«La musica è necessaria alla vita. Può cambiarla, migliorarla, e in alcuni casi può addirittura salvarla». Sono le parole del Maestro Claudio Abbado che, a dieci anni esatti dalla sua scomparsa, risuonano ancora potenti tra chi continua a portare avanti i progetti in cui lui stesso ha sempre creduto. Come Maria Majno, musicista e attuale vicepresidente di Sistema Europe (sistemaeurope.org), la rete fondata nel 2012 che raccoglie le organizzazioni e i progetti ispirati a El Sistema venezuelano.

Il Maestro Abbado e Maria Majno collaborarono per creare La Sistema Europe Youth Orchestra

Era la mattina di Natale del 2009 quando il Maestro Abbado le telefonò, e non solo per farle gli auguri. È stato il primo di tanti incontri per capire come strutturare la versione europea di El Sistema (elsistema.org.ve), quel progetto didattico musicale e sociale ideato dal musicista e attivista José Antonio Abreu e che ha dato vita a orchestre giovanili di grande successo in tutto il mondo. Fu proprio Abreu, infatti, nel 1975 a coinvolgere alcuni bambini delle favelas di Caracas, togliendoli dalla strada per offrire loro uno strumento gratuito e un corso di formazione intensivo per imparare a suonarlo. Perché l’obiettivo di El Sistema è proprio questo:

Promuovere l’inclusione sociale dei più giovani grazie alla musica.

In che modo? Attraverso espressioni collettive e armoniose come l’orchestra e il coro, che diventano delle “scuole di società” accessibili a tutti. Un vero e proprio “sistema” di educazione musicale pubblica, che in Venezuela è sostenuto e finanziato dallo Stato. Claudio Abbado, folgorato dal carisma di Abreu, è stato tra i suoi maggiori sostenitori, contribuendo alla diffusione di El Sistema anche oltreoceano. E Maria Majno ha condiviso con lui questa grande avventura.

Come vi siete conosciuti?

«Ero una teenager, a circa metà degli anni Settanta. Io studiavo in Conservatorio, lui era già il Maestro Abbado e, con un pizzico di coraggio, avevo chiesto di poter assistere alle prove al Teatro alla Scala. Da allora, ogni volta che lo incrociavo nei corridoi percepivo la sua apertura e disponibilità verso i giovani musicisti, e il desiderio di confrontarsi. Era una persona che non si accontentava mai, approfondiva ogni interesse e cercava di coinvolgere e dialogare con tutti. Anche con chi non faceva parte del suo entourage più stretto. Era un grande ascoltatore, oltre che interprete. Oggi, il 26 giugno (data di questa intervista, ndr) sarebbe stato il suo compleanno!».

La musica ha un potere terapeutico e favorisce lo sviluppo cognitivo dei bambini

Cos’è successo tra quella telefonata a Natale e la nascita, e crescita, di Sistema Europe?

«A giugno del 2012 abbiamo incontrato Abreu alla Royal Festival Hall di Southbank a Londra. Eravamo una delegazione di circa venti persone, tutte interessate a sviluppare questo movimento europeo che si ispira a El Sistema venezuelano. In Inghilterra e Scozia stavano già nascendo dei “sistemi” pionieri, ma l’idea era quella di creare una rete per coordinarsi al meglio e finanziare dei progetti condivisi. Da allora siamo molto cresciuti, fino ad arrivare a oltre cento membri, ognuno con le sue peculiarità. Perché gli obiettivi di accessibilità alla musica e integrazione sociale vanno perseguiti in base al contesto culturale di ogni Paese».

L’obiettivo di Claudio Abbado, era “costruire dei ponti tra musica e società”.

«Proprio così. E per questo stiamo lavorando sulla sensibilizzazione e il coinvolgimento degli enti pubblici. In Europa, per ora, ci sono solo pochi progetti che ricevono finanziamenti statali, per esempio Sistema Scotland e Sistema Portugal con Orquestra Geração. Purtroppo, non c’è ancora abbastanza propositività sul tema, nonostante la pratica musicale in gruppo abbia un grande potere riabilitativo – anche negli adulti – e influenzi lo sviluppo cognitivo dei più piccoli. Lo ha confermato anche un recente congresso su musica e neuroscienze, organizzato con il Centre of Excellence in Music, Mind, Body and Brain dell’Università di Helsinki dalla Fondazione Mariani per la neurologia infantile, di cui sono vicepresidente».

Dobbiamo convincere tutti che una vita con la musica è molto meglio che senza.

Sistema Europe Youth Orchestra promuove concerti in luoghi magnifici

Il concerto della Sistema Europe Youth Orchestra, SEYO, nell’edizione 2022, a Madrid: sul palco dell’Auditorio Nacional de Música, più di 140 giovani musicisti provenienti da 17 Paesi europei.

Un concetto espresso anche dal tenore Juan Diego Florez, creatore di Sinfonia por el Perù: «In un’orchestra ti senti importante, perché stai dando il tuo contributo per creare bellezza». Ma torniamo a quel 2013: nasce il progetto Sistema Europe Youth Orchestra, SEYO, e il primo summer camp a Vienna e Salisburgo raduna tanti giovani musicisti da vari Paesi per studiare e fare pratica insieme. Da allora che cosa è successo?

«Istanbul, Londra, Milano, Atene e Madrid sono solo alcune delle capitali europee che hanno ospitato, dal 2014 a oggi, i concerti di SEYO in luoghi spettacolari, come il Teatro alla Scala, la Royal Festival Hall o l’antico Anfiteatro di Erode Attico. Ogni edizione ha avuto un focus diverso, dalla leadership giovanile al cambiamento climatico, sempre con il fine di creare quei ponti tra musica e società. Nell’ottava edizione, vivace e coraggiosa, che sta per svolgersi a Pesaro, i riflettori saranno puntati su due giovani direttrici d’orchestra. Ma non solo».

Secondo Maria Majno i bambini diventano ambasciatori della musica nelle loro famiglie

Lei è anche presidente di Sistema Lombardia e dell’associazione milanese SONG. Quanti giovani musicisti vengono coinvolti nei vostri progetti?

«Circa 500 ogni anno. I laboratori sono gratuiti e si svolgono soprattutto nelle zone periferiche della città. I bambini sono diventati degli ambasciatori della musica anche nelle loro famiglie e ogni concerto, dove il repertorio ha un livello non popolare ma accessibile a tutti, ha sempre un grande successo. È questo, un altro caposaldo de El Sistema, al quale Abbado teneva molto: unire divertimento e disciplina. D’altronde, in molte lingue “suonare” ha anche il significato di “giocare”, da “to play” a “spielen” e “jouer”. Per i bambini è più divertente suonare in gruppo che da soli, tanto più con strumenti che possono sembrare ingrati per la loro complessità, come il violino. Non tutti continuano a suonare o a cantare ma, anche quando il percorso si interrompe, il cambiamento resta. La musica rimane una risorsa permanente nella loro vita».

È mai stata in Venezuela per toccare con mano El Sistema?

«L’ho messo in programma più volte, ma tra pandemia e sommosse sociali, sono stata sempre costretta ad annullare la partenza per il viaggio. Ma conto di riprovarci il prossimo anno, quando El Sistema soffierà ben 50 candeline e, speriamo, organizzerà il suo terzo convegno mondiale».

L’evento da non perdere

Dopo il 2015 al Teatro alla Scala di Milano, la Sistema Europe Youth Orchestra, SEYO, torna in Italia: il 20 luglio al Cantiere navale Rossini di Pesaro ci sarà anche il Maestro Roberto Abbado, in tandem con l’italo-francese Charlotte Politi e la cipriota Kyriaki Kountouri, a dirigere l’orchestra di oltre 150 giovani e talentuosi musicisti che arrivano da oltre 30 nazioni diverse. Per questa edizione, organizzata da LiberaMusica, parte della rete di Sistema Europe, si punta all’ecosostenibilità con il titolo Song for the Earth. L’attenzione alla natura spazia dai brani del repertorio musicale alla scelta della location, fino alla scenografia realizzata con bottiglie in plastica riciclate (liberamusica.org).