Partiamo dall’antefatto, che magari non tutti ricordano. Elisa Molinarolo, 30 anni, saltatrice con l’asta, a metà agosto celebra con un post sul suo profilo Instagram @eli_pv_mol il sesto posto conquistato alle Olimpiadi di Parigi, che coincide anche con il suo record personale: 4,70 metri. Tra le tante congratulazioni per il risultato ottenuto, spunta un commento negativo: una critica velenosa e gratuita che non riguarda la sua performance, ma il suo corpo. «Certo che se avessi un fisico da atleta avresti potuto fare molto meglio». Comincia così il body shaming nei suoi confronti, e continua anche peggio: «Con quel culone sei impresentabile per una manifestazione olimpica».

Elisa Molinarolo sa che quegli insulti possono essere terribili per una persona fragile

Parole offensive e del tutto fuori luogo, che riaprono in Elisa una ferita antica, forse non del tutto chiusa. L’astista azzurra di Soave (Vr) non ci sta. E decide di rispondere: «Non importa se sei alta, bassa, magra, formosa!» scrive, sempre su Instagram. «Quel che è certo è che non andrai mai bene al leone da tastiera di turno». E ancora: «Sono molto arrabbiata per quello che è stato scritto, per un motivo ben preciso: dall’altra parte dello schermo trova me, che negli anni mi sono presa i peggiori insulti per il fisico e ormai ci ho fatto il callo, sono diventata grande e sono consapevole del percorso che sto facendo con la mia nutrizionista. Ma se invece di esserci io ci fosse stata una persona fragile, in un momento di difficoltà, che litiga con lo specchio, quale sarebbe il risultato?».

Elisa Molinarolo ha querelato il suo hater

Una risposta coraggiosa, una presa di posizione chiara sul body shaming che dovrebbe essere di esempio per tutte noi. Perché, troppo grassi o troppo magri, troppo alti o troppo bassi, i corpi delle donne sono sempre sotto attacco. Parole forti, quelle che ha scritto, e non sono state l’unica risposta agli insulti. «No, ho anche querelato il mio hater, ma al momento la denuncia non ha avuto nessun esito». Un’occasione persa. «Sì. Il mondo con i social è cambiato. Quei commenti che prendono di mira soprattutto il corpo delle donne ci sono sempre stati. Ma prima erano chiacchiere da bar e rimanevano tali. Adesso ti arrivano diretti, come un pugno che ti stordisce. Il problema è che le istituzioni non si sono adeguate a questo cambiamento, servirebbe una tutela legale maggiore».

Nel passato altri l’avevano già attaccata per il suo fisico

Elisa Montinarolo (ph. Fidal_Grana)

Il meccanismo sembra simile a quello che scatta per la violenza: quando le vittime si sentono ascoltate e capite, denunciano. Altrimenti preferiscono stare in silenzio. «Esatto. Io credo che oggi le persone si sentano autorizzate a passare dai pensieri agli insulti, online ma non solo, perché restano impunite. Motivo per cui questa volta ho deciso di parlare, di non stare più zitta. Anche perché credo che, se iniziassero ad arrivare più denunce come la mia, forse qualcosa cambierebbe». Non è la prima volta che lei viene presa di mira per il suo corpo. «Nonostante io mi senta una ragazza normale – sono alta 1, 73, peso 67 chili e ho la cellulite e le smagliature come tutte – il mio fisico è sempre stato bersaglio di offese. Sugli spalti mia mamma si è dovuta abituare a frasi del tipo “Occhio che Elisa tende a ingrassare” oppure a definizioni come “La saltatrice grassa”. Poi, nel 2021, sono stata convocata per le Olimpiadi di Tokyo, ma senza entrare in finale (si è classificata 18esima, ndr). Tra una prova e l’altra c’è stato un forte temporale e un giornalista ha scritto che il mio fisico imponente non era adatto a saltare su una pista bagnata, motivo per cui non ero riuscita a qualificarmi, al contrario delle avversarie più snelle».

Da bambina Elisa Molinarolo faceva ginnastica artistica

Il rapporto con il suo corpo ha risentito di tutti questi attacchi?

«Certo, anche perché io ho iniziato, a 3 anni, nella ginnastica artistica. Un ambiente difficilissimo, dove le pressioni sul peso sono costanti. Quando a 12 anni mi allenavo con la squadra di serie A, a Padova, mi obbligavano a salire sulla bilancia due volte al giorno per controllare che non ingrassassi tra il mattino e il pomeriggio, mangiando magari un quadratino di cioccolato come merenda. In più, io ero la più alta di tutte, non ero grassa, ma ero sempre sbagliata, le mie cosce troppo tornite, il mio sedere troppo formoso. E quei continui rimproveri, quelle false credenze hanno iniziato a entrarmi in testa e tutt’oggi sono ancora lì, a farmi da sottofondo».

Di quali false credenze parla?

«Per esempio, che la pasta fa ingrassare. La pasta è energia, soprattutto per noi sportivi. E solo adesso, da quando mi segue una nutrizionista, l’ho capito. Ma un piatto di maccheroni mi fa ancora paura».

Elisa Montinarolo adora le sue aste

E poi come è arrivata a lasciare la ginnastica e a dedicarsi al salto con l’asta?

«Dopo aver vinto il titolo nazionale juniores del volteggio, mi faccio male a una spalla e smetto di allenarmi. Quando torno in palestra il mio corpo è cambiato, è diverso: sono cresciuta molto in altezza ma anche in larghezza. È allora che – guardando una pubblicità in cui la saltatrice russa Yelena Isinbaeva racconta perché, essendo troppo alta, ha dovuto lasciare la ginnastica per il salto con l’asta – mi sono rivista e mi sono detta: “Anche io posso farlo”».

È il 2011 e in 6 mesi si ritrova a indossare la maglia della Nazionale Under 20. I successi, anche se non immediatamente, arrivano.

«Merito del mio allenatore, Marco Chiarello, che dal giorno uno è sempre lo stesso. Della ginnastica: nel salto, da quando ti stacchi da terra è tutta una questione acrobatica, in cui io ero già fortissima. E delle aste (mentre parla, ne accarezza una, ndr)».

Quante ne ha?

«Dieci, tutte alte uguali, (4,45 metri, ndr) ma di “durezze” diverse. Ho potuto comprarle grazie a una raccolta fondi organizzata da mia sorella Monica. Sono costose, circa 800 euro l’una, ma mi fanno volare».

Ed Elisa ha ragione. Perché grazie a loro adesso vola in alto, altissimo. Sopra gli insulti. È ora di salutarci. Deve andare a pranzo. C’è Antonietta, la madre, che la aspetta con quella che è la sua passione da sempre: le meringhe alle mandorle. Elisa ha imparato la ricetta e si diverte a prepararle: «Ma quelle di mamma restano imbattibili!».

Anche lei sarà con noi a I feel good

Al nostro evento I feel good,l’atleta olimpica Elisa Molinarolo sarà tra i protagonisti del talk Sarai bello tu! Contro il bullismo sul corpo, che si terrà sabato 19 ottobre alle ore 16 alla Fondazione Riccardo Catella, a Milano.