E se cambiassimo prospettiva? E se responsabilizzassimo di più gli uomini sul tema delle nascite, soprattutto quelle indesiderate? Partendo da qui Gabrielle Blair ha scritto un pamphlet dal titolo provocatorio – Eiaculate responsabilmente (Feltrinelli) – che all’estero ha già fatto discutere e ora farà altrettanto in Italia. Femminista arrabbiata?
Gabrielle Blair: femminista arrabbiata?
Non proprio, se pensate che Gabrielle Blair, professione interior designer, è credente, mormona, madre di 6 figli (tutti desiderati) e creatrice di un blog sulla genitorialità, Design Mom, che nel 2010 è stato eletto sito dell’anno dalla rivista Time nella sezione Family & Kids. Eiaculate responsabilmente nasce dalla sua esperienza di moderatrice e da un saggio sull’aborto scritto tempo fa, in cui partiva dal presupposto che il 99% degli aborti sia il risultato di una gravidanza indesiderata e che i responsabili alla fin fine siano gli uomini. «Al momento, il dibattito è esclusivamente incentrato sulle donne, sul loro corpo e sul loro diritto, riconosciuto o negato, di interrompere una gravidanza che non vogliono portare avanti» scrive Gabrielle Blair nell’introduzione al libro, sotto la citazione a caratteri cubitali “È colpa degli uomini”. Si può obiettare che dare la colpa ai maschi privi le donne del libero arbitrio: in fondo del nostro corpo siamo responsabili soprattutto noi. «L’utero è mio e lo gestisco io» dicevano le femministe negli anni ’70, rivendicando il diritto di abortire. Ma secondo Gabrielle Blair si tratta di coresponsabilità, perché è troppo facile lasciare tutto sulle nostre spalle.
Gabrielle Blair: l’aborto è questione di corresponsabilità
Un punto di vista che porta avanti attraverso 28 tesi. Qualche esempio? Gli uomini sono 50 volte più fertili delle donne («le donne producono ovuli fertili per circa 24 ore ogni mese, lo sperma di un uomo è fertile in ogni secondo di ogni singolo giorno di vita»); gli spermatozoi restano vitali per 5 giorni; l’ovulazione è involontaria, l’eiaculazione no; i contraccettivi femminili sono di difficile accesso e utilizzo (la ricetta per la pillola, il medico per farsi mettere la spirale…), mentre quelli maschili, se pensate ai preservativi, si prendono senza prescrizione e in qualsiasi momento anche ai distributori automatici. E così via. «Volevo provocare, e usare un termine tecnico» mi spiega l’autrice quando le chiedo il perché di un titolo così diretto. «Eiaculare non è certo una parola che usiamo nelle normali conversazioni, e di sicuro non ha una connotazione sexy: è un termine neutro, quindi fa intendere che si tratta di una discussione su un tema specifico». Continua: «Forse nessuno prima d’ora si è rivolto agli uomini in modo così diretto e ha chiesto loro di riconoscere il problema, dando anche la soluzione. Eiaculare responsabilmente non è una cosa difficile da applicare, anzi è molto semplice».
Intervista a Gabrielle Blair
Com’è nata questa idea di mettere gli uomini di fronte alle proprie responsabilità?
«Mi è venuta nel 2018 mentre stavo scrivendo un articolo sugli aborti negli Usa. Il numero era più alto di quello che mi aspettassi. Poi ho pensato a quanto non sia facile per una donna preoccuparsi della contraccezione, per le difficoltà legate ai tempi e ai costi. Senza contare che ad alcune donne la pillola o la spirale possono causare disturbi. Tutte cose che avevo provato anche io. Inoltre, c’erano da considerare gli incontri occasionali, gli abusi, il fatto che il piacere prevalentemente maschile è lo scopo principale dei rapporti sessuali. Avevo messo da parte l’argomento, però, perché ai tempi mi occupavo di genitorialità e design. Ma quando Brett Kavanaugh è stato esaminato prima di diventare giudice della Corte suprema mi sono così arrabbiata… Quegli uomini che facevano domande sul suo pa sato (è stato accusato di abusi da Christine Blasey Ford, ndr) non sapevano niente del corpo delle donne, di aborto. Ho pubblicato un tweet che è diventato virale – “Se vogliamo fermare gli aborti dobbiamo prevenire le gravidanze indesiderate. E gli uomini sono responsabili al 100% delle gravidanze indesiderate – e molti uomini mi hanno chiesto chiarimenti. Ho passato anni a cercare dati e studi per sostenere le mie tesi. Così è nato Eiaculate responsabilmente».
Comunque un titolo del genere può essere disturbante. Come hanno reagito gli uomini che già hanno letto il suo libro?
«Gli uomini che hanno letto solo i titoli dei capitoli si sono messi a discutere con me su Twitter o Instagram dicendomi che avevo torto. Erano arrabbiati, si sentivano accusati. Chi invece ha letto il libro intero mi ha dato dei feedback positivi. Hanno capito che non volevo farli sentire in colpa. Il mio obiettivo è solo cambiare le cose. Alcuni mi hanno detto: “Non conoscevo le difficoltà della mia partner”. Oppure: “Non avevo considerato la cosa da questo punto di vista”». Il femminismo ci ha insegnato ad avere padronanza e controllo del nostro corpo. Al punto 16 lei dice: «Rendere gli uomini responsabili delle loro azioni non rende le donne delle vittime». Spiegando che non stiamo delegando tutto a loro. «Io sono una femminista, ho 6 figli, ho usato tutti i sistemi anticoncezionali. E anche io all’inizio ho pensato che fosse compito mio. Non sto dicendo che le donne devono smettere di essere responsabili, anzi. Le donne stanno già evitando milioni e milioni di gravidanze indesiderate. Qui si tratta di chiedere l’aiuto dell’uomo per un sacco di ragioni che spiego nel mio libro. Entrambi, uomini e donne, devono fare la loro parte per ridurre gli aborti. Non sto invitando gli uomini ad avere il controllo sul corpo delle donne o a mettere delle regole: sto invitando gli uomini ad avere un controllo sul proprio corpo e a entrare nei discorsi che riguardano l’aborto. Perché finora non si sono ritenuti coinvolti».
Quindi il focus è il corpo degli uomini questa volta.
«Sì, e credo che molti siano pronti ad accettarlo». Nonostante ciò, in alcuni Stati americani viene vietato l’aborto e la contraccezione non è sempre vista di buon occhio. «C’è un controllo della riproduzione. Per quello che ne so io, alla base c’è la paura degli uomini bianchi di essere rimpiazzati dai neri, dagli ispani- ci, dagli immigrati. Di perdere potere. Quindi la reazione è: abbiamo bisogno di più bambini bianchi. Non viene detto esplicitamente, ma è quello che sta succedendo».