Dal mondo della danza a quello delle stem e delle nanotecnologie, il passo – o, se preferite, il plié – per Beatrice Carolina Iaia, 36 anni, è stato breve, ma non meno intenso. Tutto è avvenuto tra il 2017 e il 2018, quando dirigeva a Milano la scuola di ballo nata nel 2013 dalla sua passione, e relativa formazione, per le danze urban: dancehall, hip-hop e house. «All’università avevo studiato Giornalismo e Linguaggio dei media, ma poi ho deciso di cambiare percorso. E non è stata l’unica volta nella mia vita».

Beatrice Carolina Iaia ha collaborato con il padre a un progetto in campo chimico

L’altra, appunto, alla fine del 2017. Che cos’è successo?

«In seguito ad alcuni allagamenti, sono stata costretta a chiudere la scuola e ho cominciato ad avvicinarmi a un progetto di mio padre, che in quel periodo stava realizzando un brevetto».

Di che tipo?

«Chimico. Aveva ideato formule speciali per il trattamento delle superfici, grazie alle quali si possono rendere i materiali antiscivolo e autopulenti senza l’utilizzo di sostanze tossiche e per lungo tempo».

Suo padre lavorava già nel settore?

«Aveva un’azienda che operava in quell’ambito dagli anni ’90, però non era la sua occupazione principale: insieme a mia mamma aveva anche altre attività, tra cui negozi di abbigliamento e ristoranti. Lui da ragazzo aveva studiato Chimica in Germania ed è sempre stato un visionario: già negli anni ’80 aveva intuito che i trattamenti a base d’acqua avrebbero potuto migliorare il nostro impatto ambientale. All’epoca nessuno considerava rilevanti questi temi e lui aveva dovuto accantonare l’idea. Ma, per fortuna, non per sempre».

Lei e il padre hanno fondato un’azienda che usa le nanotecnologie

Nel 2018 avete fondato insieme BioTitan Nanotechnology, un’azienda che crea rivestimenti nanotecnologici per le superfici dando ai materiali proprietà innovative ma senza alterarli. Come ci siete arrivati?

«Abbiamo avviato una collaborazione vincente, facendo testare i nostri prodotti da uno spin-off dell’Università di Bergamo, che ha riconosciuto il grande potenziale e ha velocizzato il processo di certificazione e brevettazione delle formule».

Lei ha ricevuto tanti riconoscimenti e BioTitan Nanotechnology è stata premiata agli ultimi Oscar dell’Innovazione.

«È il segnale che questa idea può portare benefici per la salute delle persone e per l’ambiente: grazie ai nostri trattamenti si riducono i cicli di pulizia e manutenzione e si risparmiamo diverse tonnellate d’acqua, azzerando l’utilizzo di detergenti tossici».

Beatrice Carolina Iaia ha studiato nanotecnologie e altre materie Stem

Aveva studiato comunicazione e poi aveva gestito una scuola di danza: come si è formata su temi per lei inediti?

«Ho sfruttato il periodo della pandemia per studiare Chimica da sola e poi ho conseguito un master in Sostenibilità ambientale e uno in Nanotecnologia. Questo mese terminerò invece il corso per diventare Tecnico ambientale».

Cosa ha imparato, al di là degli aspetti scientifici e tecnici? «Che tendiamo a reputare meno importante ciò che non vediamo, ma anche questo può avere un grosso impatto».

Un esempio?

«Ogni giorno stiamo attenti a cosa mangiamo, sappiamo quanta acqua beviamo, ma nessuno sa che cosa respiriamo. Eppure si tratta di circa 12.000 litri di aria al giorno! Oggi possediamo già la tecnologia per migliorare questo mondo in cui viviamo, dobbiamo imparare a usarla».

L’uso di nanotecnologie per la pulizia delle case può avere minore impatto sull’ambiente

Nelle nostre case quali benefici potremmo ottenere?

«Pensiamo al vetro della doccia: normalmente per tenerlo pulito utilizziamo un tirante per l’acqua e poi ogni tot passiamo l’anticalcare. Con un trattamento nanotecnologico per il vetro, invece, l’acqua scenderebbe da sola senza lasciare aloni né goccioline».

Pare un sogno.

«Moltiplichiamo questa piccola azione per tutte le finestre e i vetri delle case, degli uffici… E addirittura dei grattacieli, dove c’è anche una questione di messa in sicurezza del personale».

Dalla danza alle nanotecnologie Beatrice Carolina Iaia ha sempre amato la comunicazione

Si è mai interrogata su che cosa leghi le sue diverse esperienze di studio e lavoro?

«Sì, e sono arrivata alla conclusione che – nonostante le differenze – il fil rouge sia rappresentato dal mio amore per la comunicazione. Sin da piccola desideravo imparare a comunicare bene, anche attraverso il linguaggio non verbale della danza. Oggi tutto questo mi torna utile perché il mio ruolo principale in azienda è proprio riuscire a far comprendere i benefici dei nostri prodotti».

Quello con la danza è un amore concluso? «Tutt’altro: una volta alla settimana la insegno ancora. Affitto uno spazio e mantengo il mio corso, le mie allieve. Non riuscirei mai a vivere senza».

È stata la danza a insegnarle la disciplina e la capacità di rimettersi in piedi?

«Certo, ma non solo. In passato mi sono ritrovata ad affrontare alcune difficoltà personali e di salute che hanno contribuito a sviluppare una grande forza interiore».

Dopo un fallimento si può ripartire ma serve un progetto valido

In base alla sua esperienza, ricominciare è sempre possibile?

«Solo la nostra testa ci tiene legati a dove siamo, mentre a volte il fallimento di un progetto ti colloca altrove. E noi in quell’altrove possiamo ricominciare da zero. A prescindere dall’età, dai soldi, da tutto».

A quale condizione?

«Che ci sia un’idea valida. Bisogna avere chiare le azioni da compiere e vanno messi in conto degli sforzi: è necessario studiare e avere molta forza di volontà, perché i risultati non piovono dal cielo. Ma quando acquisisci delle competenze tutto cambia e assume più valore di quanto gliene davi prima».

Beatrice Carolina Iaia vuole far avvicinare le bambine alle materie Stem

Distinguersi in un settore Stem la rende più orgogliosa in quanto donna?

«Mi capita di partecipare a eventi sull’efficientamento energetico dove la percentuale maschile è molto alta e mi piace essere lì a spezzare la monotonia. A marzo andrò a parlare con i bambini delle scuole elementari e sono felice di contribuire a cambiare il loro immaginario. Anche se non bisogna forzare la mano: io stessa ho prima seguito la mia anima artistica attraverso la danza. Le bambine devono però avere molto chiaro che le materie scientifiche possono regalare loro carriere sfolgoranti».

Ecco le giornate a tutta scienza!

L’11 febbraio sarà la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita dall’Onu nel 2015. In questi giorni si celebra anche la Settimana nazionale delle Stem con cui da 2 anni in Italia viene promosso lo studio delle materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.Sono previste in tutta Italia giornate di orientamento, didattica innovativa e attività extrascolastiche: le iniziative mirano a stimolare l’interesse e l’apprendimento delle Stem, evidenziando le opportunità lavorative che offrono (mur.gov.it).