«Da grande vorrei fare l’ingegnere». Ogni volta che una bambina lo dice, il gioco cambia. Il motivo è semplice: le donne non sono mai state incoraggiate a intraprendere studi o carriere in ambito Stem (acronimo di science, technology, engineering, mathematics) e di conseguenza il numero di talenti femminili che lavorano in questi settori è ridotto. Ma le cose stanno cambiando. Parola di Berta Herrero che, come Head of Diversity, Equity and Inclusion for Europe di Huawei, sta lavorando affinché le donne che si occupano di tecnologie e innovazione siano sempre di più e godano del riconoscimento che meritano. «Abbattere il gender gap è una priorità per tutta l’industria tecnica, e lo è in tutto il mondo. All’interno di Huawei mi impegno a garantire diversità ed equità: è importante che ogni lavoratore, non solo le donne, senta che il proprio lavoro è rispettato e riconosciuto» sottolinea.
Che cos’è la European Leadership Academy?
Ma, quando si parla di parità di genere, lo sforzo di una singola azienda non è sufficiente: bisogna fare di più. È per questo che nel 2021 Berta Herrero ha fondato la European Leadership Academy (ELA), di cui è anche presidente. La prima iniziativa dell’accademia, patrocinata da Huawei, è stata la Summer School for Female Leadership in the Digital Age. Si tratta di un programma di formazione gratuito che è rivolto a studentesse dai 18 anni in su provenienti dagli stati membri dell’Unione europea, più Ucraina, Balcani, Islanda, Svizzera e Turchia, e che comprende diversi percorsi di studio. L’obiettivo? Ridurre il gender gap e il divario digitale. Un progetto ambizioso che si è già concretizzato in quattro edizioni estive e una invernale della scuola. A queste se ne sono aggiunte due della The Women’s Academy for Rural Innovation, dedicata a donne provenienti dalle aree rurali europee.
L’ultima si è tenuta in Croazia, lo scorso novembre. È qui che ho incontrato Berta. 31 anni, spagnola, un sorriso smagliante e un animo sempre positivo, da piccola sognava di fare magie come Harry Potter nella scuola di Hogwarts. Era brillante negli studi, ma nessuno le aveva mai detto che da grande avrebbe potuto lavorare nel campo delle tecnologie. Col senno di poi, è stato quello il primo segnale che qualcosa non andava nel verso giusto. A Madrid ha studiato Filosofia e Giornalismo, a Berlino Storia dell’Europa orientale. Poi ad Amsterdam si è dedicata a Studi europei e a Stanford ha frequentato la Graduate School of Business: è qui che ha iniziato a studiare diversità e inclusione e come garantirle. Prima di approdare in Huawei, ha lavorato al Parlamento europeo e come giornalista per El Mundo e El País, scrivendo di politica e relazioni internazionali.
Tra pratica e teoria
Quando le chiedo perché ha deciso di fondare la European Leadership Academy, non ci pensa un attimo:
«Perché è l’esempio che conta, la mia esperienza mi ha insegnato che le ragazze, già dalla scuola, sono portate a sognare di diventare ciò che vedono intorno a sé. Qui cerchiamo di ampliare i loro orizzonti, diciamo loro che, se vogliono avere una carriera nella tecnologia, possono averla. Aiutiamo le donne a diventare le leader di cui il mondo ha bisogno».
Una settimana di Academy è un booster di autostima e fiducia nelle proprie capacità. Role model, imprenditori, docenti, politici e esponenti del Parlamento europeo sono solo alcune delle figure che le studentesse incontrano durante le lezioni. Ciascuno di loro condivide la propria esperienza sul campo: si parla di sostenibilità, Intelligenza artificiale, cybersecurity, nanotecnologie e molto altro. Non meno importanti sono i workshop dedicati al public speaking e allo sviluppo di uno storytelling efficace, perché un’idea vincente ha bisogno di una comunicazione adeguata. Alla teoria segue poi la pratica: le partecipanti, infatti, sono chiamate anche a realizzare progetti di gruppo.
Berta Herrero: è la motivazione che conta
Grinta e intraprendenza alle studentesse di solito non mancano, ma ad accertarle in fase di selezione è una giuria altamente qualificata, composta da politici e imprenditori con profili molto diversi. «A loro dico sempre di non guardare all’università di provenienza. Qui le tue possibilità finanziarie non sono importanti. È la motivazione che conta: siamo tutti uguali, perché esprimiamo i nostri sogni. Allo stesso modo alle ragazze dico di non badare a ciò che hanno fatto fino a ora, perché l’importante è quello che impareranno qui e come lo useranno nel futuro» spiega.
Ma perché è importante che le donne abbiano un ruolo attivo nella transizione digitale?
«Non dobbiamo dimenticare che la tecnologia è il prodotto del talento e del lavoro delle persone che la creano e che, in quanto esseri umani, hanno dei bias. Più il team è diverso, più la tecnologia sarà articolata e ricca».
Sostiene la presidente della European Leadership Academy, che figura anche nella classifica Who to follow in 2024, stilata da EU Bubble Insider, una piattaforma dedicata alla comunicazione di tutto ciò che accade a Bruxelles e ruota attorno alle istituzioni dell’Unione europea. Ma il premio più grande per lei è il successo delle sue studentesse: alcune di loro lavorano alla Commissione e al Parlamento europei, altre in istituzioni accademiche e in grandi aziende internazionali, altre ancora hanno lanciato una loro start-up. È questo il carburante di Berta Herrero. E per il futuro? Non ha intenzione di fermarsi. Le iscrizioni per la Summer School, che si terrà tra il 12 e il 18 luglio, sono già aperte (www.europeanleadershipacademy.eu è il sito da consultare). E la partecipazione sarà estesa alla Norvegia e alla Moldavia. Dove si terrà? Lo scopriremo il 20 gennaio.