«Io vedo orizzonti dove tu disegni confini» diceva Frida Kahlo. E se c’è un talento che caratterizza Odile Robotti, è proprio quello di saper vedere orizzonti. E di mostrarli agli altri. Milanese, 64 anni, laurea in Economia politica, PhD in Psicologia, MBA, amministratrice unica della società di formazione Learning Edge, con le sue attività di volontariato ha già saputo indicare la strada verso il lavoro a tante donne sfiduciate, soprattutto dopo i 50 anni.
Odile Robotti nel suo libro parla dei migliori 50 anni di vita
Ora, dati demografici alla mano, ci mette di fronte a un’avvincente prospettiva: abbiamo un cospicuo capitale di anni davanti a noi, sfruttiamolo bene. Non a caso I migliori cinquant’anni. Riscoprirsi e reinventarsi nella seconda metà della vita (Mind) è il suo ultimo libro. Scevro di retorica, intriso di passione e managerialità, ricco di test e consigli pratici.
Come è nata l’idea?
«Quando ho iniziato a pensarci, ho provato a googlare “pensione” e venivano fuori voci come “il diario del pensionato”, “passatempi”… Non ci si aspetta più nulla dalle persone in pensione, salvo, eventualmente, compiti di cura in ambito domestico. La parola pensione suggerisce una “ritirata” dalla società: in inglese si dice retirement, in francese retraite.
Ma questo costrutto non è al passo coi tempi. L’aspettativa di vita sana, non solo l’aspettativa di vita, è molto aumentata e quei 15-20 anni, regalo della longevità, meritano di essere ben spesi. Sia per noi stessi, sia per contribuire, col nostro esempio, a cambiare la percezione dell’invecchiamento. Il mio suggerimento è quindi di riscoprirsi e reinventarsi scegliendo con convinzione uno o più progetti da perseguire. Nessuno ci ha spiegato come fare, ed è per questo che, da formatrice e coach, ho scritto I migliori cinquant’anni: per fornire una guida».
Odile Robotti suggerisce di continuare a fare progetti
Odile Robotti, quale problema scatta “arrivati a 50 anni?
«Oggi le persone di 50-60 anni spesso sono quasi indistinguibili da quelle di 40 per come si vestono, ma anche per l’aspetto fisico. La grande differenza che io noto è la diminuzione della progettualità. È come se ci si dicesse: “Ho raggiunto la mia massima dimensione possibile, non posso più evolvere”. Io combatto questa mentalità. Ci sono tante cose da cui trarre soddisfazioni. Nei vari capitoli faccio esempi di progetti molto diversi fra loro. In modo particolare – ma non esclusivo – nel volontariato, un po’ perché piace a me, un po’ perché lo sento molto al femminile».
Odile Robotti aiuta le donne a trovare lavoro
Tra le sue attività di volontariato c’è Dress for success Milan. Ce ne parla?
«Dress for Success Milan è un ente del terzo settore impegnato ad aiutare le donne, soprattutto quelle che non hanno a chi appoggiarsi, nella ricerca di lavoro. Il nome viene dal fatto che, oltre al percorso di coaching gratuito, regaliamo anche un abito per affrontare i colloqui sentendosi più sicure. Tutte le nostre iniziative sono aperte alle donne e le facciamo conoscere attraverso i nostri canali social (basta cercare Dress for Success Milan, ndr)».
Con la sua associazione Odile Robotti offre webinar per reinventarsi sul lavoro dopo i 50 anni
«Per esempio, in questo momento abbiamo un’offerta di “pillole formative”: sono brevi, gratuite come tutti i nostri servizi, alcune in presenza e altre in webinar, e rispondono ai bisogni di chi sta cercando lavoro. Chi ci vuole aiutare facendo volontariato per noi può contattarci tramite il sito dfsmilan.org. Chi ha poco tempo può comunque darci una mano importante parlando di noi con donne che hanno bisogno del nostro supporto ma non ci conoscono, incoraggiandole a rompere ogni esitazione e contattarci».
Anche dopo i 50 anni secondo Odile Robotti bisogna avere il coraggio di ricominciare
Ci sono anche tante over 50 senza lavoro.
«Sì, magari sono state a casa per occuparsi dei figli. Poi però i figli crescono, capita anche che ci si separi. Sono persone difficilissime da collocare, perché il mercato del lavoro non le ama. L’ageismo è un fenomeno accentuato dal genere: se la passano male anche gli uomini, ma le donne di più. Al tempo stesso va detto che da parte di molte esiste una certa reticenza a ricominciare. Un esempio? Le figure che le aziende cercano sono i programmatori. Questo vorrebbe dire fare un corso di alcuni mesi e ricominciare come programmatrice. Tante però esitano nel fare questo investimento, il tempo passa e restano senza un posto».
Odile Robotti consiglia di frequentare persone di ogni età
Nel libro suggerisce di frequentare persone di ogni età. Quando lei era nei suoi primi 50 anni lo faceva?
«Sono sempre stata attratta dalla varietà umana e ho quindi sempre cercato, istintivamente, di circondarmi di persone diverse da me anche dal punto di vista anagrafico. Suggerisco però di farlo intenzionalmente: bisogna impegnarsi ad avere amicizie di diverse generazioni, perché si tende a vivere le stesse esperienze e a frequentare gli stessi luoghi per cui, se non ci si dà un obiettivo, ci si ritrova inevitabilmente tra coetanei. La ricchezza degli scambi intergenerazionali è un dono della longevità, che permette a cinque generazioni diverse di convivere le une accanto alle altre».

C’è una frase del suo libro che vuole dedicare alle nostre lettrici?
«Sì, questa: “La giovinezza è molto sopravvalutata”. A chi è nella seconda metà della vita invito a ricordare, senza cadere nei miti e nei romanticismi, come essere giovani non sia sempre stata una passeggiata e come noi, da ragazze, non fossimo sempre il massimo. Certo, se facciamo sport, adesso ci viene il fiatone, magari abbiamo qualche ruga che non ci piace e ci troviamo fisicamente meno attraenti di quando avevamo 30 anni».
«Ma, a fronte di questo, siamo anche più consapevoli, ci accettiamo di più, capiamo di più gli altri grazie all’esperienza e riusciamo a empatizzare meglio perché ne abbiamo passate tante. Insomma, se capitalizziamo tutto quello che gli anni ci hanno insegnato, possiamo essere persone migliori, con le idee più chiare e meno dogmi, donne con “spigoli arrotondati” dalla vita che sanno mettere gli altri a proprio agio. Gli anni tolgono, ma aggiungono anche. I nostri secondi 50 anni finiscono per assomigliare all’idea che ne abbiamo».
Cosa direbbe invece alle lettrici più giovani?
«Anche voi potete trarre vantaggio dallo “smitizzare” la giovinezza. Nell’era della longevità c’è più tempo per percorrere le tappe della vita: non dovreste sentirvi obbligate a raggiungere tutti i traguardi entro i 30 anni, dato che avrete la fortuna di vivere vite centenarie. Infine, come antidoto alla paura di invecchiare che da sempre – anche ai miei tempi – caratterizza paradossalmente più i giovani dei vecchi, fatevi amiche donne che hanno 30 o 40 anni più di voi. Scoprirete che ce la passiamo molto bene e ci divertiamo ancora un mondo. Abbiamo imparato a sorridere e a non farci frenare dalle piccole, e anche meno piccole, limitazioni dovute all’età».
Cosa direbbe invece alle lettrici più giovani? «Anche voi potete trarre vantaggio dallo “smitizzare” la giovinezza. Nell’era della longevità c’è più tempo per percorrere le tappe della vita: non dovreste sentirvi obbligate a raggiungere tutti i traguardi entro i 30 anni, dato che avrete la fortuna di vivere vite centenarie. Infine, come antidoto alla paura di invecchiare che da sempre – anche ai miei tempi – caratterizza paradossalmente più i giovani dei vecchi, fatevi amiche donne che hanno 30 o 40 anni più di voi. Scoprirete che ce la passiamo molto bene e ci divertiamo ancora un mondo. Abbiamo imparato a sorridere e a non farci frenare dalle piccole, e anche meno piccole, limitazioni dovute all’età».