Lucia Eva Leonessi è donna di vigorosa concretezza e indubbia verve. Credevo che la culla dell’intervista con lei, Diretttrice generale di Cisambiente, sarebbe stata il palazzo di Confindustria in cui ha sede l’associazione che ha creato e che riunisce 1.400 imprese nei settori della gestione dei rifiuti urbani e speciali. Invece all’inizio mi sono ritrovata nel bel mezzo di un’opera pucciniana.

Lucia Leonessi, direttrice di Cisambiente, animalista convinta

Presentandomi la sua cagnolina, esordisce con un rimando alla Bohème: «La chiamo Mimì, io sono Lucia». Questa 58enne aretina, prima di parlare del suo percorso – che comprende, oltre a una laurea in Lettere e Filosofia e un dottorato in Criminologia, una trentennale esperienza in molteplici settori della comunicazione, vari ruoli da funzionario pubblico e in ambito imprenditoriale – mi racconta la storia di Mimì: «Dal giorno in cui ho fondato Cisambiente viene in ufficio, sta in sala riunioni e in assemblea, va al bar. È una trovatella che è con me da quando aveva un mese. È stata allevata dal mio gatto Italo e, quindi, si lecca come un gatto ma non sa abbaiare. Italo purtroppo non c’è più e la sua perdita per me è stata un trauma. Adesso c’è una gatta, Amita (crasi di “Amore mio Italo”, ndr) che è la sorellina di Mimì».

Organizza iniziative in cui gli animali sono protagonisti

Il suo essere «animalista convinta», così si definisce, lo sostanzia anche sostenendo tante iniziative in cui gli animali sono protagonisti: «Nel 2021 abbiamo promosso un evento dedicato agli esemplari nelle Forze armate, da quelli al fianco dei vigili del fuoco a quelli anti-bracconaggio. Ora sto contribuendo a un progetto per i cani antidiabete: sono davvero straordinari, in grado perfino di svegliare la persona malata e chi convive con lei quando è in corso una crisi ipo o iperglicemia».

Lucia Leonessi, nel suo curriculum scrive di sé anche «cattolica giudiziosa e fiduciosa nell’umanità nonostante tutto». In che senso “giudiziosa e fiduciosa”?

«In famiglia ho avuto una formazione molto cattolica e da ragazzina ho insegnato catechismo. Mia nonna paterna era amica del cuore di Giovanni Papini, il babbo è stato segretario provinciale della Democrazia cristiana e presidente del Consiglio comunale. Con “giudiziosa” intendo dire che non ho paraocchi per non vedere quello che di male o di sbagliato fa anche la Chiesa, però conservo il valore della domenica e della messa, del rispetto delle regole. Sono fiduciosa perché è vero che l’umanità delude, ma alla fine spesso ti sorprende in bene. Le cose brutte bisogna farsele scivolare…».

Cisambiente si occupa di smaltimento dei rifiuti e bonifiche dei territori

Lucia Leonessi, come è arrivata a occuparsi di ambiente?

«Nello sfascio generale dell’economia dopo la crisi del 2008, mi sono resa conto che l’ambiente era un settore che brillava. Ho fondato una mia società specializzata e, nel 2016, mi è stato chiesto di costituire una nuova filiera ambiente in Confindustria. Cisambiente nasce il 29 settembre 2016, l’ho messa nelle mani di san Michele (sorride, ndr). Quando siamo partiti, lavoravo dalla sala da pranzo di casa mia con il mio computer: 11 industriali, un’ottima squadra di calcio, più me e un collaboratore tecnico. Poi abbiamo avuto gli uffici in Confindustria e abbiamo iniziato a crescere. Oggi siamo quasi 1.400 associati».

Quali settori ha riunito in Cisambiente?

«Ci occupiamo del cosiddetto “ciclo integrato del rifiuto”: igiene ambientale, progettazione degli appalti, smaltimento, impianti, discariche, bonifiche ed energia rinnovabile. Il settore bonifiche si è dimostrato particolarmente vivace».

Dove?

«Il nostro Paese ha drammaticamente bisogno di essere risanato. Le faccio alcuni esempi di nostri interventi. Ad Augusta, in Sicilia, dove un tempo c’era un territorio molto inquinato oggi ci sono un campo da calcio, uno sgambatoio per cani e un parco. A Grosseto è stata bonificata e rimessa in sicurezza la miniera di alluminio, piombo, argento e pirite. Ma tante altre zone si possono citare bonificate e da bonificare».

Come si sta ampliando Cisambiente?

«L’ultima area nata è GommAmbiente, filiera dei recuperatori del pneumatico. Ci sono aziende che recuperano il 98% di un pneumatico, la gomma diventa polverino e si può usare per asfaltare. È un materiale molto resistente che evita fratture, ma bisogna insegnare a usarlo perché richiede una tecnica nuova nella stesa».

Gli abiti vanno recuperati o smaltiti bene

Un tema che le sta molto a cuore è il rapporto tra moda e sostenibilità.

«A novembre abbiamo partecipato a Ecomondo con vari eventi, tra cui un dibattito sul tessile. I vestiti, infatti, non sono facilmente smaltibili perché composti di materiali molto diversi. Una delle nostre aziende a Padova realizzerà un impianto specializzato nello smaltimento di abiti in modo corretto. A Prato un altro nostro associato recupera i filati. Non è giusto mettere i capi usati su camion che poi li portano in Africa, Bangladesh o Pakistan. Finisce così che mandiamo maglioni di cachemire dove non servono, vengono buttati, finiscono nei fiumi e li inquinano. Noi dobbiamo farci carico di quello che consumiamo e di come lo smaltiamo».

Si riferisce al fast fashion?

«Tante persone dicono: “Quella maglietta costa poco, allora ne prendono una per ogni colore”. Poi metti quei capi nell’armadio, magari neppure li usi e dopo un paio di anni li getti via. Cerchiamo di comprare solo ciò che davvero ci serve e quando lo dobbiamo eliminare pensiamoci un attimo: si può sentire se il negozio lo riprende, se c’è un posto dove lo recuperano, possiamo darlo a qualcuno che lo utilizza ancora oppure smaltiamolo come indica la legge».

Un riciclo efficiente crea economia circolare

Stimolante l’idea che i negozi riprendano indietro i vestiti che non usiamo più.

«C’è da fare ancora molto da parte dei produttori, ma dovremmo riuscire a far sì che chi compra abiti o scarpe possa poi, una volta usati, riportarli in negozio. Da lì andrebbero ridati ai produttori che potrebbero recuperare parte dei materiali. Sarebbero così coinvolti cittadini, commercio e produzione e si realizzerebbe una forma perfetta di economia circolare».

Ma c’è tanto lavoro da fare, a partire dallo smaltimento dei rifiuti.

«In realtà su quel fronte l’Italia è tra i migliori in Europa e l’Europa è la parte migliore del Pianeta, considerato anche che la percentuale di inquinamento che produce è davvero bassissima rispetto al resto del mondo. Non dobbiamo fustigarci. Anzi, alcuni Paesi africani ci hanno chiamato per programmare il ciclo integrato dei rifiuti per un piano di igiene ambientale. Diamo buone notizie che pochi conoscono: noi esportiamo anche cultura ambientale».