio. Nella cultura cinese fa parte dei Quattro Nobili: insieme al crisantemo, bambù, orchidea e susino asiatico. In Occidente lo chiamiamo fiore dei morti e il 2 novembre ne facciamo grandi mazzi colorati come segno di saluto ai cari che non ci sono più. Ma in Oriente il crisantemo è fortunato auspicio di energia e forza vitale.

Il simbolo del crisantemo in Giappone

Forse non sapevi che il trono imperiale in Giappone viene chiamato “trono del crisantemo”. Questo fiore, con la sua corolla ricca di petali, ricorda il sole, simbolo di vita, crescita, forza. L’emblema del Giappone è un crisantemo di 14 o 16 petali color oro: utilizzato per la prima volta dall’imperatore Go-Toba, vissuto fra il 1180 e il 1239, questo simbolo stilizzato è lo stesso che compare sulle tuniche dei monaci buddhisti della scuola giapponese fondata da Nichiren.

Una curiosità? Per millenni la tradizione ha tramandato che i sovrani giapponesi fossero discendenti diretti della dea del Sole Amaterasu, solo il primo gennaio 1946 l’imperatore del Giappone Hirohito dichiarerà la natura umana dell’imperatore pronunciando quella rimasta nella storia come la Dichiarazione della natura umana dell’imperatore, o Dichiarazione di umanità, in occasione del discorso di capodanno.

Crisantemo, fiore mistico e curativo

Presente in diverse aree del mondo dall’Oriente all’Europa, il genere Chrysanthemum L. fa parte della famiglia delle Asteraceae. Resiste al freddo e fiorisce nel pieno dell’autunno, anche per questo le sue sfumature intense sono diventate un segno di saluto e un collegamento con la vita capace di gettare un ponte fra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Sono oltre 200 le specie, con forme diversissime fra loro. Nel “Bullettino della R. Società Toscana di Orticultura” del 1889 si legge che l’arrivo del crisantemo in Europa avvenne grazie a “un oscuro mercante di Marsiglia, tornato in patria da un viaggio nella Cina”, il quale “recò seco di laggiù, alcune piante di quella specie di fiori, che i botanici conoscevano già col nome di Crisantemi, ma che i nostri giardini ignoravano ancora”.

La parola “crisantemo” viene dal greco antico: khrysánthemon, da khrysós, ‘oro’ e ánthemon, ‘fiore’. Fiore d’oro, capace di rievocare lo splendore aureo del sole e non solo in senso fisico. Antico rimedio medicinale cinese per la vitalità, la tradizione racconta che il fiore d’oro, d’ispirazione per la meditazione, viene chiamato “gloria dell’autunno” dalla saggezza di Confucio. Una vera e propria esplosione di vitalità nel pieno dell’autunno.

In medicina cinese del crisantemo si utilizzano i fiori, che in infuso hanno un effetto disintossicante per il fegato e svolgono un’azione antipiretica in grado di abbassare la febbre e dare sollievo al mal di testa, mal di denti el dolori neuropatici. Non solo, il crisantemo viene utilizzato per combattere l’ansia e anticamente gli sciamani usavano raccogliere la rugiada sui petali di questo fiore per preparare preziosi quanto segreti elisir di lunga vita. Il kiku sake, tradizionale vino di riso aromatizzato con i petali di crisantemo, si credeva portasse via i malanni e aiutasse a preservare la salute.

come coltivare il crisantemo

Simbolo di vitalità grazie alla sua capacità di resistere ai primi freddi della cattiva stagione, il crisantemo è protagonista di un rito millenario: la festa di Kiku no sekku, una delle maggiori in Giappone, celebrata come il Giorno dei crisantemi. Grazie alla somiglianza del fiore con il disco solare la “festa per la contemplazione dei crisantemi” diventava una simbolica lotta contro il periodo dell’anno in cui la natura si spoglia e il freddo avvolge ogni cosa. Il potere del crisantemo diventava simbolo per ritrovare l’energia vitale dell’individuo e della comunità: un rito che ogni anno continua a rinnovarsi.

Perché il crisantemo è il fiore dei morti

In Occidente, il crisantemo è il fiore simbolo del Giorno dei morti, che cade il 2 novembre di ogni anno. Ma perché questo fiore viene associato al lutto? Il motivo sarebbe legato sia al periodo della fioritura, che cade proprio tra ottobre e novembre, quando si ricordano i defunti, sia a un’antica leggenda.

Secondo una storia popolare, infatti, una bambina stava accudendo la madre moribonda quando uno spirito, mosso dalla compassione per la piccola, le regalò una margherita e le disse che la mamma sarebbe vissuta tanti giorni quanti erano i petali che componevano il fiore. La bimba, allora, con estrema meticolosità, iniziò a dividere ogni petalo in tante piccole striscioline; quando la morte arrivò e vide che sulla margherita c’erano ancora tanti petali, decise di trasformare ogni petalo minuscolo creato dalla bambina in tanti anni da far trascorrere insieme a madre e figlia. Nasce così la credenza secondo la quale il crisantemo sia il fiore dei morti.

Crisantemo cura

Il crisantemo si può coltivare abbastanza facilmente in vaso, e ancora più in giardino. Il vaso va scelto di dimensioni medio grande, sul fondo bisogna mettere un po’ di ghiaia, e di tanto in tanto bisogna concimare.

Può essere posizionato in pieno sole, ma in estate meglio ripararlo all’ombra. In inverno se posizionato in un punto ben illuminato resiste anche fino a temperature di 5°.

L’innaffiatura va fatta più volte a settimana in estate, mentre va diminuita in inverno: in generale bisogna regolarsi saggiando l’umidità del terriccio, che appunto deve essere sempre un po’ umido, evitando però i ristagni.

Cosa vuol dire regalare crisantemi

Regalare crisantemi in Italia non è comune, proprio per la tradizione che associa questi fiori al giorno in cui si ricordano i defunti. È molto diffuso quindi vederli nei cimiteri, ma poco nelle case. Questo è un vero peccato perché, come abbiamo visto, in altre parti del mondo questo fiore è simbolo di eleganza e raffinatezza. Un mazzo di crisantemi, nel nostro Paese, non è quindi adeguato come regalo di compleanno o per fare gli auguri a qualcuno. Al contrario, in Oriente regalare crisantemi significa augurare una vita lunga e piena di soddisfazioni, oltre a rappresentare la rinascita e a essere quindi un regalo ideale per i compleanni.