Donne e giovani hanno un grande vantaggio in questo preciso momento storico: sono degli outsider, fuori dal fortino del potere. Si muovono oltre il fossato, con la libertà e il disincanto di chi non ha il peso di troppe aspettative sulle spalle. Su di loro il potere non scommette, ma è per questo che cambieranno il mondo.  

Claudia Parzani: cambiare il mondo non è da sognatori

Non è da sognatori pensare di invertire la logica delle cose: la visione di un mondo diverso, dove le persone siedano per merito e non per logiche di appartenenza, dove ognuno porti la propria diversità e fragilità, dove dominino le relazioni e il senso di umanità, viene da una role model di grande ispirazione: Claudia Parzani, Presidente di Borsa Italiana, Senior Advisor dello studio legale internazionale Linklaters, Vicepresidente de Il Sole 24 Ore S.p.A. e amministratrice non esecutiva di Stellantis N.V. (in realtà l’avvocata ha un curriculum più lungo di questo articolo).

La incontriamo in occasione dell’Italian Tech Week 2024, la tre giorni che a Torino raccoglie il meglio per discutere di innovazione e tendenze future. E Claudia Parzani ha una visione tutta sua del futuro, che spiega bene nell’ultimo libro La rivoluzione degli outsider, La nuova leadership che cambierà il mondo (Rizzoli).   

Un libro per tutti, fresco e diretto, come lei, che incarna proprio un modello di leadership fuori dagli stereotipi: madre di tre giovani donne, avvocata in grosse reti e realtà internazionali, impegnata nel sociale (collabora con UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), si è affermata in un mondo prevalentemente maschile e già 20 anni fa lavorava per l’inclusione nelle aziende. Un’outsider da sempre.

Intervista a Claudia Parzani

Perché donne e giovani sono outsider? 

Perché l’Italia, ma non è diverso altrove, ci ha tenuto fuori dai giochi. Dentro, un fortino di uomini, preferibilmente dai capelli grigi, che risponde a un modello di potere stereotipato, quello che tra una giovane chirurga e un uomo senior in camice bianco, ti fa scegliere sempre il maschio se devi operarti. O che in una riunione in cui tu, donna, sei l’unica presente, fa pensare a tutti che tu sia l’assistente di qualcuno. Ecco, questo fortino che ha resistito per secoli non è inespugnabile: siamo noi, le donne, insieme ai giovani che possiamo cambiarlo nell’interesse di tutti.    

Perché donne e giovani sono simili? 

I giovani sono molto più simili alle donne che agli uomini nell’approccio al lavoro: le battaglie femminili del passato per la flessibilità e il welfare hanno disegnato un mondo del lavoro molto simile a quello desiderato dai ragazzi di oggi, che in più si permettono di scegliere. I giovani sono capaci di rifiutare delle opportunità perché i valori di quella azienda non sono i loro. Ma mentre le donne devono scegliere ogni giorno di essere outsider, i ragazzi si sono già discostati dal modello dominante: non si riconoscono nel lavoro, non sono il lavoro. Pensiamo alla fatica di un uomo di 50 anni che è stato licenziato: la pressione di ritrovarsi senza un impiego è enorme. Invece dagli outsider nessuno si aspetta nulla: il contesto e il giudizio sociale hanno un peso diverso. E questo è un bel vantaggio.  

Cosa si è persa l’Italia a tenere fuori donne e giovani?  

Tanto, tantissimo. E una ragione del declino economico dipende anche da questo: la bassissima occupazione femminile (siamo gli ultimi in Europa), che impoverisce le famiglie e frena il moltiplicarsi di altri servizi. E la fuga di 3 milioni di giovani italiani all’estero, che blocca lo sviluppo e l’innovazione, oltre a spostare in avanti la media dell’età anagrafica, mettendo in crisi il sistema del welfare. Non si tratta allora solo di un tema sociale, ma anche economico: si tratta di mancato PIL. L’inclusione non ha solo una dimensione etica ma si riflette nei sistemi economici: insomma, conviene a tutti.   

l punto non è escludere un senior per includere donne e giovani: il punto è mettere la persona giusta nel posto giusto

Far entrare nel fortino le donne e i giovani cosa significa? 

Il punto non è escludere un senior per includere donne e giovani: il punto è mettere la persona giusta nel posto giusto. Oggi l’ascensore sociale in Italia non funziona, ma spesso neanche le scale di servizio: è un dato di fatto che alle donne e ai giovani non vengano date le stesse possibilità, quindi è davvero difficile vincere una gara se non puoi stare neanche ai blocchi di partenza. L’unico ambiente in cui il merito vince è il calcio: tutti lì vogliono i migliori. Negli altri mondi il merito non è il criterio e l’asse principale su cui finora si è valutato è stato l’arco temporale: per essere bravo, per avere un’opportunità, devi avere l’esperienza, devi essere un senior. Invece a ogni tavolo di lavoro dovrebbero potersi sedere persone di età e di sesso diverso, ma non per garantire un’equità numerica, semplicemente per coprire competenze diverse e rispondere così alle sfide sempre più complesse e ai nuovi bisogni della società.   

Che competenze possono portare le donne e i giovani? 

Giovani e donne non portano le stesse competenze: le donne ne hanno una preziosissima, quella di genere, che potrebbero valorizzare – se fossero più impiegate nel tech – nello sviluppo di prodotti in cui le donne hanno indiscutibilmente skills in più (per esempio, le app per la gestione del tempo). Troppe ragazze sono mancate nelle stem, e questo davvero farebbe la differenza. Quanto ai giovani, è su di loro che possiamo contare riguardo a innovazione tecnologica e sostenibilità, i due grandi asset su cui ci stiamo giocando il futuro.   

Tutti abbiamo un potere. Mappiamolo e usiamolo per cambiare il mondo

Il futuro appartiene a tutti

Innovazione, AI, sostenibilità per un futuro migliore: se il cambiamento viene da chi lavorerà in questi ambiti, tutti gli altri cosa possono fare? 

Tutti noi abbiamo un potere: usiamolo. Siamo tutti consumatori, lavoratori, magari gestiamo un’associazione, una squadra sportiva, abbiamo investito in qualche azione. Mappiamo il nostro potere e usiamolo per cambiare il mondo, con gentilezza e generosità, scegliendo a chi dare fiducia, cioè chiedendoci ogni volta: questa persona va bene per me, per la mia azienda, per la mia organizzazione? Questo prodotto è ciò che sto cercando? È giusto per quello che sto facendo?   

Che consigli darebbe agli outsider? 

Siate coraggiosi, osate. Nessuno vi dà la pettorina per gareggiare: cominciate a prendervela e andate ai posti di blocco. Mettetevi le scarpette e correte: l’ho fatto anche io, a volte ho vinto, altre ho perso, però ho sempre corso. E sono partita da una famiglia come tantissime: in casa sono stata la prima a essermi laureata. Alle donne in particolare dico: tendete una mano alle altre appena potete. Siamo in tante e stiamo cercando di cambiare un contesto che finora non ci ha dato la possibilità di farlo. Usiamolo, il nostro potere.  

Claudia Parzani all’Italian Tech Week 2024

Claudia Parzani sarà tra gli speakers di Italian Tech Week 2024, la tech conference che si svolgerà a Torino dal 25 al 27 settembre. Relatrici e relatori si alterneranno sul palco per discutere di innovazione, tendenze future e nuove direzioni. Ma non solo: sono previste 30 masterclass gratuite di formazione di alto livello.  Il tema di quest’anno sarà l’Intelligenza Artificiale, in particolare la Generative AI, la tecnologia più discussa del momento. Per info e per partecipare: https://italiantechweek.com/.