All’inizio della nostra chiacchierata la voce è timida, velata da quell’incertezza che hai a 22 anni quando stai posando i primi mattoni importanti del tuo progetto di vita. Ma poi, frase dopo frase, Chiara Schettino si accende e l’entusiasmo domina ogni parola. Campana di origine, oggi vive tra Roma e Milano e si è appena laureata in Digital Management all’Università Ca’ Foscari di Venezia. E, soprattutto, è la mente di Rosso, www.donarosso.it, la startup che ha un obbiettivo ambizioso: azzerare in dieci anni l’emergenza di sangue nel nostro Paese, incentivando il numero di donazioni.

Chiara Schettino ha avuto la leucemia e sa quanto sia importante donare sangue

Il progetto di Chiara nasce da un’esperienza personale. Durante il Covid è stata ricoverata per una leucemia e ha provato in prima persona le lunghe attese di chi aspetta anche per 10 ore quella piccola sacca rosso vermiglio che fa la differenza. Adesso quei momenti sono archiviati nei ricordi, ma domande e paure si sono trasformati nella benzina che ha fatto decollare la sua startup. «Rosso è partito 9 mesi fa e con me lavora una squadra di under 25 con competenze diverse e con le idee molto chiare» racconta. «Sappiamo che dobbiamo puntare ai più giovani perché in questo campo non c’è ricambio generazionale: i 40enni e 50enni sono abbstanza attenti, ma gli altri latitano. Siamo all’inizio ma possiamo dirci soddisfatti, perché, per esempio, abbiamo già coinvolto e fidelizzato 450 donatori della generazione Z, ovvero tutti under 25. Tantissime sono ragazze, di solito più restie, e abbiamo registrato una media di 2 donazioni, quando in Italia di solito ci si ferma a 1,4 all’anno».

Incontri nelle scuole e nelle aziende per donare sangue

La magia è frutto di una campagna capillare fatta di incontri ed eventi nelle scuole, nelle università e in tante aziende, come Lottomatica, Procter & Gamble e altre ancora. Ogni giorno Chiara con la sua squadra fa informazione e sensibilizzazione, raccontando la facilità e l’importanza di un semplice prelievo. Di pari passo, ha progettato il sito che sta diventando il fulcro della startup. «Collaboriamo con ospedali e associazioni e stiamo costruendo una specie di anagrafe dei donatori, un database utile per contattarli e rendere più semplice e veloce il processo in ogni fase dalla prenotazione dell’appuntamento in poi».

Grazie a speciali young ambassador recluta giovani donatori

C’è un altro aggettivo che riecheggia nella mente di Chiara: cool. «Non possiamo più dipendere dalla generosità delle persone. Noi italiani abbiamo un cuore grande, ma un prelievo che salva la vita non deve essere considerato soltanto come un’azione buona e caritatevole. Deve diventare alla moda, un must, qualcosa che fai con voglia e gioia. Così abbiamo iniziato a reclutare uno speciale esercito di young ambassador, giovani ambasciatori che ci aiutino in questa missione, sui social e nella realtà. I primi due sono Eugenio Russo, 18enne amministratore delegato di Conthackto, il movimento che orienta gli adolescenti verso il mondo imprenditoriale, e Chiara Oddi, presidente di Hortensia, l’associazione transfemminista dell’università Luiss». Sono due ragazzi ricchi di talento e valori, e saranno i nostri messaggeri. Poi ne recluteremo tanti altri». Il sogno è coinvolgere anche sportivi, personaggi famosi e artisti. Anche perché, in questo caso, scegliere qualcosa di cool significa anche fare prevenzione. «Donare e, quindi, eseguire un prelievo del sangue vuol dire controllare il proprio stato di salute. Un’attenzione purtroppo sottovalutata: secondo il rapporto Osservasalute, solo un italiano su 3 si sottopone a questo esame con regolarità, eppure ogni anno nel nostro Paese contiamo 92.000 vittime di patologie che potrebbero essere evitate proprio con la giusta prevenzione. Ecco, anche prendersi cura del proprio benessere è trendy e donare il sangue è come sottoporsi a un check-up gratuito».

Rosso, la sua start up, usa la tecnologia per aumentare le donazioni

Sentire una giovane di 22 anni discutere di salute stupisce, ma la sensibilità di Chiara è qualcosa che ha origine dalla sua storia personale e dai banchi di scuola. «Ho frequentato il liceo classico europeo e ho partecipato a tantissime iniziative in cui la tecnologia era protagonista. Poi ho fatto un viaggio in California e sono rimasta affascinata dal fermento che lì si respira intorno al mondo delle startup: mi attira il senso di sfida che c’è dietro questi progetti e l’idea che la tecnologia sia uno strumento che risolve problemi come nel caso di Rosso. Il futuro? Voglio raggiungere l’obiettivo che mi sono data con le donazioni di sangue e sogno di continuare a lavorare in questo settore dove l’innovazione è al servizio della salute e dell’educazione». Queste idee ricorrono anche quando parliamo di tempo libero. «Pratico arti marziali e nuoto e mi piace correre. Insomma, cerco di condurre una vita sana, che mi faccia sentire bene e in equilibrio. E se mi chiedono la mia passione, rispondo: i viaggi. Non c’è niente come esplorare il Pianeta per aprirti la mente. Vorrei visitare in lungo e in largo l’Asia, anche perché sono Paesi che mi ispirano molto sul fronte della tecnologia e della ricerca». Il pensiero di Chiara torna alla startup e ci saluta quindi con un invito speciale: «Date un’occhiata al nostro sito e provateci anche voi: donare il sangue sta diventando molto cool…».

Chi può diventare donatore

1.9 milioni: i donatori di sangue in Italia. Un numero troppo basso visto che, in media, ogni anno nel nostro Paese si eseguono quasi 3 milioni di trasfusioni. 4: il numero di volte all’anno in cui un uomo può donare. Le donne in età fertile devono limitarsi a 2 per l’incidenza del ciclo mestruale. 50 kg: il peso minimo del donatore che deve essere in buona salute. Per esempio, niente donazioni per chi ha importanti patologie cardiovascolari o soffre di epatite. 45 anni: l’età media di chi dona. In Italia si può fare tra i 18 e i 60 anni. AB: è il gruppo sanguigno più raro.

(Fonti: Ministero della Salute, Rosso, Avis).