Chi è Nicolò Govoni
Un’insegnante aveva previsto per lui una vita in fabbrica a inscatolare merendine. Ma la profezia non si è avverata. Lo “studente difficile” Nicolò Govoni a 20 anni è andato volontario in un orfanotrofio indiano e ha trovato la sua strada. Oggi di anni ne ha 30, è scrittore e attivista per i diritti umani, presidente e direttore esecutivo dell’organizzazione non profit Still I Rise, che ha fondato nel 2018 nel campo profughi di Samos, in Grecia, insieme a Giulia Cicoli e Sarah Ruzek. Still I Rise è stata candidata al Nobel per la Pace 2023, e lo scorso mese Govoni ha incontrato Papa Francesco in Rai, durante la trasmissione A Sua Immagine.
Qual è il suo nuovo metodo pedagogico
Dopo l’incontro con il Papa ha parlato di studenti “incompresi, invisibili e sviliti”. Come è possibile che avvenga un riscatto?
«Dipende da chi incontri sul cammino, e nel mio caso si è trattato di un terno al lotto: dopo due bocciature ho cambiato scuola e al linguistico ho trovato Nicoletta, l’insegnante di italiano che mi ha cambiato la vita. Le devo tanto, lei ha creduto in me, e non ero un ragazzo facile, ero pieno di difese. Poi ho capito che lei non mi vedeva come un problema da risolvere, ma come una persona: non era tenuta a essere un mentore, poteva limitarsi a inculcare nozioni ma non è quello che ha fatto. Mi ha trasmesso idee, concetti e un modello pedagogico che è quello che utilizziamo nelle scuole di Still I Rise».
E cioè?
«Un metodo che vede la pedagogia come qualcosa di poco accademico e molto olistico perché guarda le persone nel loro contesto, nel loro ambiente».
Lo studio e l’educazione sono il suo pallino. E di questo ha parlato anche con Papa Francesco.
«Siamo partiti da due temi, l’inquietudine e la gioia, e ci siamo trovati d’accordo sul fatto che l’inquietudine sia fonte di energia, una tensione che può portare alla gioia. Per il Papa porta a Dio, mentre io posso dire che mi ha portato a quello che sto facendo. Sono sempre stato inquieto: non ero un cattivo studente che è cambiato, semplicemente ero in una cattiva scuola. Da ex studente posso dire che la scuola italiana ha molti problemi: quello che stiamo creando con Still I Rise è un modello che, se venisse replicato in centro a Milano, come succederà, creerebbe file di genitori in coda per iscrivere i figli».
Perché per Nicolò Govoni è così importante la scuola
Il modello è nato da esperienze negative personali?
«Sì. L’istruzione e la scuola sono il luogo nel quale crescono i cittadini che contribuiranno allo sviluppo della società, il luogo dove i bambini possono essere felici e a proprio agio con se stessi: nelle scuole italiane insegniamo un sacco di cose, ma non sappiamo perché. Still I Rise lavora su due progetti educativi: le scuole di emergenza e riabilitazione nei contesti più complessi, come quella di Ad-Dana nel Nord Ovest della Siria, frequentata da studenti e studentesse del vicino campo profughi, e quella a Kolwezi nella Repubblica Democratica del Congo, che ha l’obiettivo di sottrarre i bambini al lavoro minorile nelle miniere».
E l’altro progetto?
«È la scuola internazionale che proponiamo in contesti più stabili: siamo l’unica organizzazione a dare un’educazione di alta qualità a chi non potrebbe accedervi, la prima non profit al mondo a offrire il percorso di International Baccalaureate a minori profughi e vulnerabili. Garantiamo un’istruzione gratuita di alto livello, della durata di 7 anni, finora riservata allo 0,1% dei bambini al mondo».
Da dove viene questa sua idea rivoluzionaria
Come è nata quest’idea?
«Quando ho visitato la scuola americana di Milano, che ha infrastrutture fantastiche e tecnologia all’avanguardia, ho realizzato che lì gli insegnanti erano tutti Nicolette, tutti appassionati come la mia ex prof di italiano, ed è questo che fa la differenza. Mi sono detto: “Esistono scuole che preparano gli allievi”. A Nairobi, in Kenya, nel gennaio 2021, abbiamo inaugurato la prima Still I Rise International School, per garantire un’istruzione eccellente a studenti che non sono nati “dalla parte giusta” del mondo».
Chi sono i bambini che frequentano le scuole di Still I Rise
Ci racconta la storia di uno di loro?
«Idris è l’ultimo dei ragazzini ammessi. Ad aprile un bambino è caduto e si è ferito alla testa. Per portarlo all’ospedale in auto abbiamo attraversato la peggior discarica del Paese, una montagna di rifiuti dove vivono centinaia di persone, ed è lì che abbiamo visto un piccolo che raccoglieva plastica. Ci siamo chiesti: “Che facciamo?”. Gli abbiamo chiesto se avesse voglia di fare un giro con noi, pensando che gli avremmo solo fatto vedere la scuola, ma una volta arrivato non è più andato via. Se quel giorno un ragazzino non si fosse fatto un taglio in testa, Idris sarebbe nella discarica a raccogliere rifiuti e a sniffare colla. Invece sta seguendo il percorso di studi più elitario del Pianeta».
Come vengono scelti gli insegnanti
Come diceva all’inizio, la casualità contribuisce a forgiare il nostro destino, però gli insegnanti appassionati come Nicoletta non li trovate a caso. Giusto?
«Giusto. Prima di assumerli vengono sottoposti a test attitudinali e solo se dimostrano che insegnare non è un lavoro ma significa voler cambiare il mondo, solo se hanno in sé i valori sui quali si fonda Still I Rise, come umanità e coraggio, ambizione e gentilezza, diventano parte dello staff. È questo tipo di X-Factor che permette a un insegnante di essere un mentore e a un allievo di imparare non per la scuola ma per la vita».
Questa scuola nel 2025 arriverà anche in Italia
Still I Rise è un’organizzazione non profit internazionale fondata nel 2018: offre educazione, sicurezza e protezione a minori profughi e vulnerabili. Attiva tra Nord Ovest della Siria, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Colombia, è indipendente grazie a donazioni private (stillirisengo.org). I prossimi obiettivi sono l’apertura di scuole internazionali in Colombia (2024) e in Italia (2025) e l’avvio di altre scuole di emergenza e riabilitazione. Nel 2023 una casa di produzione cinematografica italiana ha acquistato i diritti della vita di Nicolò Govoni e della storia di Still I Rise.