Quando Chiara ha iniziato l’università, Alexa non era ancora nata. Ma lei, che è una sorta di maestra che le insegna a esprimersi, si dice «orgogliosa di averla vista crescere». Una storia come tante? Non proprio: Chiara ha 39 anni, di cognome fa Rubagotti, ha una laurea e un dottorato in Linguistica all’Università Cattolica di Milano, è arrivata in Amazon nel 2019 come Language Engineer ed è ora Product Manager di Alexa International. Ovvero, il celebre assistente vocale, realizzato dalla società di Jeff Bezos, che nel 2023 solo nel nostro Paese ha registrato oltre 11 miliardi di interazioni: dalla sveglia alle previsioni meteo, dalle ricette alle canzoni, dal controllo delle luci e del termostato di casa fino alla risposte a domande come “Alexa, qual è il nome più diffuso in Italia?” oppure “Alexa, qual è la parola più usata al mondo?”.
Chiara Rubagotti è esperta di assistenti vocali come Alexa
Prima di capire in cosa consista il lavoro di Chiara Rubagotti, togliamoci una curiosità sul genere di questa tecnologia, che nella sua versione americana ha compiuto 10 anni, mentre in quella italiana veleggia verso i 7.
Alexa è una donna?
«No. La sua voce si può impostare al femminile o al maschile, noi la immaginiamo come entità neutra. Il nome si ispira all’antica biblioteca di Alessandria d’Egitto: è il simbolo di una conoscenza infinita».
Come è diventata la sua “insegnante”?
«Ho sempre amato le lingue e la comunicazione. Il mio percorso di studi superiori va dal liceo scientifico con sperimentazione indirizzo linguistico fino al dottorato in Linguistica. Quando ero una bambina gli assistenti vocali erano oggetti da letteratura fantascientifica, ma, prima di arrivare in Amazon, ho iniziato in altre big tech lavorando a progetti per la creazione proprio di assistenti vocali».
Sembra un paradosso che con il suo background umanistico sia stata reclutata da aziende tech. «Solo all’apparenza. Lavoro nel “Natural Language Processing”, che si occupa del modo in cui i dati linguistici sono rielaborati dalla macchina ed è interdisciplinare».
Attorno ad Alexa c’è un team di professionisti diversi
Attorno ad Alexa ci sono tanti prof.
«Certo (ride, ndr). Ho iniziato in Amazon nel 2019, nel Centro di Ricerca e Sviluppo di Torino, come Language Engineer in un team che ha professionisti diversi, dai ricercatori agli informatici, e ho sviluppato competenze tecniche».
Per questo sprona le ragazze a studiare materie Stem?
«Sono stata ambassador per un progetto interno di Amazon per l’educazione digitale e l’inclusione: con alcune colleghe andavo nelle scuole medie per mostrare che esistono nella tecnologia carriere per le donne. Questo non significa che tutte le ragazze debbano iscriversi a Ingegneria. In un’azienda tech non si assumono solo ingegneri, ma nel mondo del futuro sarà importante per ognuno di noi avere anche competenze tecnologiche».
Servono quindi contributi diversi?
«Creiamo prodotti tecnologici per tutti: uomini, donne, giovani, anziani, persone con disabilità. E per realizzare un prodotto eccellente c’è bisogno di professionalità diverse».
Chiara Rubagotti paragona Alexa a un bambino che pian piano impara a parlare
Ma come fa una macchina a capire la lingua con cui le parliamo?
«Grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale, anzi di più Intelligenze Artificiali. In Alexa ne contiamo oltre 30: sfruttano diversi segnali contestuali e sensoriali per consentire al dispositivo di rispondere ed elaborare in modo veloce e funzionale molte richieste. Pensiamo a un’orchestra di 30 musicisti che devono eseguire in pochi millesimi di secondo uno spartito sempre nuovo e imprevedibile, come è una frase di linguaggio umano. Alexa deve poter capire e rispondere in un modo naturale e questo richiede lavoro su diversi fronti».
Si può dire che “va a scuola”?
«Possiamo in un certo senso paragonarla a un bambino che apprende la lingua: parte da zero, poco per volta diventa più sicuro e, con un vocabolario più ampio, man mano riesce a riconoscere i diversi contesti. Alexa ha imparato le materie che sono di interesse per il pubblico italiano».
Alexa “studia” le materie che interessano a noi italiani
Quali sono?
«Ci sono un aspetto linguistico e uno culturale. Il primo step è far sì che capisca il linguaggio nella sua interezza: dal riconoscimento vocale all’intento della persona che sta parlando. Poi, rispetto alla versione americana, abbiamo fatto un lavoro di sintesi vocale di fonemi specifici. Il nostro Paese è caratterizzato da tanti dialetti e da forti differenze linguistiche e di accenti. Per esempio, in Romagna la “z” e la “s” hanno suoni completamente diversi rispetto al resto dell’Italia. Ecco perché abbiamo dovuto insegnare ad Alexa la storia, la cultura, le tradizioni e i modi di dire locali e abbiamo coinvolto linguisti, esperti di economia e del sociale. Prima di lanciare il prodotto, abbiamo fatto tanti test con colleghi, amici e familiari in tutta Italia. Poi le abbiamo insegnato contenuti rilevanti per il nostro Paese. Un esempio? A febbraio ci sarà il Festival di Sanremo ed è un evento in cui Alexa è sempre stata di grande compagnia, con i suoi pronostici, le pagelle e molto altro».
Non ci sono intoppi?
«Occorre un continuo addestramento per affrontare situazioni nuove o “eccezionali”. Per esempio, quando al Festival di Sanremo sono comparsi sulla scena artisti con nomi particolari come Mahmood. Ma, appunto, grazie al nostro costante lavoro di fine tuning, Alexa impara e cresce e risponde in modo brillante, rispettoso e sempre più naturale».
Oggi Alexa si trova anche nelle stanze d’albergo
Dica la verità: Alexa la lascia in ufficio o la porta a casa?
«No, è sempre con me, sono un’utente anche io. E ora la trovo anche in viaggio. Nel 2023 abbiamo lanciato in Italia – primo Paese in Europa – il servizio Alexa Smart Properties Hospitality: il nostro dispositivo è ora presente in migliaia di camere d’albergo con il ruolo di concierge. Offre informazioni turistiche, prenota un transfer, richiede un asciugamano aggiuntivo… Lo scopo di Alexa è di semplificarci la vita e io – da sua “maestra” – posso assicurare che ci stupirà sempre più».
Gli italiani fanno tante domande diverse ad Alexa
Gli italiani hanno comunicato tantissimo con Alexa nel 2024. Ma vediamo cosa le hanno domandato. Le 3 età più richieste?
L’età di Loredana Bertè, Lorella Cuccarini, Fiorella Mannoia.
Hanno chiesto a quanto ammonta il patrimonio di alcuni personaggi. Quali i più “gettonati”?
Elon Musk, Carli Bybel, Cristiano Ronaldo.
Le hanno chiesto con chi è sposata/o…
Annalisa, Cupido, Mike Buongiorno.
Le ricette più richieste sono quelle per preparare…
Mini dorayaki con Nutella, polpette di patate, graffe.
In ambito sportivo hanno chiesto più spesso…
A che ora inizia la partita della Juventus? Quando si gioca la prossima partita di Serie A? A che ora inizia la partita del Napoli?
Nella musica, il più ascoltato è stato…
Artista: Geolier; brano: Tuta gold di Mahmood; album: Dio lo sa di Geolier.
Le cose più bizzarre dette ad Alexa sono…
Autodistruggiti. Sono tuo padre. Sai parlare napoletano?